Il Venerdì Ri…leggiamo Poesia “Cent Mille milliards de poèmes”
di Graziella Di Grezia
Oggi rileggiamo una poesia o meglio un poema, o meglio ancora cento miliardi di poemi, opera compositiva sui generis dello scrittore Raymond Queneau (1903-1976).
Scrittore, poeta, matematico e filosofo, membro di spicco del Oulipo (Ouvroir de Littérature Potentielle), movimento che sperimentava la scrittura secondo regole e vincoli matematici.
La sua opera più nota è “Esercizi di stile” del 1947, una serie di variazioni stilistiche su un unico episodio, che dimostra la potenza e la versatilità del linguaggio.
Cent Mille milliards de poèmes, composto nel 1961, è un’opera unica nel suo genere, cosi come lo è l’ artista.
Il titolo, infatti, fa riferimento al numero enorme di possibilità (cento miliardi di poemi) che possono essere composti a partire da una struttura fissa.
Il libro è composto da 10 pagine, ciascuna delle quali contiene dieci versi di una poesia.
Ogni verso è diviso in un piccolo quadrato, in modo che i lettori possano ruotare le pagine per creare nuove combinazioni di versi.
Con un gioco di sovrapposizioni e permutazioni, un singolo lettore potrebbe, in teoria, creare 100.000.000.000 di poemi diversi.
La struttura del libro è così particolare che, di per sé, è una sfida a ogni tradizionale concezione di poesia. L’idea alla base del libro è che, attraverso un gioco di combinazioni, si possano creare una quantità praticamente infinita di poemi.
Si tratta di una sorta di gioco creativo poetico, una sorta di sperimentazione del lettore.
La poesia che emerge da questo sistema di combinazioni è un’opera in continua evoluzione, in cui il lettore ha il ruolo attivo di costruire il proprio percorso poetico. “La poesia è di chi la legge, non di chi la scrive”.
Io ho generato e tradotto questa, ma voi potete divertirvi a comporne quante ne volete
Si piega, voleva prendere la sua valigia
che bramava, è certo, una banda di truffatori.
Sull’antico cassettone sceglie la sua ciliegia,
si spera sempre di essere dei veri normali.
Quando si scattano foto di questa torre di Pisa,
quando si carbonizzava la furia dei castelli,
andare nella grande città è davvero un’impresa,
non a tutti è dato amare gli urti verbali.
Lo spirito soffia e risoffia sopra la scarpa,
il turista a Firenze, ignobile, fa il suo mestiere,
quando si ritorna al porto asciugandosi dalla pioggia.
Considerando questo, oh lettore, soffochi,
i banchieri di Avignone cantano le baïoques?
Ma niente batte un buon pezzo di sanguinaccio grigliato.
E’ possibile generare le varie sequenze in forma digitale consultando il sito:
http://www.parole.tv/cento.asp
Raymond Queneau CC BY-SA 4.0
