Hamas-Israele: prosegue con prudenza il rilascio degli ostaggi
di Pierre De Filippo-
Prosegue il rilascio reciproco tra gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas e i prigionieri palestinesi nelle carceri di Gerusalemme.
Giovedì 30 gennaio c’è stato il terzo scambio: come da accordi sul cessate il fuoco, alla liberazione di tre ostaggi israeliani – due donne civili ed una militare – ha fatto seguito quella, da parte israeliana, di centodieci palestinesi.
Con i tre israeliani sono stati rilasciati anche i cinque uomini thailandesi per i quali il proprio governo s’era tanto battuto.
Senza entrare nei dettagli diplomatici degli scambi, è facile immaginare come da ambo le parti ci sia il tentativo di tirare la corda: per Hamas quasi qualsiasi prigioniero israeliano è un soldato. Questo perché l’accordo prevede che per ogni militare rilasciato il corrispettivo di civili palestinesi sia più alto. Gerusalemme fa il gioco opposto, come da programmi.
E proprio una diversa valutazione su un ostaggio aveva bloccato le operazioni la scorsa settimana, per questo lo scambio di giovedì è particolarmente importante.
Fra i prigionieri palestinesi rilasciati quello più festeggiato è stato sicuramente Zakaria Zubeidi, ex leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa e Jenin durante la Seconda Intifada. Arrestato più volte, riuscì a scappare da una prigione israeliana e divenne un mito per i suoi concittadini, a Zubeidi, classe 1976, l’esercito israeliano uccise la madre e un fratello.
Finita l’Intifada – a dimostrazione di quanto alcune dinamiche siano comprensibili solo vivendo in determinati posti – tornò a Jenin, città da decenni martoriata, e diventò direttore del Teatro della Libertà. “Non mi mancano le armi, mi manca l’Intifada, mi manca la rivoluzione”.
Durò poco: Israele cancellò l’amnistia e lui fu nuovamente arrestato.
Tornato a Ramallah, è stato festeggiato come un Dio.
Sabato mattina Hamas rilascerà altri tre ostaggi e Israele risponderà liberandone quasi duecento.
Tra questi figura Yarden Bibas, che è marito di Shiri Bibas e padre di Kfir, nove mesi, e Ariel, quattro anni.
Secondo Hamas, la mamma e i due bambini sarebbero stati uccisi in un bombardamento israeliano risalente al 2023. Gerusalemme non conferma e ammette di non avere più notizie dei tre.
Le loro immagini, a suo tempo, fecero il giro del mondo: questa mamma, strattonata, che cercava di tenere a sé i due bambini.
Sarà difficile rivederli vivi.
Così sta funzionando, ad oggi, lo scambio degli ostaggi. Serve pazienza e prudenza perché ogni passo può trasformarsi in un passo falso e un passo falso può far tornare, come in un tragico gioco dell’oca, tutto alla casella di partenza.
