Voce graffiante e grinta di sempre: Gianna Nannini strega il Palasele
di Sergio Del Vecchio-
Dopo il successo europeo che ha consacrato l’inizio del “Sei nell’anima Tour – European Leg 2024” la rocker senese ritorna nei più importanti palazzetti italiani in grande stile ed in grande spolvero.
Dopo il nuovo album, il film, la riedizione dell’autobiografia, Gianna Nannini torna ad abbracciare il suo pubblico con una serie di live entusiasmanti. Fra le date del Tour spicca quella del Palasele di Eboli, unica al Sud Italia.
Di tutto rispetto la band, costellata di musicisti internazionali di grande esperienza: Simon Phillips, Toto e Who, fra gli altri, alla batteria, Milton McDonald, in prestito dalla Electric Light Orchestra, e Davide Tagliapietra, figlio di Aldo, mitico frontman de Le Orme, alle chitarre, Francis Hylton, ex Incognito, al basso, Christian Rigano, già al seguito di Tiziano Ferro, Marco Mengoni e Jovanotti, alle tastiere, Isabella Casucci, vocalist per Fiorella Mannoia, Biagio Antonacci, Giorgia e la giovanissima Sofia Gaudenzio ai cori
La scenografia dello show è curata da Jordan Bavev, di cui spiccano i lunghi fili di catene che scendono dall’alto incorniciando il palco, le giacche in pelle da biker e i cambi d’abito sono un’esclusiva di Christian Dior.
Tanti i successi in scaletta, alcuni inediti tratti dal nuovo album, come 1983, Lento lontano, Filo spinato, e molte attesissime hit degli anni ’80 che hanno segnato la storia della musica italiana e lanciato Gianna nell’olimpo della musica europea (Fotoromanza, I maschi, Bello e impossibile, Hey bionda, Latin lover, Primadonna, Ragazzo dell’Europa,Profumo), ma anche America, primo grande successo discografico, contenuto nell’LP California, Meravigliosa creatura del 1995 e Sei nell’anima, che dà il titolo al Tour.
Già alle prime note il pubblico del Palasele è scosso da un fremito, fitta la partecipazione femminile, giovani e meno giovani, tutti insieme sotto il palco a cantare con Gianna, ma la security va in ansia e fa accomodare tutti per lasciare il corridoio libero. Ci pensa allora lei, la Nannini, con un fare deciso, calmo e imperturbabile (“questo è un concerto rock, la security può anche starsene seduta”) a richiamare i suoi fans di nuovo sotto il palco, increduli e festanti.
E’ un successo. La cantante di Siena, della contrada dell’Oca, non si risparmia, e dopo quasi due ore di concerto la sua grinta e la sua voce graffiante non perdono un colpo, navigando sapientemente fra rock melodico e sinfonico, pop rock, cantautorato ribelle, ballate struggenti, e mettendo sempre in evidenza le sue straordinarie doti di interprete. Come nell’intro a cappella di Meravigliosa creatura, sostenuta solo dalla ritmica della batteria.
Grande il feeling col pubblico del Palasele che non le risparmia applausi a scena aperta ad ogni brano (“Dovrei fare tutti i miei concerti al Sud”) e che le strappa qualche lacrima di commozione nel saluto di commiato.
Splendido anche il supporto della band, che Gianna non manca di sottolineare (“La migliore band che abbia mai avuto”), nessuna base, nessun ricorso alla tecnologia, tutta la magia affidata al sostegno della sezione ritmica e ai riff delle chitarre, mentre il piano di Rigano accompagna i brani più melodici.
Il finale è un’apoteosi strappalacrime con tutto il pubblico in piedi a cantare il bis Notti magiche, tutti quanti, uniti e stretti in un grande abbraccio ideale, come negli anni ’90, dove un’intera generazione, insieme a Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, sognava di far gol.
Fotografie a cura di Angelo Tortorella per Anni 60 Produzioni
