La Pillola del Lunedì: Al mercato non si impone niente per legge: il mercato si orienta, si seduce.

di Luigi D’Aniello-

Negli ultimi anni, il settore automobilistico ha affrontato una trasformazione senza precedenti, guidata dalla crescente preoccupazione per l’ambiente e dalla necessità di affrontare i cambiamenti climatici. La transizione verso un’economia più sostenibile ha portato a legislazioni sempre più stringenti nei confronti delle automobili inquinanti, culminando nell’imposizione di penali alle case automobilistiche che continuano a produrre veicoli tradizionali a motore endotermico.

Questa normativa, sebbene necessaria per incentivare un cambiamento verso un’industria più verde, sta destabilizzando un mercato già provato dalla crisi economica e da altre difficoltà che meritano una riflessione approfondita.

La pressione normativa sta portando molte case automobilistiche ad accelerare i loro piani di transizione verso veicoli elettrici e ibridi. Tuttavia, questo cambiamento repentino ha avuto ed ha costi significativi e non tutte le aziende hanno le risorse per affrontare queste sfide; ciò sta portando inevitabilmente allo stop della produzione di certi modelli e al licenziamento di personale.

Oggi, il settore si trova a un bivio: da un lato, la necessità di innovare e adattarsi e dall’altro un mercato che non tira, non solo per gli alti costi delle auto, ma anche per la diffidenza delle persone verso l’elettrico, dovuta alla poca autonomia, alla poca reperibilità di colonnine ed ai tempi lunghi di ricarica delle batterie.

È fondamentale quindi che le istituzioni accompagnino questo processo di transizione, non con l’imposizione, ma con politiche adeguate, con incentivi per la ricerca e sviluppo, supporto alla formazione, riqualificazione dei lavoratori e misure di tutela per coloro che perderanno il proprio lavoro.
Le piccole e medie imprese nel settore automobilistico, in particolare, si trovano in una posizione precaria: la mancanza di capitali e di capacità di investimento rendono difficile il loro restare competitive in un mercato che è in rapido mutamento.

La perdita di posti di lavoro, quindi, non si limita solo alle grandi case automobilistiche, ma si estende anche a fornitori e ad attività collaterali, anche se la transizione green sicuramente nel tempo offrirà opportunità significative per il settore, bisogna dare il giusto tempo affinché il mercato recepisca il cambiamento.

Quindi, nella transizione al green per quando riguarda il mercato dell’auto bisogna dare tempo al tempo per evitare quel disastro economico che in parte si sta già avvicinando. Comunque, alla resa dei conti è sempre il mercato che ha l’ultima parola, perciò al mercato non s’impone, si seduce.

Luigi D'Aniello Luigi D'Aniello

Luigi D'Aniello

"Non si è sconfitti quando si perde ma quando ci si arrende"