Babbo Natale e la Befana, una lotta di fede

di Giuseppe Moesch*

I bambini di tutto il mondo occidentale sono oggi educati nel culto di Babbo Natale, o nelle sue diverse declinazioni, San Nicola o Santa Klaus, figura che ha tentato di sostituire in Italia la figura della Befana o in altri paesi Santa Lucia o gli altri simboli di rinascita e di ritorno alla luce. I bambini hanno accettato di festeggiare le diverse proposte sovrapponendole perché in effetti si trattava di moltiplicare le ragioni di festa e di conseguenza l’offerta di dolciumi e doni.

Ci sono stati momenti di scontro culturale nel nostro Paese quando fu soppressa la festività dell’Epifania che fu ripristinata su volontà popolare dopo qualche anno.

Tutte quelle figure, come altre nel nostro immaginario collettivo, a Napoli ad esempio il “Munaciello” o la “Bella Mbriana”, o altre figure magiche di altre aree, rappresentano la speranza per un domani migliore per qualcosa o qualcuno che dia valore al futuro che per molti appare privo di possibilità.

Se quella festa popolare non fosse stata ripristinata si sarebbero esacerbati gli animi, ma certamente nessuno avrebbe pensato, almeno credo e spero, di eliminare fisicamente gli adepti di Babbo Natale, la tolleranza come è noto ha portato ad accettare il raddoppio di nuovi credenti.

Altre credenze hanno mosso i popoli sempre spinti da una speranza di vita migliore, e spesso, come per tutte le visioni monoteistiche del bacino mediterraneo e non solo, hanno spinto a sostituire le precedenti con le nuove applicando differenze spesso solo marginali, che garantivano ai seguaci un ruolo di popolo eletto, considerando gli altri come altri da loro, da convertire o anche da eliminare.

Si celava dietro queste presunte superiorità culturali, la voglia di potere e di dominio, e tutti i governanti hanno sfruttato quella visione per cercare di dominare gli altri.
Gli ebrei popolo eletto, i cristiani eredi ortodossi della tradizione biblica, i mussulmani rigidi e rispettosi del dettato di Maometto, tutti portatori della propria verità che hanno lottato, combattuto e ucciso per secoli per affermare ciò in cui credevano, ma in realtà per difendere il proprio predominio ed i propri privilegi, dalle crociate, alla conversione dei popoli di mano cristiana con le stragi del sud America, all’espansione del califfato del mamma li turchi.

Poi l’evoluzione e la tolleranza hanno portato ad accettare che altri potessero avere credenze diverse.
Dopo la folle posizione nazifascista con la tragedia dell’olocausto, pensavamo che la fase del fanatismo fosse terminata, mentre i fanatici continuavano a macerare il loro odio ispirato dai libri sacri delle loro credenze passate.
I popoli non sarebbero naturalmente spinti ad odiarsi, sono i governanti o gli aspiranti leader ad istigare le genti; nessuno odia gratuitamente qualcuno se non per motivi economici e di potere e nessuno odia in occidente i mussulmani per la loro fede.

L’odio in Occidente è per chi crediamo essere artefice di violenze e di delitti efferati e tali sono i comportamenti di terroristi quali i Talebani, che hanno deciso che le donne non debbano essere neanche viste e quindi hanno prescritto di murare o oscurare le finestre delle abitazioni, oltre ad impedire l’accesso al lavoro oltre che all’istruzione; terroristi sono i dirigenti di Hamas che hanno come obiettivo nel loro statuto la distruzione di Israele ed hanno usato gli ospedali e le moschee come basi militari e attaccato migliaio di inermi civile che partecipavano ad una festa, ed hanno usato la propria gente come scudi umani; terroristi sono i capi di Hezbollah, che hanno installato le basi missilistiche ed i depositi di armi nelle case libanesi e scavato tunnel con le stesse tecniche e gli stessi finanziamenti di Hamas tutt’intorno alla basi UNIFIL; terroristi sono gli Uti che lanciano missili sulle navi in transito o su Israele, in nome del loro Dio; terroristi sono i dirigenti iraniani che finanziano tutti quei delinquenti in barba a quel popolo che è giustamente orgoglioso del proprio retaggio e che vorrebbe scrollarsi di dosso quell’oscurantistico regime che li opprime e che da tempo sta vedendo movimenti di ribellione popolare.

La cosa più disgustosa è il comportamento di taluni pseudo intellettuali che insieme a politicanti di quart’ordine e giornalisti miopi o forse prezzolati stanno portando avanti una narrazione mistificatoria tesa a creare un odio antisemita che ricorda quelli degli anni trenta del secolo scorso, con la differenza che sono individui che si definiscono di sinistra quelli che fomentano l’odio come possiamo vedere e sentire dalle cronache dalle aree di guerra.

La democrazia fa paura a tutti i dittatori e ancora più agli aspiranti governanti di sinistra che si accorgono dei poveri bambini che muoiono di freddo e trascurano quelli che muoiono di fame perché gli aiuti internazionali sono stati utilizzati per scavare tunnel e comprare armi e fare uccidere i propri fratelli usandoli come scudi umani.

Se io fossi iraniano sarei orgoglioso del mio passato, della mia storia, della mia cultura di quell’eredità che tanto ha dato al mondo così come se fossi yemenita o palestinese, e farei di tutto per liberarmi di quegli individui che sfruttano i valori delle credenze religiose per mantenere il potere ed in ogni caso eviterei di esaltare pseudo intellettuali mestatori al servizio di testate giornalistiche poco più che scandalistiche al servizio di aspiranti resuscitandi.

 

* già Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno

Giuseppe Moesch Giuseppe Moesch

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