La scomparsa del vecchio Cimitero del Fuso.
La storia e l’evoluzione del Cimitero comunale di Salerno ancora oggi, a distanza di anni, si presentano agli storici come un argomento particolarmente complesso, per alcuni piccoli aspetti, poco chiaro a causa delle molteplici vicissitudini intercorse. La nostra storia incomincia nella seconda metà del XIX secolo quando, ancora sotto il regno borbonico, si decise la realizzazione di 2 cimiteri: uno nell’area della piana di Pastena e l’altro in località Ponte della Fratta. A seguito di una improvvisa violenta epidemia nel 1825 all’interno delle carceri di Salerno che causò un numero considerevole di morti, fu approvata la realizzazione di un ulteriore Camposanto più vicino alla città, nei pressi di Via dei Principati e non lontano da via del Fuso, strada che collegava, all’epoca, l’area del borgo del Carmine Nuovo con il Ponte Calcedonia, posto ad est (territorio, a inizio ‘800, poco antropizzato e caratterizzato da campi coltivati che degradavano dolcemente verso la piana alluvionale del fiume Irno ad est). E’ del 1830 la presentazione di un interessante progetto del Cimitero da realizzarsi non lontano dalle porte urbiche del Capoluogo nell’area del Fuso, attuale area di Piazza San Francesco.


Custodito all’interno dell’Archivio di Stato di Salerno tale progetto (ASSA, Intendenza di Principato Citra, b. 1387, fascicolo 1) è suddiviso in pianta e prospetto, si tratta di una interessante ipotesi progettuale realizzata dall’Architetto Francesco Saverio Malpica e datata 4 luglio 1830, rimasto inapprovato. Il cimitero fu realizzato più tardi, nel 1843, su progetto degli architetti Rosalba e Genovesi, con approvazione, assieme all’appalto, nel 1840. Tale Cimitero di forma rettangolare, come nel progetto Malpica, aveva anch’esso una chiesa, come ben si può constatare sulla prima rappresentazione grafica dell’area del Comune di Salerno


realizzata dagli Ingegneri Alfonso Di Gilio e Carlo Pannaini (Fondo Giannattasio): si nota infatti a sud della curvilinea strada del Fuso il Cimitero con i suoi confini ben delineati e al centro la chiesa. La chiesa e tutto il Camposanto degradante verso la piana dell’Irno, sono ben visibili in un’altra interessante planimetria della città “Nuova Pianta Guida della Città di Salerno” risalente al 1903.


Ancora d’impianto urbanistico ottocentesco, essa è parte del Fondo Archivistico di Michele de Angelis (ASSa, Archivio Michele De Angelis, b 58, fasc.1), dove l’area cimiyteriale è evidenziata col numero 88.

Altra rappresentazione importante è quella del 1912, custodita nell’Archivio Storico del Comune di Salerno, “Pianta della Città di Salerno” in cui si osserva il Cimitero confinate a nord, con la strada vicinale del Fuso, ad ovest, con via Principati, a sud con l’attuale Via Pellecchia, mentre nella parte sud-est, via Irno (come veniva denominata allora l’attuale via Nizza), mentre, al centro, ritroviamo sempre la quadrangolare chiesa cimiteriale. Di particolare impatto visivo sono le 4 croci posizionate ai confini angolari del Camposanto e la presenza, nella parte occidentale del Cimitero, del Convento dell’Immacolata, commissionato dai padri cappuccini e realizzato tra il 1904 e il 1908 su progetto dell’ingegnere Michele de Angelis e di suo zio Filippo Giordano. Con l’espansione urbanistica di Salerno, nei primi decenni del ‘900, si osserva una progressiva delocalizzazione delle tombe del vecchio cimitero del Fuso verso quello di Fratte in piena espansione, mentre nel corso del secondo decennio del ‘900 si assiste a un vero e proprio smantellamento del Cimitero del Fuso. Di quest’ultimo, alcune foto preziose sono custodite all’interno del Museo Didattico della Fotografia MUDIF, diretto dal dr Rosario Petrosino che, oltre ad ospitare i laboratori per il restauro conservativo delle fotografie, la digitalizzazione la catalogazione e l’archiviazione delle stesse, conserva alcuni importanti fondi fotografici tra i quali quello di Michele de Angelis, donato all’Associazione “IL DIDRAMMO APS” nel 2015. L’Associazione ha come principale vocazione quella di preservare la memoria storica mediante la fotografia, come esplica l’articolo quarto del suo Statuto, il cui obiettivo è: “non far disperdere nella memoria l’enorme patrimonio artistico, storico, culturale della nostra terra, per conservarlo e tramandarlo alle generazioni future…”. Le foto sono un prezioso contributo storico la cui comprensione va di pari passo con l’individuazione del contesto storico e urbanistico nonché dell’esatta posizione degli scatti per meglio comprenderne il luogo e soprattutto la sua evoluzione urbanistica. Ripercorrendo la storia del primo Piano Regolatore di Salerno, si evince che nel 1910 il Comune di Salerno emette un Bando di Concorso per la formazione di un Piano Quotato e Rilievo Fognario della città da cui la decisione di affidare tale lavoro agli ingegneri Nicola Cavaccini e Ernesto Donzelli. Il progetto viene abbandonato per rivolgere l’attenzione ai problemi legati allo sviluppo urbano, con un Concorso per la formazione del Piano Regolatore delle zone ad oriente della città nel 1914, vinto sempre dagli stessi ingegneri nel 1915.


Interessante è la rappresentazione dell’area del Cimitero del Fuso nella Eidipsometria dello stato di fatto in scala 1:1000 in cui si evidenzia la quotatura del territorio e dove gli stessi ingegneri evidenziano con minuzie di particolari il Cimitero. Tale rappresentazione è di particolare interesse poiché, qualche anno dopo, l’ingegnere de Angelis, in occasione della realizzazione del Liceo “Torquato Tasso” (progettato da lui stesso e dal figlio Luigi de Angelis, su incarico nel 1928 del Podestà Antonio Conforti), avrebbe fotografato l’area in questione compreso il Cimitero ormai dismesso. Dopo alcune problematiche burocratiche e varianti sulla esatta collocazione (secondo il Piano Donzelli-Cavaccini approvato definitivamente nel 1925, doveva sorgere un po’ più a sud rispetto all’attuale collocazione quasi di fronte la chiesa dell’Immacolata) la sede del Real Liceo Ginnasio venne realizzata nell’arco di 11 mesi nel corso del1931, anno in cui vengono scattate le foto proprio da de Angelis.



Tre foto dell’Archivio MUDIF ( MDA_0238_NEV, la MDA_0239_NEV, la MDA_0240_NEV) evidenziano l’interno del Cimitero dismesso e inquadrano un tempietto, ben riconoscibile anche nella Eidipsometria di Donzelli-Cavaccini. Collocato sul confine nord del Camposanto (un altro uguale doveva essere posizionato sul alto apposto quindi simmetrico) è in stile neoclassico con 4 colonne, sul pronao, i cui fusti risultano scanalati e i capitelli sono in stile dorico. Su di essi, inoltre, poggiano l’architrave, il fregio e il frontone sui quali non insistono elementi decorativi di rilievo. Sono presenti però tre acroteri, ovvero decorazioni a palmetta disposti sugli angolo esterni del frontone e sulla linea di colmo del tetto. Da queste foto si evidenziano alcuni particolari: i caseggiati legati al borgo del Carmine Nuovo e prospicienti la via del Fuso, sulla sinistra, il profilo del Monte Stella sul fondo, la collinetta dove sorgerà anni dopo l’Istituto dei Salesiani con la chiesa e, sulla destra, le propaggini orientali delle colline di Giovi.



Assai interessanti sono le ulteriori tre foto (MDA_0188_NEV, MDA_0323_NEV e MDA_0326_NEV) che evidenziano le fasi costruttive del liceo “Torquato Tasso”, siamo sempre nel 1931: nelle prime due foto vi vede ancora l’impalcatura del cantiere e , in particolare, nella foto (MDA_0323_NEV) sulla destra notiamo la presenza del tempio non lontano, mentre nell’ultima foto, l’immobile risulta ormai completo ma si vedono ancora i resti dei fusti scanalati probabilmente del tempio meridionale ormai abbattuto o anche (ma questa è un’ipotesi) legati ad un eventuale deambulatorio perimetrale, i fusti sono ben evidenti anche nella (MDA_0188_NEV).

Nell’ultima foto (MDA_515_NEV) dall’atmosfera quasi bucolica si notano, in primo piano, la chiesa quadrangolare del Cimitero ridotta ormai quasi a un rudere con ancora una Croce su una sorta di campanile a vela e pezzi di colonne lungo il viale (oggi corrispondente a Via Gerardo Sica).

La chiesa la si ritrova nel Piano Regolatore di Donzelli-Cavaccini (realizzato nel 1915 ma approvato solo 10 anni dopo), manifestando quindi, l’intenzione disattesa di recuperarla. Qualche anno dopo, l’Ing. Camillo Guerra, dal 1928 Capo dell’Ufficio Tecnico Comunale, nella sua proposta di Disegno Urbanistico (mai approvata), progetta il Campo littorio (attuale Campo Sportivo Vestuti), la cui prima soluzione del 1929 (disegno ad inchiostro)

con influenze architettoniche wagneriane si affianca ancora alla chiesa del cimitero che risulta in stile neoclassico. L’area dismessa del Cimitero scompare, purtroppo, definitivamente proprio con la realizzazione del Campo littorio (1930-1933), delle palazzine per i Postelegragonici di Via C. A. Alemagna (1932-1935) e le palazzine INCIS (1933-1935),




il tutto evidenziati nel Piano regolatore dell’Architetto Alberto Calza-Bini approvato definitivamente nel 1937 (custodito nell’Archivio Storico del Comune di Salerno). Ringrazio per la gentile collaborazione e per la disponibilità il Presidente dell’Associazione “Il Didrammo” dr Vincenzo Petrosino, il Direttore del MuDIF dr Rosario Petrosino, il dr Fernando Calì (settore Amministrativo de “Il Didrammo”), e il giornalista Davide Speranza.
