La Pillola del Lunedì: Eutanasia, pro e contro
di Luigi D’Aniello-
La questione dell’eutanasia e del suicidio assistito ha acquisito una nuova dimensione in Italia, grazie alla sentenza della Corte Costituzionale del 2019. Questa sentenza ha validato il suicidio assistito in determinate circostanze, dichiarando incostituzionale la punizione di coloro che assistono una persona affetta da una malattia grave e irreversibile che desidera porre fine alla sua vita.
La Toscana è stata pioniera in questo cambiamento legislativo, approvando un testo, anche se è stato bloccato, che stabilisce precise procedure per l’accesso al suicidio assistito. Infatti, il Consiglio regionale Toscano ha approvato, a maggioranza, la legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni: un testo presentato in tutte le Regioni ma, finora, mai arrivata all’approvazione.
A votare a favore il Pd (con l’eccezione della consigliera Dem, Lucia De Robertis che non ha espresso voto) Iv, M5s e gruppo Misto. La legge prevede che la valutazione dei requisiti per il suicidio assistito, da parte di una commissione multidisciplinare, debba concludersi entro 20 giorni dalla richiesta. Se l’esito è positivo, si dovrà procedere rapidamente all’approvazione delle modalità di attuazione, garantendo il supporto tecnico, farmacologico e sanitario per l’assunzione del farmaco entro un massimo di 7 giorni. Inoltre, la norma stabilisce che tali prestazioni siano gratuite, con un stanziamento annuale di 10.000 euro per tre anni.
Mentre i rappresentanti dell’Associazione Coscioni, presenti in aula al momento del voto finale si abbracciavano tra le lacrime, quelli dell’associazione Pro Vita protestavano definendola “Una legge barbara e disumana”, invitando il governo a bollarla come incostituzionale ,inoltre il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, l’ha definita “una grave forzatura”. A dissentire tra le fila del Pd è stato Paolo Ciani e non solo per questioni etiche: “Mentre stiamo portando avanti una battaglia contro l’autonomia differenziata, non si spiega -dice- la scelta di una autonomia regionale sul tema del fine vita”.
Comunque l’eutanasia rappresenta un argomento di grande rilevanza sociale e etica e si interseca con valori culturali, religiosi e personali. Tra gli argomenti più forti a favore dell’eutanasia c’è che essa offre l’opportunità di alleviare sofferenze ineluttabili e prolungate, permettendo una morte dignitosa e serena . Questo approccio è considerato un gesto di compassione non solo verso il paziente, ma anche verso le famiglie che vivono il dramma.
Anche se molti considerano l’eutanasia come una forma di liberazione dalla sofferenza, altri la vedono come una violazione dei valori umani fondamentali, inclusi il diritto alla vita e il valore intrinseco della vita stessa.
Uno degli argomenti più forti a favore dell’eutanasia è il diritto alla libertà individuale di ciascuna persona di decidere come e quando terminare la propria vita. In situazioni di sofferenza insopportabile, malattie terminali o condizioni irreversibili, poter scegliere la propria fine può rappresentare un atto di grande dignità. Per molte persone, questo diritto di scelta è fondamentale per mantenere un senso di controllo sulla propria vita.
Da questo punto di vista l’ eutanasia può essere vista come un atto di compassione. Permettere una morte dignitosa e senza dolore può ridurre l’angoscia e la sofferenza sia per il paziente che per le sue famiglie. In questo contesto, l’eutanasia offre un’alternativa alle sofferenze prolungate e spesso al di là di ciò che è rappresentato come dignitoso.
In contesti di risorse limitate, permettere l’eutanasia può contribuire anche a liberare risorse mediche per pazienti con migliori prospettive di recupero.
Mentre i molti sostenitori della vita umana ritengono che ogni vita ha un valore intrinseco e che l’eutanasia degrada questo principio fondamentale. La scelta di porre fine a una vita, anche in situazioni di sofferenza estrema, è vista come una violazione di un principio etico che sottolinea l’importanza di preservare la vita a tutti i costi.
Nella medicina, poi, il giuramento di non nuocere è fondamentale. Anche se si può sostenere che l’eutanasia allevi la sofferenza, c’è una preoccupazione etica rispetto al fatto che l’attuazione attiva della morte possa compromettere il dovere dei medici di proteggere la vita.
Anche se l’autonomia individuale è un diritto fondamentale, vi è preoccupazione su quanto la decisioni di porre fine alla vita siano realmente ponderata , specialmente in momenti di intensa sofferenza psicologica e fisica. Le forti emozioni possono influenzare le scelte dei pazienti e ci si chiede se queste scelte siano veramente libere.
L’eutanasia, inoltre, entra in conflitto con le credenze religiose tradizionali, in particolare nelle fedi che considerano la vita sacra e sostenendo che solo Dio ha il diritto di decidere sulla vita e la morte. Queste posizioni possono influenzare la percezione e la legislazione sull’eutanasia nel contesto sociale più ampio.
Il dibattito sull’eutanasia non è solo una questione di leggi o politiche sanitarie, ma coinvolge profondi interrogativi etici e morali.
È essenziale approcciare il tema con sensibilità e rispetto, considerando le esperienze e le prospettive diverse. Un dialogo aperto e onesto è cruciale per affrontare le implicazioni profonde e complesse di questa questione, al fine di arrivare a una comprensione che possa in qualche modo armonizzare la compassione verso coloro che soffrono con la tutela dei valori umani fondanti.
