Al FRaC la mostra PITTURA IN SCENA, omaggio a Mario Persico
Domenica 22 dicembre alle ore 18:30 apre al pubblico la mostra PITTURA IN SCENA. Omaggio a Mario Persico”, curata da Massimo Bignardi collaborato da Annalisa Mazzola e Pio Manzo.
Il punto focale dell’allestimento è rappresentato dall’opera Tavola ludogeometrica (1966-2008), realizzata dall’artista Mario Persico, figura di rilievo internazionale delle neoavanguardie della seconda metà del XX secolo scomparso a Napoli a marzo del 2022, dipinto donato al Museo-FRaC Baronissi dalla moglie Tina e dalla figlia Ivana.
Sulla stessa parete trovano posto quattro disegni dell’artista (provenienti da collezione privata) che testimoniano sia gli anni di adesione al Movimento della pittura nucleare, della seconda metà degli anni Cinquanta, sia le soluzioni ludiche-oggettuali del decennio successivo. Nella sala vi sono ospitate, inoltre, le opere donate in questi ultimi due anni, cioè i dipinti di Mario Carotenuto, Angelomichele Risi, Rinedda (Rino Sorrentino), Sergio Spataro e Nicolas Tolosa. Nelle altre sale della Galleria dei Frati la mostra propone alcune opere che, in minima parte, testimoniano dell’ampia collezione di dipinti di artisti, in particolare campani, acquisiti dal Museo FRaC, nell’arco di oltre vent’anni.
Si tratta dei dipinti di: Lucio Afeltra, Raffaele Bova, Angelo Casciello, Carlo Catuogno, Mary Cinque, Enzo Cursaro, Silvio D’Antonio, Loredana Gigliotti, Pino Latronico, Mario Lanzione, Pietro Lista, Salvatore Lovaglio, Franco Marrocco, Arturo Pagano, Luigi Pagano, Antonio Pesce, Eliana Petrizzi, Ciro Pica, Carmine Piro, Virginio Quarta, Errico Ruotolo, Ernesto Terlizzi, Nino Tricarico, Sergio Vecchio.
“Con la mostra Pittura in scena. Omaggio a Mario Persico – osserva Anna Petta, sindaco di Baronissi – l’attenzione si concentra su un’ampia selezione dei dipinti conservati nella collezione del Museo-FRaC, unitamente ad un piccolo omaggio all’artista Mario Persico del quale, grazie alla donazione dei familiari, abbiamo acquisito un’opera significativa. Sarà l’occasione per mostrare al vasto pubblico di frequentatori della struttura, un patrimonio che testimonia l’impegno dell’attenzione che Baronissi porge all’arte contemporanea , in particolare, alle espressioni della nostra regione”.
“Le opere che Mario Persico ha realizzato nel corso dei primi anni del Duemila – rileva Bignardi –, presentano, rispetto alle esperienze precedenti dei d’après, una diversa impaginazione immaginativa dello spazio, dettata da un rinnovato registro cromatico. Persico ripropone, come lui stesso aveva ricordato in un testo del 1981, «il passato rivivificandolo in un presente creativo»: lo fa sia attenuando l’incidenza del simbolico che cifra le citate “opere praticabili” degli anni Sessanta – ciclo al quale appartiene la Tavola ludogeometrica (1966-2008) –, sia sollecitando maggiormente l’ironia che serpeggia in queste opere. Non è l’ ironia che disegna sulle labbra il sorriso, bensì il suo è “riso patafisico” causticamente pronto ad interrogare la mente, proponendosi ad essa, argomentava Daumal, quale unica «espressione umana dell’identità dei contrari»”.
“Stabilito nella Tavola ludogeometrica (1966-2008) di Mario Persico il proprio epicentro – precisa Annalisa Mazzola –, la mostra racconta le molteplici irradiazioni di quella pratica pittorica sperimentale di cui Persico ha rappresentato una voce del tutto originale secondo un approccio ludico-critico al fare pittura che, nella collezione del FRaC, scopre ampia possibilità di dialogo. Dall’intima liricità dell’opera di Sergio Vecchio alla declinazione sognante della pittura polimaterica di Arturo Pagano, gli attori di Pittura in scena trovano qui l’occasione di un confronto inedito dal quale apprendere nuove ed altre familiarità
La mostra è visitabile fino a domenica 19 gennaio 2025
Programma degli eventi e delle attività didattiche
Associazione Culturale TUTTISUONATI
Ufficio stampa
Maria Alfonsina Iemmino Pellegrino, Associazione TuttiSuonati
MARIO PERSICO nasce a Napoli nel 1930 dove tutt’oggi vive. Dopo aver conseguito il diploma di maturità artistica, si iscrive alla Facoltà di Architettura, senza tuttavia completare il corso di studi al fine di occuparsi a tempo pieno della pittura. Nel 1955 è invitato a partecipare alla mostra del Gruppo Roma e del Gruppo München a Monaco di Baviera e nel 1956 alla Prima Mostra di Arti Figurative a Napoli, alla quale si distingue con l’opera Composizione del 1955. La pittura dell’artista napoletano, in particolare tra il 1954 e il 1956, si contraddistingue per un dettato neo-figurale. Persico partecipa successivamente alla Mostra d’Arte Figurativa Il Titano a San Marino (1956), alla VIII Mostra d’Arte Moderna di Torre Pellice ed alla II Mostra d’Arte Figurativa di Napoli (1957). Nei primi anni Cinquanta, l’era atomica, fonte di ataviche paure ma anche di progressiste speranze nella sua promessa di energia illimitata, si sta affacciando infatti anche nel Vecchio Continente, e l’ambiente artistico non rimane certo insensibile a questo nuovo poderoso allargamento dei confini. A partire dalla metà degli anni Cinquanta aderirà al Movimento dell’Arte Nucleare, fondato da Baj e Dangelo nel 1952. Nel 1958 fonda con Biasi e altri il Gruppo 58 (Biasi, Del Pezzo, Di Bello, Fergola, Luca, Persico), movimento artistico documentato dalla rivista “Documento Sud”, fondata nel 1959, di cui Persico fu redattore e impaginatore dal terzo numero. “Documento Sud” si concentrò sull’attività del Gruppo 58 e polarizzò su questi artisti e sulla città un interesse di respiro internazionale.
Nel 1959, Mario Persico inaugura la sua prima mostra personale presso la Galleria Senatore di Stoccarda e con il suo gruppo partecipa alla mostra Enrico Baj e il Gruppo 58 presso la Galleria San Carlo di Napoli. Nello stesso anno, è tra i firmatari sia del Manifesto Napoli, sottoscritto dal gruppo insieme a Balestrini, Redaelli, Paolazzi, Bajini, Sanguineti, Alfano, Grieco, Baj, Verga, Sordini e Recalcati, che di quello di Arte Interplanetaria di Milano. In questo momento di grande dibattito e di ricerca, gli artisti napoletani tendono alla scoperta del loro patrimonio antropologico e a formulare ciò che Sanguineti definisce “risemantizzazione del reale”. Alla mostra organizzata alla Galleria San Carlo “Gruppo 58 ¬+ Barisani, Colucci, Tatafiore, Venditti”, segue l’ultima, “Gruppo 58+Pabi”, alla galleria Chiurazzi di Napoli, la quale segna la fine dell’intensa e frenetica, seppur breve, esperienza del Gruppo: nel 1960, viene organizzata la seconda personale di Persico alla Galleria La Rive Droite di Ischia Porto e l’artista viene invitato a partecipare alla mostra Arte Fantastica Italiana presso la Galleria Schwarz di Milano. Nello stesso anno, Persico dà avvio ai Collages Romani. Nel 1961 tiene tre personali rispettivamente presso la Galleria Schwarz di Milano, alla Galleria Kunstlergilde di Ulm ed infine alla Galleria Senatore di Stoccarda. Nello stesso anno a Milano partecipa alla mostra L’oggetto nella pittura e a quella del Gruppo Phases, entrambe ospitate dalla Galleria Schwarz. Nel 1962, Persico partecipa all’esposizione Alternative Attuali all’Aquila e al VII Premio Termoli e ad alcune collettive presso le gallerie de l’Université du Runelag di Parigi. Nel 1963, viene invitato ad esporre dalla Galleria Senatore di Stoccarda, alla collettiva La Nuova Figurazione a Firenze e alla mostra Aspetti d’Arte Contemporanea all’Aquila.
A partire dal 1963, Persico sperimenta e crea nuove forme costituite da parti fisse ed altre mobili, le cosiddette “opere praticabili” che segnano il passaggio dalla creazione bidimensionale a quella tridimensionale. Nel 1965, assieme a Del Pezzo, espone presso la Galleria Guida di Napoli. Nello stesso anno è invitato al Premio Trento e partecipa alla mostra Luna Park, organizzata dal Gruppo ’70, a Firenze.
Nel 1966 illustra la traduzione italiana di Luciano Caruso dell’opera patafisica “Ubu Cocu” di Alfred Jarry. In Persico, l’interesse per le teorie patafisiche (una sorta di ironico ritorno a quanto di esoterico rimane nel pensiero occidentale, secondo l’insegnamento di Alfred Jarry, demone dell’assurdo e della derisione) è una costante della sua opera.
Nel 1969 si segnala la personale alla Galleria Silvia di Roma e l’anno successivo partecipa alla collettiva Una teoria dell’oggetto, organizzata presso la Galleria Ellisse di Napoli, e all’esposizione presso la Galleria Carolina di Portici. Nel 1972 la Galleria Turchetto di Napoli gli dedica una personale e nel 1975 anno è invitato alla X Quadriennale di Roma ed alla mostra Ricognizione sull’arte napoletana 1950-1970 al Centro Schettini di Napoli. Agli anni Ottanta, nella società del “riflusso” ormai tendente al consumismo e alla santificazione dell’apparenza, Persico si rifugia nei giganti del passato, attraverso la rivisitazione di alcune opere di Courbet. Opere, come “L’Atelier” ,”Les Demoiselles au bord de la Seine”, sono esposte, nel 1983, presso il chiostro della Santissima Pietà di Teggiano. In questo periodo firma il Manifesto dell’Antilibro assieme a Sanguineti, Dorfles e Pirella. Nel 2001, ha realizzato per la Biennale di Venezia, due “Bandiere della Pace” e impagina nelle modalità della “poesia visiva” un testo di Sanguineti. Dal 2001 è Rettore Magnifico dell’Istituto Partenopeo e direttore del “Patapart”, una delle più belle, colorate e innovative riviste d’arte contemporanea, che spezza la rigidità del libro e diventa uno strumento di critica e di denuncia affrontando temi di interesse attuale o di bizzarra importanza.
Nel 2003 ha illustrato un “Omaggio a Goethe” e nel 2004, un “Omaggio a Shakespeare, nove sonetti”, con traduzioni di Sanguineti. Nel 2007 ha esposto una personale a Castel dell’Ovo, e nel 2011 il museo MADRE di Napoli ha accolto una sua mostra personale, presentando al pubblico 17 opere di Mario Persico dalle sculture agli oggetti praticabili, alle opere teatrali. Muore a Napoli nella sua casa di Via Luca Giordano al Vomero nel marzo del 2022.
