Il Venerdì Ri..leggiamo poesia “mentre il fuoco si consuma e noi con lui”
di Graziella Di Grezia-
Oggi rileggiamo una poetessa contemporanea, Antonella Anedda (Roma, 1958).
Laureata in Storia dell’ arte, di lavoro traduttrice e saggista, è una poetessa che nei suoi versi fa emergere riflessioni profonde soprattutto sui temi del dolore e della natura.
Il paesaggio si piega e
respira come noi,
fragile ma eterno
scrive in Residenze invernali, la sua opera prima, pubblicata nel 92.
Il suo modo di accostare un sentimento o una percezione corporea alla natura è un elemento emblematico della sua scrittura.
Il corpo è un balcone
che si affaccia sull’infinito,
esposto al vento del tempo.
Una similitudine costante, come se i suoi versi più che leggerli, si riuscissero a “vedere”, grazie al grande potere evocativo di immagini poetiche.
Probabilmente anche i suoi studi hanno influito su una capacità comunicativa visuale e non strettamente letteraria.
Altro tema molto sentito dalla poetessa è quello del dolore, che in alcune liriche si presenta solo e nudo, in altre lascia spazio alla speranza.
L’arte è un ponte
tra il dolore e la speranza.
Oggi rileggiamo “Eppure non ha un senso”, poesia che riflette sul senso della vita, ma soprattutto sul senso di ordine e sulla necessità di un percorso, a fronte dell’ ineluttabilità dell’ esistenza.
Una riflessione intima, che non dovrebbe indurci a scoraggiare i sogni e i progetti, ma che potrebbe aiutarci a viverli con maggiore leggerezza, senza la necessità della doverizzazione.
A volte un progetto, un desiderio, anziché essere un obiettivo diventa un dovere, una necessità.
Dovremmo ricordare che in fondo “il fuoco si consuma” ugualmente e “noi con lui”.
E che forse dare valore alle presenze prima che diventino assenze è uno dei veri sensi del vivere, prima che diventino “il vuoto…che nessuno saprebbe colmare”.
Rileggiamo insieme Eppure non ha senso di Antonella Anedda.
Eppure non ha senso questo vivere
cercando un ordine, una via,
mentre il fuoco si consuma
e noi con lui,
noi e il resto:
la cera, il candeliere,
i fiori recisi,
questa casa e la tua immagine.
Alla fine
non resta che calore sporcizia e polvere,
il vuoto che lascia la fiamma
e che nessuno saprebbe colmare.