Alla Mondadori Galleria Umberto “Le primule nella roccia”
Presso la libreria Mondadori -Galleria Umberto, a Napoli, ieri è stato presentato, da Tjuna Notarbartolo, scrittrice e anima del premio Elsa Morante e il giornalista Antonio Manzo, il romanzo Le primule nella roccia (Intrecci Roma) di Loreta Mastrolonardo.
“Inoltrarsi nel segreto racchiuso nel cuore di una donna, figlia del Mediterraneo, è una splendida avventura.” scrive Loris Facchinetti nella prefazione “Una immersione straordinaria nella semplicità potente del linguaggio, nell’affascinante forza che nasce dal “non detto”, nella rivelazione di emozioni profonde, di pensieri, di immagini, di sogni. Inoltre, altrettanto straordinaria è la chiarezza dalla quale traspare l’anima e la mente di Donna. Ogni racconto, ogni evento, ogni particolare diventa un incontro con la vita vissuta al femminile.”
Il cuore del libro presentato racconta storie femminili sullo sfondo degli anni ’70: Rosalia, zia Livia e Caterina sono tre facce della stessa realtà. Due donne, due tempi, due livelli sociali le prime due, che rinunciano alla condizione di madre per scelta, per condizione; poi una figlia divisa, tra dolore e desiderio di emancipazione. Caterina è una ventenne con due occhi che “parlano troppo” con una storia familiare dolorosa mentre i tumultuosi anni ’70 cominciano a disegnare eventi sanguinari. Tre storie minime, dunque, che raccontano la dignità femminile ed il desiderio di libertà a volte soffocato, a volte gridato ad alta voce, mentre la Storia avanza nella sua inesorabilità.
Questa è una ristampa del testo, fortemente voluta dall’autrice per dare completezza al testo stesso.
“Il libro che scriviamo è sicuramente una nostra estensione, quindi abbiamo bisogno che sia il più rispettoso possibile del nostro sentire. Io ho sentito l’esigenza di aggiungere, togliere, valorizzare, rispetto alla prima stesura, alcune tematiche e, come il messaggio messo in una bottiglia ed affidato al mare lo si lascia andare oltre, ho avuto il bisogno di equilibrare ancora alcune figure, aggiungere un discorso di chiusura che riguarda il tema storico che andava approfondito e chiuso anche attraverso la figura di Pasolini …”