Ecco perché l’Europa si deve riarmare

di Luigi D’Aniello-

L’invasione russa dell’Ucraina, iniziata nel febbraio 2022 e dopo tre anni ancora in atto, ha scosso profondamente l’equilibrio geopolitico globale.
Infatti, nel corso del conflitto si è assistito a una risposta inizialmente unita da parte dei paesi occidentali, ma col tempo le divisioni interne sono emerse e si sono amplificate.

La dipendenza energetica da gas e petrolio russi ha reso alcuni paesi riluttanti ad adottare sanzioni più severe o a ridurre drasticamente le importazioni, creando fratture nelle sanzioni congiunte. L’Occidente, pur fornendo supporto militare all’Ucraina, ha avuto livelli di impegno divergenti.

Mentre alcuni Stati membri della NATO, hanno inviato armi sofisticate e sostegno diretto, altri hanno esitato a fornire assistenza militare significativa, preoccupati per possibili ripercussioni.
Purtroppo queste divisioni hanno giocato un ruolo chiave permettendo alla Russia di ottenere vantaggi strategici e mantenere la propria posizione nel conflitto, intensificando le proprie campagne di disinformazione, creando confusione e minando la loro fiducia nel sostegno reciproco. La Russia ha potuto così  rafforzarsi e proseguire le proprie operazioni militari, consolidando il controllo su territori vitali.

Non ultimo è da tenere in considerazione l’atteggiamento che sta avendo Trump sia nei confronti dell’Ucraina e
dell’Europa, atteggiamento che ha inquadrato bene lo storico Niall Ferguson che ritiene che gli Stati Uniti non siano più in grado di reggere le esposizioni finanziarie di un impegno planetario, troppo oneroso per il debito pubblico e che si stiano preparando a una ritirata strategica dall’Europa per concentrarsi sull’Indo-Pacifico in funzione anti-cinese. Si spiegherebbe così la serie continua di attacchi alla Nato, alla Ue e l’abbandono della causa ucraina, in un arretramento che assomiglia sempre più alla disastrosa fuga da Kabul che secondo molti analisti ha dato il coraggio a Putin di osare l’attacco a Kiev.

Improvvisamente siamo precipitati in un epoca in cui l’unico metro di misura è la forza: sei debole e allora è giustificato che tu perda.
A conferma di ciò sono le parole con cui il presidente degli Stati Uniti, Trump, si rivolge a Zelensky, Presidente dell’Ucraina: tu stai perdendo la guerra ,quindi non hai le carte . Certo, ma Trump non ha preso in considerazione il fatto che la perdita non sempre è sinonimo di debolezza e la vittoria non deve essere sempre considerata un segno di valore.

In alcune situazioni, una persona può trovarsi dalla parte “debole” ma avere ragioni morali o etiche forti che giustificano le proprie azioni.
Ecco perché con personaggi come Trump e Putin, per i quali valgono i concetti espressi sul muro della libertà nel romanzo profetico 1984 di Orwell :La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza. La guerra è pace.

La questione della difesa comune dell’Europa è diventata sempre più pertinente, in ogni caso questo piano di difesa dovrebbe avere non solo lo scopo di aumentare la collaborazione tra gli eserciti dei vari Stati membri dell’Unione Europea condividendo tra loro risorse e tecnologie, ma dovrebbe avere anche lo scopo di sviluppare strategie e piani specifici per affrontare situazioni di crisi, incluse minacce esterne e attacchi informatici.

Quindi è importante stimolare investimenti in ricerca e sviluppo nel settore della difesa, in modo da modernizzare le forze armate europee, adottare nuove tecnologie e coordinarne le politiche estere per affrontare in maniera unita le sfide globali, come il terrorismo, l’instabilità in altre regioni e le minacce alla sicurezza cibernetica e la creazione di un piano di difesa comune richiede un alto livello di coordinamento politico e dialogo fra i vari Paesi membri, nonché un compromesso su questioni di sovranità e spesa militare .

In poche parole, con i tempi che corrono, ben venga un approccio di difesa unificato perché solo così si potrà aumentare la sicurezza collettiva e rafforzare la posizione dell’Europa sulle questioni mondiali.

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Luigi D'Aniello

"Non si è sconfitti quando si perde ma quando ci si arrende"

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