A Gaza le donne – tra passato e presente.
di Maria Beatrice Russo-
Nel programma di Palestin.arte è stato proiettato il 27 novembre presso iMorticelli, punto di comunità situato all’ex chiesa di San Sebastiano del Monte dei Morti, il docufilm “A Gaza le donne”. L’evento è a cura di Femminile Palestinese e Mediterraneo Contemporaneo. Palestin.arte è nato dall’incontro di tre realtà contigue: oltre a Mediterraneo contemporaneo e Femminile palestinese, è presente Casa del Contemporaneo, il Centro di produzione teatrale che oltre al teatro promuove vari linguaggi artistici contemporanei. Queste tre realtà si sono unite in un unico sguardo sulla Palestina per sottolineare che arte e cultura sono forme di resistenza.
Ad aprire la serata è, appunto, il docufilm di Maria Rosaria Greco, prodotto da Casa del Contemporaneo. È crudo e vivo, registrato in presa diretta con solo un cellulare immerge completamente in una realtà tragicamente distante. L’opera si incentra sulle storie di sei donne: Madleen, Amena, Mashael, Taghreed, Shadia e Miriam.
A raccontarsi sono le stesse protagoniste in un reportage su Gaza. Sei donne, ognuna con un proprio percorso, si mostrano nella loro quotidiana oppressione che ha avuto inizio nell’assedio israeliano del 2007. Sono costrette a vivere senza futuro, senza diritti, senza libertà di movimento, senza dignità alcuna, prigioniere nella propria terra e continuamente monitorate da droni in grado di uccidere in ogni istante. Tutte chiedono di raccontare al mondo, di togliere Gaza dall’isolamento in cui è stata abbandonata.
Un rapporto Onu del 2012 prevedeva che Gaza sarebbe diventata invivibile nel 2020. La vivibilità fa riferimento alle condizioni essenziali di vita come la potabilità dell’acqua, l’accesso alla corrente elettrica, la possibilità di curarsi, di studiare, di lavorare, il livello di inquinamento da metalli pesanti dovuto ai bombardamenti, la densità abitativa e il tasso elevatissimo e crescente di povertà. Questa invivibilità oggi pare riduttiva.
Il docufilm girato nel 2019 e prodotto nel 2020 viene riproposto oggi proprio per poter riflettere sulla necessità di rispettare il diritto internazionale, ormai completamente calpestato.
Ospiti dell’incontro sono Maria Rosaria Greco, Curatrice Mediterraneo Contemporaneo/Femminile Palestinese e autrice del docufilm, Safwat Kalhout giornalista di Al Jazeera e Chiara Cruciati vicedirettrice il manifesto.
Safwat Kalhout, in particolare, dona ai partecipanti una testimonianza preziosa, racconta l’impossibilità di lavorare a Gaza e, contemporaneamente, l’imperativo morale interiore che lo spinge a continuare a fare giornalismo in un luogo che ormai è un non-luogo. Un’occasione dolorosa per accogliere una testimonianza in prima persona di un popolo che ad oggi si ritrova a dover chiedere un chilo di farina per fare il pane, che non ha più niente, che non è più niente, ma che attende soltanto di essere liberato da questa condizione di non umanità.