Filiberto di Savoia e le spoglie del “Re di Maggio”

di Antonietta Doria-

Emanuele Filiberto di Savoia rivolge il suo appello direttamente alle istituzioni italiane per chiedere il ritorno in patria delle spoglie dell’ultimo Re d’Italia, Umberto II e della consorte Maria Josè, attualmente sepolti nell’Abbazia di Hautecombe, in Francia.

Umberto II morì il 18 marzo 1983 in Svizzera e, tra le ultime parole, pronunciò quella che gli stava più a cuore: “Italia”, ma le sue spoglie riposano lontano dal suo ex regno, nella storica abbazia francese fondata nel XII secolo da Amedeo III, Conte di Savoia, dove oggi si terrà  una Messa in suffragio.

Casa Savoia, infatti, ha annunciato che “alle ore 15,00 il Principe Emanuele Filiberto, Duca di Savoia, Capo della Real Casa, accompagnato dalla Famiglia Reale, presenzierà in occasione del 42° anniversario dalla morte di Re Umberto II”.

A prendere parte alla cerimonia prevista per le 15,00 saranno  i rappresentanti degli Ordini dinastici della Real Casa e i membri dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon.

In memoria del nonno, il  “Re di Maggio”, che stette sul trono per soli 40 giorni, dal 9 maggio al 18 giugno 1946, il nipote Emanuele Filiberto cerca di ricucire quello strappo tra l’Italia ed il suo ultimo Re,  che, dopo la proclamazione della Repubblica nel 1946, fu costretto all’esilio. Era il 13 giugno quando Umberto reagì diramando un polemico proclama, nel quale parlava di “gesto rivoluzionario” compiuto dal Governo.

«Di fronte alla comunicazione di dati provvisori e parziali fatta dalla Corte Suprema; di fronte alla sua riserva di pronunciare entro il 18 giugno il giudizio sui reclami e di far conoscere il numero dei votanti e dei voti nulli; di fronte alla questione sollevata e non risolta sul modo di calcolare la maggioranza, io, ancora ieri, ho ripetuto che era mio diritto e dovere di re attendere che la Corte di cassazione facesse conoscere se la forma istituzionale repubblicana avesse raggiunto la maggioranza voluta. Improvvisamente questa notte, in spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della magistratura, il governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo, con atto unilaterale e arbitrario, poteri che non gli spettano, e mi ha posto nell’alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire la violenza.»(Umberto II, proclama agli italiani del 13 giugno 1946)

Umberto II, infatti, fu  informato dal generale Maurice Stanley Lush che gli angloamericani non sarebbero intervenuti a difesa del sovrano e della sua incolumità, neanche nel caso di un possibile assalto al Quirinale. Volendo evitare qualsiasi possibilità di innesco di guerra civile, cosa che era nell’aria dopo i morti di Napoli, decise di lasciare l’Italia recandosi in Portogallo da cui non fece più ritorno.

La Costituzione della Repubblica Italiana, infatti, entrata in vigore il 1 Gennaio 1948, recise per sempre i rapporti tra l’Italia e l’ultimo Re vietando l’ingresso ed il soggiorno nel territorio nazionale agli ex sovrani di Casa Savoia, alle loro consorti ed ai loro discendenti maschi, comma che decadde mediante legge la Costituzionale soltanto nel 2002.

 

Umberto II alle urne. Anonymous. Public domain

Antonietta Doria

Già docente di Lingue e Letterature Straniere, ama la lettura, la civiltà greca, l'enigmistica e la sua Volcei. Appassionata di antiquariato è una profonda conoscitrice del mondo Shakespeariano, di miti e Leggende. La scrittura è la sua nuova frontiera.

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