Il POST Sanremo, terza serata

Carlo Pecoraro –

 

Delle due l’una: o non avete mai ascoltato Rimmel di Francesco De Gregori o l’avete ascoltata e l’avete dimenticata. Sono d’accordo con il maestro Gianni D’Argenzio che scrive sul suo profilo Facebook: “Questo insistere sulle somiglianze tra Brunori e de Gregori mi sembra denotare, forse, una scarsa conoscenza dell’uno e/o dell’altro”. Amen

Ieri, nella terza puntata, ancora un bambino sul palco. Un altro fenomeno. Questa volta non suona il piano ma conosce tutti i segreti del Festival. Roba che se c’era ancora “Lascia o Raddoppia” sicuramente sarebbe stato il concorrente giusto.

Le canzoni sono le stesse ascoltate la prima sera. Non cambia granché. Ma fortunatamente, anche quest’anno, c’è chi riesce ancora a scrivere un tormentone. Coma_Cose cantano “Cuoricini” ed è subito estate, lido, tuffi e Charlie fa surf.

 

Stramaledetti cuoricini, cuoricini

Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto

Poi mi uccidi, poi mi uccidi

 

Poi c’è Joan Thiele che canta “Eco” ed è la stessa piacevole sorpresa di ascoltare Lucio Corsi. Ma chi è? Già David di Donatello per la migliore canzone originale con “Proiettili (ti mangio il cuore)”, colonna sonora del film “Ti mangio il cuore”. Ma a me piace “Tuta blu”, canzone d’amore scritta per un’amica speciale “per la quale darei la mia stessa voce”. A Sanremo il suo “Eco” è forte, personale, intimo.

 

Forse sarà l’insicurezza

Sarà che per noi la famiglia non è mai la stessa

Sarà che siamo figli dell’indifferenza

Cresciuti da una donna più pura della bellezza

 

Poi arriva il momento amarcord. Che rispedisce le ragazze direttamente negli anni Ottanta. Sul palco dell’Ariston arrivano i Duran Duran con un Simon Le Bon, quello che tutte le quindicenni di allora volevano sposare, imbolsito e con la pancia. Ha 67 anni è vero, ma c’è chi più vecchio di lui si conserva molto meglio: Mick Jagger ad esempio. E Simon non ha più nemmeno la voce dei tempi Le Bon di una volta. Distrugge i classici dei Duran Duran e riduce praticamente in brandelli un brano culto come “Psycho Killer” di Talking Heads. Grazie ma no grazie canterebbe Willie Peyote. Ora aspettiamo le cover.

Carlo Pecoraro

Carlo Pecoraro

Giornalista professionista dal 2002. Nel corso della carriera ha collaborato con le principali testate locali del Gruppo L’Espresso ricoprendo per dieci anni, con contratto a tempo indeterminato, l’incarico di redattore per il quotidiano “la Città” di Salerno. Già collaboratore del settimanale “l’Avanti”. Consulente Scabec per il progetto ARCCA. In qualità di critico musicale ha collaborato con alcune riviste italiane specializzate in musica jazz. Ideatore della prima "Guida alla musica jazz in Italia". Nel 1998 ha pubblicato una monografia dedicata al contrabbassista Giovanni Tommaso. Per l’Enciclopedia Treccani, ha curato alcune voci del progetto Enciclopedia della Musica: 1900 - 2025 sotto la direzione scientifica di Ernesto Assante.