16 marzo 1968, il delitto Moro

di Antonietta Doria-

“Cadavere ancora insepolto della nostra storia recente.”

47 anni fa,  poco dopo le 9 di mattina, viene rapito Aldo Moro, il Presidente della DC. L’Italia tutta è con il fiato sospeso. Il luogo del ritrovamento del corpo sarà via Fani, via del centro di Roma, a metà strada tra Piazza del Gesù, dove vi era la sede della DC e le Botteghe Oscure, dove era la sede del PCI.

Per il giornalista Marco Belpoliti, il presidente Aldo Moro, insieme a Pier Paolo Pasolini, è uno dei due cadaveri ancora insepolti della nostra storia recente.

Un commando assale l’auto a bordo della quale viaggiava Aldo Moro il 16 marzo 1968 insieme a  quella delle guardie del corpo. I cinque agenti della scorta: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, restano sul terreno, Aldo Moro viene rapito. Il commando era formato, si saprà più tardi, da 14 appartenenti alle Brigate Rosse.

55 sono i  giorni in cui Moro viene rapito. La situazione è delicata,  ma i partiti di governo, appoggiati anche dal PCI, si rifiutarono di trattare coi brigatisti. Ad essere favorevoli furono solo il PSI di Craxi e ed il Vaticano.  Fu Paolo VI a lanciare l’appello ai brigatisti per implorarli di risparmiare la vita al presidente Moro.

Infine il giorno 9 maggio, alle ore 13, nel portabagagli di una Renault 4, fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, crivellato di colpi, avvolto in una coperta col volto reclinato, come se dormisse. Aveva il pollice fracassato da uno dei colpi che gli erano stati sparati a bruciapelo, 14 in tutto, come se avesse portato le mani al viso, in un estremo gesto di difesa.

La verità sulle vere cause di quella tragedia non sono mai state chiarite fino in fondo. Gli autori materiali del crimine furono arrestati e processati, anche se oggi molti  sono già in libertà.

Le ipotesi avanzate sulle vere cause sono molte e riportano a motivi di politica interna e di politica internazionale. Sulle radici interne si può parlare di due fazioni che comprendevano, da una parte, quella composta dai pidduisti, dai servizi segreti e da quella parte del Parlamento che osteggiava la politica di Moro tendente al compromesso storico, cioè all’inclusione nell’area del governo del PCI di Berlinguer, che era poi l’autore di quella definizione.  Moro intendeva procedere a cooptare anche i comunisti nell’area democratica, come aveva già fatto nel 1963 col PSI. Dall’altra parte vi era tutta l’area delle formazioni terroristiche e quella che si può definire la zona grigia, cioè la nebulosa dei loro fiancheggiatori che operavano senza mostrarsi apertamente.  Non si può credere ancora oggi che la morte di Moro sia l’epilogo di un processo fatto  in nome del popolo da parte delle BR che avrebbero persino agito autonomamente.

Bisogna infatti rifarsi al contesto storico e geopolitico del tempo. Il riavvicinamento del PCI al partito di Moro non era ben visto né ad Est, nè ad Ovest. In effetti una delle condizioni poste da Moro per procedere alla realizzazione di quel compromesso era il distacco del PCI da Mosca  cosa che ovviamente era malvista da Mosca, come gli  USA  che nemmeno vedevano di buon occhio l’ingresso dei comunisti nel governo d’Italia.

 

 

 

 

Antonietta Doria

Già docente di Lingue e Letterature Straniere, ama la lettura, la civiltà greca, l'enigmistica e la sua Volcei. Appassionata di antiquariato è una profonda conoscitrice del mondo Shakespeariano, di miti e Leggende. La scrittura è la sua nuova frontiera.

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