ll Venerdì ri…leggiamo Poesia “Quando si annoia…si porta il paese da un’ altra parte”
di Graziella Di Grezia (no AI)
Oggi vi presento dei versi di Franco Arminio, che mi ha dato la possibilità di leggere in anteprima “Caraluce”, la sua ultima creatura letteraria, che uscirà il 25 febbraio 2025 per Rizzoli – La Scala (pp.215, Euro 18).
Arminio, paesologo di professione e originariamente Maestro, fa della sua arte una religione, quella dell’ epifania di una Italia interna poco o per nulla nota.
Il suo verso libero racconta di paesi disabitati, nel flusso del quotidiano abbandono del piccolo centro verso un grande centro che si rivela per lo più ostile e senza anima, ma pur sempre accogliente sotto il profilo esclusivamente professionale.
Nel confine non confine tra prosa e poesia, questi suoi versi, sono quelli della precarietà umana e del paesaggio, di una realtà nata da una immaginazione che ognuno di noi può abitare.
La gente sente una sola cosa, sente l’odore della madre.
Il suo è un “Viaggio Elettorale” desantisiano, rivisitato secondo la logica dell’ Isola che non c’è, dei
paesi invisibili, come lui li definisce.
C’è chi sostiene che Cominardo non esiste, per il semplice
fatto che non esiste niente: quello che si vede è tutta una
leggenda.
Le illustrazioni di Manuele Flor rendono visibile l’ invisibile, facendoci sentire dei piccoli Alice nei paesi delle meraviglie, o meglio ancora dello stupore.
Questo è il paese di Concetta, la tabaccaia che aveva il marito
in Svizzera ed era diventata l’amante di un frate che passava
da qui ogni tanto.
Il ritmo scandito da un paese disabitato o invisibile, dove la linea di confine è davvero sottile, è lento, esasperato dal non accadimento, dove fa notizia anche una banale modifica del quotidiano, che in un contesto veloce, passerebbe inosservata.
E così mangiano lentamente, si
baciano lentamente, parlano facendo lunghe pause tra una
parola e l’altra.
Arminio col suo verso affronta temi sociali, basti pensare a Sarro:
Nei paesi mancano i medici, mancano i preti.
E’ così che il paese invisibile attende un terremoto rimandato (Serpentazzo), vive nel provvisorio (Coralena), ma con un tasso di sconforto inferiore al consueto.
L’ invisibilità fa rima con leggerezza, come la nuvola in copertina che avvolge un paese-eremo.
Qui se ne sono andati tutti, specialmente chi è rimasto.
In Caraluce tutto è immaginazione e tutto è realtà, tutto è possibile e impossibile; è il concetto del “tutto o nulla”, secondo cui il nostro sistema nervoso centrale funziona, lasciando poche gradazioni di grigio in una anonima quotidianità priva di colore.
Rileggiamo per voi “Osvaldo”
da “Caraluce” di Franco Arminio
Il paese ha un solo abitante.
Si chiama Osvaldo.
Quando si
annoia smonta la piazza,
la fontana,
il campanile e
il cimitero
e si porta il paese da un’altra parte.
