L’albero di Natale: storia e tradizioni
Oltre alle numerose cerimonie e ai rituali di stampo religioso, il Natale si accompagna ad altre tradizioni come l’allestimento del presepe e soprattutto dell’immancabile scintillante albero di Natale. Quella di adornare con palline, festoni, luci ed altre preziosità un albero con foglie ad aghi verdi, lungi dall’essere una tradizione relativamente recente, è in realtà, un rituale dalle origini davvero antiche! L’usanza di decorare l’abete nasce da molto lontano, ancor prima dell’avvento del cristianesimo, affondando le sue radici nei rituali pagani. Albero sempreverde, l’abete è sempre stato, per i popoli antichi, un vegetale simbolo di vita. All’epoca dei Celti, la classe dirigente dei Druidi, che aveva il compito di mantenere vive le tradizioni e i riti religiosi era solita, durante il Solstizio d’inverno, adornare gli alberi di conifere con frutta di stagione, come di buon auspicio affinché la vegetazione ritornasse a rifiorire dopo l’inverno. Successivamente, nell’antica Roma, durante il periodo delle Calende di gennaio, ovvero il primo giorno del mese, era usanza regalarsi rami di pianta sempreverde come simbolo di buona vita e di positività.

Nella Genesi, dell’Antico Testamento, la figura dell’albero compare per ben due volte, nel passo in cui Dio pone nel Giardino dell’Eden l’albero della vita emblema del bene e del male: “Così il Signore Dio fece crescere dal suolo ogni albero desiderabile alla vista e buono come cibo e anche l’albero della vita nel mezzo del giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.” E in un altro versetto: “Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’Albero della Vita, ne mangi e viva per sempre.”. Con il cristianesimo, l’utilizzo dell’albero all’interno delle tradizioni religiose, si perpetua sebbene la Chiesa imponesse l’uso dell’aghifoglio in sostituzione della conifera.

Pianta dalle foglie particolarmente appuntite, essa simboleggia, per la prima Chiesa cristiana, le spine della corona di Gesù, mentre le bacche rosse ne ricordano il sangue. Ciononostante, s’insinua con crescente consenso all’interno dei rituali religiosi, che associano, inoltre, la sua particolare conformazione triangolare alla Trinità divina, divenendo simbolo sacro di immortalità. Il primo albero “moderno” non legato a rituali religiosi, risalirebbe al XV secolo e precisamente al 1441 nella città di Tallin, in Estonia, un grande albero, con festoni decorati e ghirlande, attorno al quale uomini e donne giravano alla ricerca della propria anima gemella. Qualche anno dopo, nel 1501, in Lettonia, a Riga, si realizzò il primo albero legato alla festività del Capodanno. Sempre in Europa centro-settentrionale, secondo l’etnologa Ingeborg Weber-kellermann, nella seconda metà del XVI secolo, nella città tedesca di Marburgo, si allestiva un albero con frutta secca e fiori colorati di carta (il primo e vero albero moderno). A seguito della riforma di Martin Lutero (1483-1546), il decoro degli alberi di Natale, fu visto con diffidenza dai cattolici che lo consideravano una usanza prettamente protestante. Tuttavia il rituale si diffuse velocemente anche in altri territori d’Europa come in Germania e in Francia, e già agli inizi del XVII secolo nella regione di Strasburgo (Alsazia) si aveva l’abitudine, specialmente tra le famiglie più benestanti, di portare in casa un abete per poi adornarlo con frutta varia, decori di carta e dolci glassati. Il primo albero decorato anche da luci, in questo caso da candele, risale molto probabilmente al 1708, allorquando la moglie del Duca di Orlèans decise di allestire all’interno della grande corte francese un albero illuminato anche da piccole candeline. L’albero moderno venne diffuso in particolare dagli aristocratici tedeschi. Nel Natale del 1800 la moglie di re Giorgio III (tedesca di origine), Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, porta nella casa reale dei Windsor, la tradizione dell’albero di Natale decorato con frutta secca, dolcetti e giocattoli. Nel 1848 la rivista settimanale “The Illustrated London News” pubblica, per la prima volta, la raffigurazione della famiglia reale (la regina Vittoria e il principe Alberto con i figli) tutta raccolta attorno all’albero. Divulgata in tutto il mondo, l’immagine decreta il definitivo successo dell’albero di Natale che inizia, così, ad essere una tradizione sempre più diffusa tra le famiglie. A dare un grande impulso all’albero di Natale sono state, senza ombra di dubbio, anche le cartoline di auguri realizzate tra il XIX secolo e l’inizio del XX. Nel periodo in cui Charles Dickens porta alle stampe il suo famoso “A Chrismas Carol”, nel 1843 un certo sir Henry Cole (Fondatore del “Victoria and Albert Museum”) pubblica la prima cartolina di auguri natalizia, sebbene lo scambio di auguri attraverso cartoncini decorati fosse ancora poco diffusa, con l’incremento dell’alfabetizzazione, i biglietti di auguri vedono, nei decenni successivi, un sempre maggior successo.


Nella seconda metà dell’800 si producono, infatti, già migliaia di cartoline natalizie, particolarmente in Germania, per essere poi rapidamente diffusa in tutto il territorio europeo. Tra gli elementi ritratti all’interno delle cartoline, oltre al primordiale Babbo Natale, agli angioletti, i bimbi in festa, le renne, i pupazzi di neve e gli aghifogli, vi sono, ovviamente, numerose rappresentazioni dell’albero di Natale.
Esse offrono un preziosa testimonianza di come, all’epoca l’albero veniva adornato, ovvero con piccole e semplici cose come biscotti, candeline, qualche giocattolino e della frutta. Anche l’arte ci regala numerose rappresentazioni dell’albero tra l’800 e l’inizio del ‘900.
E’ del 1865 un bel dipinto di Louis Lang (di origine tedesca ma naturalizzato in America) custodito nella “The Allison Shelley Collectiona” in Pennsylvania, che raffigura una madre e una figlia intente ad addobbare un albero di Natale. L’ambiente è quello di una ricca famiglia statunitense e, come anche il titolo ci suggerisce “Addobbando l’albero di Natale”, ciò che viene immortalato è il rituale dell’albero di Natale in pieno allestimento dove la bimba ha in mano una bambolina da appendere e la madre è invece intenta a posizionare una pallina. Alla metà del XIX secolo, la tradizione dell’albero di Natale, dall’area tedesca è già ormai ben presente anche negli Stati Uniti.
Un altro esempio è un quadro del pittore francese Marcel Rieder, artista legato al romanticismo del chiaroscuro, dal titolo “Decorare l’Albero di Natale” del 1898. Nel quadro si vede una donna molto elegante che, nella calda penombra della sua dimora, è intenta a decorare l’abete con piccole candele e festoni vari, mantenendo con la mano destra un lume, mentre un altro lume, sul tavolo, la illumina appena.
Una foto scattata nel 1901 ripropone lo stesso rituale all’interno di un caldo ed elegante ambiente domestico, quasi una naturale prosecuzione dei quadri appena descritti: siamo a Pellezzano località nei pressi di Salerno, all’interno di Villa Wenner (ricca famiglia di industriali di origine svizzera, che nel XIX secolo, nell’area di Fratte di Salerno, impiantano una grande fabbrica di filatura e tessitura del cotone). Anche in questo caso ad allestire l’albero sono donne (Emily, Gretchen e Lily Wenner) che con scrupolosa cura e attenzione, addobbano con palline di vetro e festoni, l’alto abete posto nel grande salone.
(Ringrazio Anna de Falco, Amministratore del Gruppo facebook Salerno Ieri e Oggi… “in ricordo di Stefano Grimaldi”, per avermi concesso la possibilità di pubblicare la foto.
