Se telefonando…
di Claudia Izzo-
Un’ora, questa la durata della telefonata tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky.
Secondo la portavoce del Presidente Trump, Karoline Leavitt, “Non siamo mai stati così vicini alla pace, e il merito è del presidente Trump”, d’altra parte Zelensky ha scritto su X, “Crediamo che, insieme all’America e sotto la guida del presidente Trump, si possa raggiungere una pace stabile già quest’anno”.
Si cerca la pace mentre si continua a fare la guerra: se la telefonata c’è stata, è anche vero che i droni russi hanno colpito due ospedali in Ucraina, nella regione di Sumy, danneggiando anche la rete ferroviaria; l’attacco ucraino, d’altra parte, si è diretto su un deposito di petrolio a Krasnodar.
Certo, acqua ne è passata dopo l’incontro-scontro del 28 Febbraio nello Studio Ovale alla Casa Bianca ed i temi discussi sono stati tanti: lo stop agli attacchi contro le infrastrutture energetiche mentre Washington ha suggerito un cessate il fuoco incondizionato lungo la linea del fronte, proposta accettata da Kiev.
Sarà poi Gedda il luogo in cui si riuniranno le delegazioni negoziali di Stati Uniti e Ucraina per la tregua che vuole essere il primo passo per un accordo di pace.
Trump ci prova: dopo le terre rare finite in un contratto tra Kiev e Washington, propone a Zelensky che diventi americana la proprietà delle centrali elettrice e nucleari ucraine, una ottima garanzia di sicurezza per il Presidente Americano. Non risulta che Zelensky abbia espresso un cenno di accondiscendenza.
Gli Stati Uniti sosterranno l’Ucraina mentre La Russia respinge i trenta giorni di cessate il fuoco ed ha chiesto agli Stati Uniti di ritirare il supporto dell’intelligence all’Ucraina insieme a quello militare.
Questi i fatti, non resta che stare a vedere quale sarà la prossima mossa di Pustin.
A quando la pace?