Salernitana solo un tempo, pari e tanti rimpianti

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di Sergio Del Vecchio-

Un match che ha il sapore di scontro salvezza, questo della 27ma giornata di Serie B, che vede di fronte Salernitana e Frosinone, separate da un punto, ma entrambe intrappolate insieme al Cosenza nell’ultima fascia della classifica. I ciociari vengono dal terzo cambio di allenatore e hanno diverse indisponibilità come Marchizza, Koutsoupias, Tdsajout e Cittadini. I granata hanno migliorato i rapporti con l’infermeria e hanno dalla loro il “fattore campo”, numero di spettatori da serie A infatti questa domenica all’Arechi, con quasi 18 mila spettatori, come non si vedeva da tempo. Oltre 300 i sostenitori della squadra ospite.

Prima del fischio d’inizio l’omaggio dell’Arechi e della Curva Sud al pugile salernitano Dario Socci che ha conquistato la cintura WBC Asian Silver Pesi Medi.

Il Frosinone del nuovo allenatore Paolo Bianco scende in campo con il 4-3-3: Cerofolini tra i pali, Oyono, Monterisi, Bettella e Di Chiara in difesa; Vural, Bohinen e Kone a centrocampo; Begic, Ambrosino e Partipilo il tridente offensivo. La squadra di Roberto Breda propone il consueto schieramento con Cerri punta avanzata; alle sue spalle la coppia Reine-Adelaide e Verde; il quartetto di centrocampo è composto dai due esterni Njoh e Ghiglione e dai centrali Caligara e Amatucci; Bronn, Ferrari e Lochoshvili la linea difensiva; Christensen tra i pali.

Il primo tempo

Il Frosinone parte subito più propositivo, molto movimento sulla tre quarti, giro palla pulito, più aggressività nei duelli. Subito al 4’ Caligara a centrocampo entra su Ambrosino da cartellino giallo, che l’arbitro Massimi di Termoli inevitabilmente estrae. Si preannuncia una gara in salita per i padroni di casa che sembrano quasi bloccati, sia mentalmente che tatticamente sulle loro posizioni, Njoh è schiacciato a copertura della sua fascia e non va oltre la tre quarti, così anche Lochoshvili, ma un po’ tutta la squadra non sale e se il pallone arriva dalle parti di Cerri attorno a lui ci sono solo le maglie bianche degli avversari.

Il Frosinone di Bianco è ben messo in campo, la linea dei difensori resta alta, a centrocampo la maggiore densità, mobilità e aggressività dei ciociari si traduce in possesso palla frustrando le velleità granata. In particolare si gioca sulla fascia destra, dove Partipilo spadroneggia appoggiato da Oyono, ma anche da Kone e Bohinen che si scambiano anche la posizione. In attacco si ha l’impressione che ci sia sempre un uomo in più rispetto allo schieramento granata e che il Frosinone stia prendendo le misure per affondare il colpo.

Il gol di Partipilo

Il gioco della Salernitana ristagna e si riduce a una serie di disimpegni in cui, quando non viene lanciato a caso in avanti, il pallone non raggiunge mai il compagno e viene sempre riconquistato dal Frosinone che riprende il suo possesso palla. Al 25’ De Chiara, saltato da Ghiglione, lo stende. Massimi estrae ancora il giallo. Poco prima della mezzora Partipilo, sicuramente fin qui il più in palla dei suoi, capisce che può sorprendere in velocità gli avversari e s’invola da centrocampo con un cambio di passo che lascia alle spalle chiunque gli si pari incontro, Caligara – già ammonito – quasi si scosta per non impattarlo.

Chiuso nel corridoio centrale, Partipilo vede Ambrosino sulla destra e lo serve. Una pregevole azione di contropiede che non avrebbe nessun effetto, vista la superiorità numerica salernitana, se non fosse che tutta la difesa inspiegabilmente segue la linea di Ambrosino e dimentica Partipilo al limite dell’area, il numero 70 riceve il passaggio di ritorno del compagno e scarica verso la porta senza prendere troppo la mira. Il pallone sfila sotto il muro granata ingannando Christensen.

Si aspetta la reazione della Bersagliera ma non arriva nulla. Encefalogramma piatto. Anzi, al 29’ è ancora imperdonabile l’errore della difesa che si fa trovare fuori posizione da un rilancio di Cerofolini, Begic che riceve palla sulla sinistra non infierisce sul pubblico dell’Arechi e si fa respingere il tiro dal piedone di Christensen.

Al 40’ Breda richiama in panchina un Reine-Adelaide troppo lento e compassato per una gara del genere, ma anche fuori posizione rispetto a Cerri rimasto troppo isolato per tutto il primo tempo. Lo sostituisce Tongya.

Il primo tempo si chiude senza nemmeno un tiro verso la porta di Cerofolini, tra i fischi del pubblico dell’Arechi, che sommessamente ringrazia se il Frosinone, dopo aver trovato l’1-0, si è come accontentato e non ha chiuso la partita.

Il secondo tempo

Il secondo tempo inizia con Zuccon al posto di Caligara, forse condizionato dal giallo preso troppo presto, ma mai entrato in partita, come del resto tanti altri suoi compagni. E’ un’altra Salernitana quella che si vede in campo, immaginiamo che Breda negli spogliatoi abbia fatto vedere ai giocatori com’è fatta quella “rabbia” di cui parlava nel pre-partita, sarà anche che il Frosinone ora ha un altro assetto, con un baricentro molto più basso e molta meno birra in corpo. Al minuto 13 buona uscita di Lochoshvili che pesca bene in area Cerri, stop e tiro di prima da centravanti puro, Cerofolini risponde alla grande.

Passa un minuto, ancora Cerri di testa in area fa sponda per Bronn che calcia alto. La Salernitana gioca con maggiore scioltezza ora che le maglie degli avversari si sono allargate. E’ evidente che questa squadra se messa sotto pressione subisce pericolosamente, non avendo nelle sue fila grandi palleggiatori o buoni rifinitori e forse perché paga a caro prezzo una fase di sperimentazione, considerate le evoluzioni della rosa dall’inizio del campionato, che ad oggi ancora non può dirsi conclusa.

Il pareggio di Ghiglione

Bianco percepisce il buon momento della Salernitana e corre ai ripari cambiando tutti e tre gli attaccanti. Il gol è nell’aria e arriva al 18’ in modo rocambolesco. Bronn calcia dal limite più cercando di mandare la palla verso la porta che per far gol, il suo tiro centra in pieno l’ex Bohinen, che nel frattempo si era steso a terra dopo uno scontro con Cerri, diventando un comodo assist per Ghiglione, molto in ombra fino a quel momento e con tanti errori, che stavolta non sbaglia. La Salernitana sente di poter fare il colpo, ritrova energie insospettabili, a centrocampo un match a parte, quello fra Tongya e Kone, manca solo il gol. Al 26’ esce Njoh per Corazza.

Un cambio che forse andava fatto prima. Subito il nuovo entrato in evidenza, di testa da buona posizione su cross di Verde esalta i riflessi di Cerofolini che la toglie dalla porta. Breda cambia ancora ruolo su ruolo: dentro Raimondo per Verde e Stojanovic per Ghiglione. Al 36’ De Chiara già ammonito trattiene Raimondo in modo vistoso proprio sotto gli occhi di Massimi, il Frosinone rimane in 10.

Le cose sembrano mettersi bene per la Salernitana che tuttavia deve fare i conti con un certo Michele Cerofolini che prima al 42’ compie un altro miracolo respingendo di piede il piattone a colpo sicuro di Cerri, poi all’ultimo minuto sbarra la strada a Bronn che in mischia di testa finalizza un buon calcio di punizione di Corazza. Nonostante la superiorità numerica, nonostante il Frosinone sia alle corde, coi suoi giocatori che piombano a terra per perdere secondi preziosi, Kone che dà una manata ad Amatucci a palla lontana prendendo il rosso diretto, la Salernitana non sfonda. Emblematico l’errore di Raimondo che ciabatta fuori un calcio di rigore in movimento al 3° minuto di recupero. Peccato. Peccato aver regalato un tempo agli avversari, perchè i problemi da affrontare sono ancora tanti e le giornate alle fine solo undici.

Sergio Del Vecchio Sergio Del Vecchio

Sergio Del Vecchio

Dottore commercialista, giornalista pubblicista, appassionato d’arte, di musica e di fumetto. Ama leggere, disegnare e dipingere. Nel suo percorso professionale si è occupato di formazione e terzo settore. Ha costituito l’Associazione Salerno Attiva – Activa Civitas con cui ha organizzato a Salerno 10 edizioni di VinArte, un format di successo che univa il mondo del wine all’arte nelle sue declinazioni. Nel 2017 è tra i fondatori dell’Associazione culturale Contaminazioni, con cui ha curato diversi eventi e l’edizione del libro “La primavera fuori, 31 scritti al tempo del coronavirus” di cui è anche coautore. Colleziona biciclette e tra i fornelli finge di essere un grande chef.

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