Da che pulpito viene la predica!

L’Europa si è trasformata nel Partito della Guerra.

di Luigi D’Aniello-

Vladimir Putin ha recentemente affermato che “l’Europa si è trasformata nel partito della guerra”, una dichiarazione che suscita non poco scetticismo e invita a riflettere sulle sue implicazioni. Quest’accusa, infatti, sembra provenire da chi ha, nella realtà, posto in atto politiche di aggressione e militarizzazione.

In risposta all’aggressione russa in vari contesti e alla decisione dell’amministrazione Trump di ridurre la presenza delle forze statunitensi in Europa, gli Stati europei hanno preso una posizione chiara: rafforzare le loro capacità militari.

Aumentare le spese per l’armamento non è una scelta leggera, ma è una necessaria misura di protezione. La libertà è un valore fondamentale e irrinunciabile che richiede di essere meritata e soprattutto protetta. Ma molto spesso, l’idea di libertà viene fraintesa e abusata; è stato in nome della libertà che si sono compiuti sacrifici enormi, ma in suo nome sono anche stati perpetrati i più gravi crimini.

La libertà non deve essere intesa come la possibilità di agire senza limiti, ma piuttosto come un valore che richiede responsabilità e rispetto verso gli altri. Da questa prospettiva, la decisione dell’Europa di riarmarsi non è un atto di ostilità, ma piuttosto una legittima risposta di difesa della libertà in un contesto di crescente aggressività da parte della Russia.

L’affermazione di Putin secondo cui “l’Europa si è trasformata nel partito della guerra” è più di una semplice critica; è una strategia comunicativa. Come molti leader autocratici, Putin usa la narrativa della “vittima” per distorcere la realtà e giustificare le proprie azioni aggressive, cercando di rovesciare le responsabilità, da aggressore a “difensore”.

L’ipocrisia di tali affermazioni è stridente. Mentre Putin, infatti, accusa l’Europa di militarizzazione e conflittualità, intanto è proprio la Russia che ha invaso paesi confinanti e ridotto in macerie intere città, come sta facendo in Ucraina. Queste azioni dimostrano chiaramente una contraddizione: chi usa la violenza per raggiungere i propri obiettivi non può permettersi di criticare gli altri per le loro scelte.

È essenziale guardare oltre le parole e riconoscere le vere responsabilità. Le affermazioni di Putin sull’Europa come “partito della guerra” non solo presentano un’immagine distorta della realtà, ma servono anche a mascherare le azioni predatorie della Russia.

In questo contesto, la reazione dell’Europa non è solo comprensibile, ma necessaria per proteggere la libertà e la sicurezza attraverso una legittima difesa, tutelando i valori democratici contro ogni forma di aggressione.

 

 

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Luigi D'Aniello

"Non si è sconfitti quando si perde ma quando ci si arrende"

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