UNISA: “Scusatemi” e Nunzio precipita morendo
Fa riflettere la tragedia consumatasi al campus universitario salernitano di Fisciano dove ieri intorno alle ore 15 Nunzio Iervolino, un ragazzo di 27 anni, studente di Economia e Management, si sarebbe lanciato dal quarto piano del parcheggio multipiano morendo per le ferite riportate . Il ragazzo aveva scoperto di essere “decaduto” dalla carriera universitaria secondo il regolamento interno dell’ateneo, senza esserne stato a conoscenza.
“Scustaemi” il messaggio che il ragazzo avrebbe inviato ai familiari prima di compiere l’estremo gesto.
Terribile dover ricordare che questo non è un caso isolato: sempre in quel luogo si lanciava nel 2017 uno studente di 21 anni dopo aver litigato con la fidanzata morendo per le gravi ferite riportate; nel 2020, sempre in quel luogo si lasciava cadere una ragazza di 30 anni iscritta alla Facoltà di Medicina.
Tante le perplessità, tanto il dolore per situazioni che avrebbero meritato di essere ascoltate.
Sarebbe il caso di capire che l’Università è un luogo dove, oltre a crescere da un punto di vista intellettuale, si cresce umanamente, qui si comprendono le proprie fragilità, qui spesso si comprende di aver sbagliato strada, qui si inseguono i sogni, qui, a volte ci si trova in difficoltà senza trovare, spesso, qualcuno disposto ad ascoltare e tendere una mano.
Il campus salernitano è chiuso da ieri in un dolore cupo.
“Esprimiamo il profondo cordoglio di tutta la nostra comunità universitaria” ha scritto il Rettore dell’Università di Salerno, Vincenzo Loia, ” per il dolore che ha colpito la famiglia, gli amici, gli affetti. In questo momento ci uniamo in silenzio a questo dolore. Siamo un campus che vive e si raccoglie intorno agli studenti, li accompagna durante il loro percorso di studio e umano, con attenzione e forte senso di responsabilità.
In tal senso il servizio di supporto psicologico di base e l’osservatorio per il benessere sono un esempio di un percorso avviato da tempo e che riteniamo necessario e fondamentale per aiutare i nostri giovani nei momenti di difficoltà. Eventi tragici come questo ci lasciano sconvolti e richiedono una importante riflessione sui nostri giovani, così apparentemente forti ma con fragilità nascoste”.
