Una settimana nella savana: la mia Africa

Alla scoperta del cuore dell’Africa

di Maria Gabriella Alfano-

Siamo in quattro nella jeep che ci ha prelevato all’aeroporto di Mombasa in Kenia. Dopo alcune ore di marcia e arditi sorpassi al cardiopalmo per superare la fila interminabile di camion che transitano sull’unica strada di collegamento con il porto commerciale, finalmente giungiamo nel Parco Naturale di Amboseli.

Appena scesi, oltre a un rilassante silenzio,  percepiamo quell’odore di “vegetazione umida che si mescola al profumo della terra rossa” di cui scrive  Karen Blixen ne “La mia Africa”.  Siamo a circa 259 chilometri da Nairobi, vicino al confine con la Tanzania, su un altopiano a 1100 metri di altezza.

Nell’Africa equatoriale le stagioni sono solo due e a febbraio siamo nella stagione secca. La temperatura oscilla tra i 27 e i 35 gradi. Tra un paio di mesi inizierà la stagione umida, caratterizzata da piogge torrenziali.

Questa è la terra dei Masai, una delle oltre cinquanta tribù africane. Si riconoscono per la loro imponente altezza che supera i 190 centimetri e i loro costumi colorati in cui prevale il rosso.

Ci lasciamo catturare dal fascino della Savana, una distesa  sconfinata di erba gialla che ondeggia sotto il vento caldo, interrotta qua e là da cespugli e alberi di acacia.  Sullo sfondo domina il Monte Kilimangiaro (che sorge nella vicina Tanzania) con la sua inconfondibile cima innevata.

Trascorriamo le nostre giornate esplorando il territorio, spostandoci lungo i sentieri di terra rossa nella jeep dal tetto apribile  che ci consente di osservare gli animali. Usciamo alle prime luci dell’alba, quando il sole non è ancora sorto e l’aria è frizzante. Intorno a noi è silenzio che profaniamo solo con le domande al nostro autista/guida. Assistiamo al  sorgere del sole, rendendoci conto che l’obiettivo delle nostre macchine fotografiche non riuscirà mai a catturare tanta bellezza.

Ed ecco giraffe che mangiano lentamente i rami alti di acacia, indifferenti alla nostra presenza, gruppi di zebre dal lucido mantello bianco e nero che partono al galoppo al minimo rumore, eleganti antilopi, enormi rinoceronti, una solitaria iena che cammina sul margine del sentiero affiancando la nostra jeep, ghepardi, leopardi, bufali, gnu. A un certo punto, avvistiamo un branco di elefanti, seguiti da bianchi uccelli che svolazzano intorno a loro. Sono tanti, alcuni ancora piccoli, si strusciano sotto le enormi zampe delle madri alla ricerca di protezione.

Trascorriamo parecchio tempo nella zona umida che circonda il lago Amboseli, dove vivono fenicotteri rosa, pellicani, martin pescatore e tanti altri uccelli che avvistiamo tra i ciuffi di papiro.

Trascorriamo la notte nei caratteristici lodge che reinterpretano in chiave moderna le tende usate in passato. Le zanzariere di tulle che scendono dal soffitto e avvolgono i nostri letti ci proteggono dalle punture degli insetti. Non tutti i lodge hanno l’elettricità e occorre munirsi di torce per spostarsi. Non dimenticheremo facilmente la cena all’aperto alla luce delle candele e l’emozione per  le zebre e le antilopi che a poca distanza pascolano tranquillamente sotto le acacie.

Ci spostiamo nel Parco dello Tsavo. Con i suoi 21.812 Kmq è il più grande parco naturale del Kenia  e prende il nome dall’omonimo fiume che nasce nel suo territorio e lo attraversa. Si compone di due zone Tsavo East prevalentemente pianeggiante con grandi aree di savana  e Tsavo East, più montagnoso e umido. Tra esse passano l’autostrada e la ferrovia che collegano Nairobi con Mombasa.

Il parco è caratterizzato da un’eccezionale biodiversità che ne fa una delle riserve naturali più preziose al mondo. Anche qui le nostre escursioni ci fanno incontrare la fauna selvatica   presente nel Parco di Amboseli e una numerosa popolazione di scimmie, impala, facoceri. La nostra guida ci mostra come riconoscere le orme del leone e quelle di altri animali.

Il lodge che ci ospita questa volta è costruito su palafitte. Dalle camere possiamo osservare zebre e giraffe che vanno ad abbeverarsi nella pozza d’acqua che vediamo in basso. In un’escursione che facciamo quando è ormai buio, osserviamo la fauna selvatica nelle sue abitudini notturne e ammiriamo il cielo africano punteggiato di stelle.

Dopo quasi una settimana e oltre 1000 chilometri di marcia, lasciamo la Savana per proseguire il nostro viaggio verso la costa.

Andiamo via a malincuore, facendo nostre le parole che Karen Blixen pronuncia alla fine del suo romanzo quando ritorna in Europa:  ”Io conosco il canto dell’Africa, della giraffa e della luna nuova africana distesa sul suo dorso, degli aratri dei campi …”

 

 

Maria Gabriella Alfano Maria Gabriella Alfano

Maria Gabriella Alfano

Architetto con specializzazione in pianificazione urbanistica, giornalista. Ha lavorato per molti anni nel settore pubblico occupandosi di piani, progetti e opere strategiche. E' stata presidente dell' Ordine degli Architetti di Salerno, direttore del trimestrale progetto "Progetto". Commissaria delle Riserve Naturali Foce Sale Tanagro e Monti Eremita Marzano e componente del Consiglio direttivo di Federparchi. E' presidente dell' Associazione Culturale L'IRIDE di Cava de' Tirreni. Viaggia spesso in tutto il mondo. Sposata, due figli, vive con il marito Pietro e due gatti.

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