Gli angeli: entità spirituali nelle opere d’arte e nella Natività
“C’era in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”. Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. (Luca 2, 8 – 16). In questo brano tratto dal Vangelo di san Luca si testimonia il ruolo degli angeli in occasione della nascita di Gesù. Ma queste figure celesti sono più volte citate sia nel Vangelo di Luca che in quello di Matteo; ricordiamo, ad esempio, l’episodio di Zaccaria, marito di Elisabetta, in cui un angelo compare ad annunciargli che, a breve, la moglie avrà un figlio: San Giovanni Battista.

Di fondamentale importanza per la cristianità è il racconto della rivelazione dell’angelo Gabriele Madonna, a Nazaret, per annunciarle che concepirà il figlio di Dio. L’angelo si rivela ancora in sogno a San Giuseppe per spiegargli la misteriosa gravidanza di Maria e che suo figlio non è altro che il volere di Dio. Alla nascita di Gesù, un altro angelo fa la sua comparsa per annunciare ad alcuni pastori la nascita di Cristo a Betlemme. Come ben descrive l’evangelista Luca, la creatura celeste è, inoltre, accompagnata da uno ampio coro di altri angeli intenti a intonare il Gloria. Sempre un angelo consiglia ai sapienti sovrani, i Magi, di non indicare il luogo di nascita del Re del mondo a Erode, mentre un altro ancora, in sogno, invita Giuseppe a fuggire da Betlemme, evitando la furiosa “strage degli Innocenti” voluta da Erode.

Al termine dell’Ultima Cena, prima di essere catturato e condannato a morte, nell’orto degli ulivi, Gesù prega intensamente il Padre Celeste sostenuto dalla presenza di un angelo.

E’ un angelo al cospetto delle tre Marie (la Madonna, Maria di Magdala e Maria di Cleofa) giunte davanti al sepolcro aperto di Gesù: è l’inviato di Dio, dal candido vestito bianco, e seduto sulla pietra sepolcrale, che rassicura le donne, spaventate, annunciando che il Cristo è risorto e che il suo corpo non giace più nel sepolcro. Ma chi sono, in concreto, gli angeli? La parola angelo deriva dal latino “angelus” che proviene dal greco “ἄγγελος” (aggelos) che vuol dire annunciare. Di fatto, il ruolo fondamentale è proprio quello di servitore e messaggero di Dio.

Presenti in numerose tradizioni religiose, dalla cultura greco-antica a quella ebraica, dall’islamica a quella cristiana, secondo la religione cattolica gli angeli sono esseri fatti di puro spirito (dotati di intelligenza e volontà propria) al servizio di Dio che seguono le vicissitudini degli uomini nel loro percorso di progresso spirituale durante la vita terrena. Proprio perché entità spirituali, essi non hanno corpo, sebbene la Bibbia li rappresenti, in realtà, con un corpo materico dalle sembianze umane e bellissimi, spesso raffigurati con vesti chiare e con uno o più paia di ali (attributo, questo, legato agli esseri spirituali in numerose religioni).

Li ritroviamo in numerose rappresentazioni, già a partire all’arte antica e in tanti affreschi e dipinti storici, ma anche nella scultura.

Nell’ambito delle iconografie della Natività, in particolare nei dipinti più celebri dei grandi artisti, a dispetto di ogni descrizione fatta dai Vangeli (luogo, personaggi, oggetti) le raffigurazioni artistiche nei secoli sono spesso differenti, ma la figura degli angeli è sempre ben evidente e parte integrante del sacro contesto, così come accade anche nell’allestimento dei presepi, antica tradizione che nasce per opera di San Francesco nel 1223 con il presepe di Greccio.

Prendiamo ad esempio l’affresco realizzato da Giotto nella Cappella degli Scrovegni (1303-1305 circa) a Padova in cui si rappresenta anche la Natività: in un ambiente roccioso, il Maestro raffigura una piccola povera capanna, sotto la quale si scorge la Madonna distesa con una lunga veste rossa (un tempo compariva il colore sovrastante, l’azzurro), che depone Gesù bambino in fasce. Nella parte bassa, seduto, è san Giuseppe, al di là del quale compare un gregge di pecore con due pastori che guardano verso l’alto. Il loro sguardo è rivolto agli angeli, 5 in tutto, con le aureole e le vesti dai tenui colori pastello, tutti intenti a pregare, tranne uno, quello più a destra, intento a istruire i pastori sull’evento miracoloso. E’ qui che possiamo meglio comprendere il significato degli angeli: la massima comunicazione tra Dio e l’umanità, in cui gli angeli ristabiliscono un contatto con Dio poiché, annunciando il lieto evento ai pastori, mediano, di fatto, tra cielo e terra.

Altra interessante opera avente come tema la Natività è quella del Botticelli, una tempera su tela conservata nella National Gallery di Londra (datata 1501), detta anche natività Mistica. In essa, oltre alla Sacra Famiglia, si possono ammirare ben 20 angeli. In una grotta con una tettoia sono raffigurati la Madonna a destra con un lungo mantello azzurro, al centro Gesù bambino nel suo giaciglio e a sinistra san Giuseppe in meditazione. Il bue e l’asinello sono posti sul retro della tettoia, quali simboli pagani e ebraici testimoni dell’evento. Sulla sinistra si osserva un angelo, di rosa vestito, che indica ai Magi la Sacra Famiglia, mentre sulla destra un altro angelo di bianco vestito, invita due pastori ad adorare il Nascituro. Nella parte bassa si scorgono tre angeli intenti ad abbracciare e baciare tre personaggi virtuosi. Sulla tettoia, poi, compaiono altri tre angeli, i cui colori, fanno, con molta certezza, riferimento alle Virtù teologali (in verde la speranza, in bianco la fede e in rosso la carità), sono raffigurati intenti a cantare, mentre reggono un corale posto al centro. In alto, infine, 12 angeli si tengono per mano creando un carosello vorticoso: reggono tutti rami di ulivo sui quali sono appesi corone e canditi nastri.

Di particolare bellezza è infine l’Adorazione dei Pastori (olio su tavola) realizzata dal pittore emiliano Antonio Allegri, detto il Correggio, una raffigurazione notturna in cui la luce si irradia dal protagonista della tela, Gesù bambino posto in una mangiatoia di paglia. Tale luminosità divina descrive tutte le reazioni dei visi, in primis, quello della Madonna dal viso sereno sorridente e dagli occhi pieni d’amore. Sulla destra un pastore barbuto saluta il Bimbo togliendosi il cappello, un altro pastorello è già intento a pregare mentre una donna si scherma il viso con la mano tanto è forte la luminosità (simbolo dell’incredulità). Alle spalle della Madonna si scorge san Giuseppe, mentre nella parte alta, sulla destra, si osserva un gruppo di angeli anch’essi illuminati dalla Divina luce. A tal proposito il Vasari così descrive gli angeli: “…Èvvi un coro di Angeli sopra la capanna che cantano, che son tanto ben fatti che par che siano più tosto piovuti dal cielo che fatti dalla mano d’un pittore”.