L’evoluzione dell’hip hop. Dal rap alla trap – fuori dalla dimensione giudicante.
di Maria Beatrice Russo-
Il 29 novembre alla libreria Feltrinelli di Salerno la giovane Camilla Masullo ha presentato, in dialogo con il professor Alfonso Amendola (docente di Sociologia dei processi culturali dell’Università di Salerno), il suo libro L’evoluzione dell’hip hop. Dal rap alla trap (Arcana editore).
L’incontro si è rivelato una preziosa occasione per raccontare di un libro interessante che copre un frammento poco indagato della musica, ma allo stesso tempo è un’opportunità per aprirsi al nuovo, alle nuove generazioni e ai loro consumi, fuori da una dimensione giudicante e senza alcuna presunzione di fondo. Il professor Amendola sottolinea fortemente come il libro di Camilla Masullo incarni a pieno questa volontà di creare uno spazio libero da preconcetti.
Il libro nasce dalle passioni dell’autrice a cui si è mescolata la necessità di analizzare il contesto sociale in cui il genere dell’hip hop si è sviluppato, questa necessità racconta è figlia «di un sentimento di rabbia per un genere sottoposto a stereotipi che ne hanno ostacolato l’accettazione relegandolo a un genere giovane per giovani ». In realtà, chiarisce l’autrice, proprio il fatto che i giovani scelgano l’hip hop per esprimere i loro disagi dovrebbe essere uno spunto di riflessione. Per Masullo l’avvicinamento al rap è stato alquanto precoce, già verso gli otto anni la porta a provare una sensazione di ribellione . Oggi quella componente emotiva viene messa da parte dall’autrice per far confluire l’interesse verso questo genere nel suo elaborato di tesi da cui poi deriva il libro.
L’autrice racconta poi la genesi del rap, simbolo di una frattura sociale, di una disparità delle condizioni di vita che porta a radicare dentro di sé un forte senso di rivalsa che si nasconde dietro una becera esaltazione ed ostentazione dei beni materiali. Il rap si muove, inoltre, su una peculiare dicotomia di nicchia e mainstream che è allo stesso tempo un punto di forza e di debolezza, esempio vivente della sintesi delle due facce della medaglia è Eminem.
In Italia il rap si è scontrato con non poche difficoltà a partire dall’adattare il linguaggio musicale alla lingua italiana, anche il contesto sociale è decisamente differente. Nel Belpaese il rap diventa uno strumento di denuncia politica in particolare attraverso il fenomeno delle posse. Il genere raggiunge la sua maturità in Italia durante gli anni 90 grazie ai festival e alle riviste interamente dedicate all’hip hop. Anche nel nostro paese il rap vive la dicotomia nicchia-mainstream che esplode poi all’Hip Hop Mentos Village in cui il pubblico scaglia le caramelline contro gli artisti per protestare in opposizione alla commercializzazione del genere. Interessante è anche la presenza “diluita” del rap al festival di Sanremo, vetrina per avvicinare i giovani e contemporaneamente modalità in cui il genere perde, inevitabilmente, di forza.
Nel libro Masullo si avvicina anche alla trap, che condivide con il rap la matrice di disagio-denuncia, le cui sonorità si allontanano dalla musica precedente. Caratteristico del genere è l’immaginario ipertrofico che si concretizza nel vestiario e negli accessori. La trap da subito si impone nel panorama musicale grazie alla sue vocazione spiccatamente mainstream. Oggetto di discussione è anche la misoginia che spicca in molti brani trap dove la donna è oggettificata e subordinata, ciò si riversa inevitabilmente sulla digital society.
Concludendo questa breve parentesi sul genere, che si potrà approfondire leggendo il libro, ci si sofferma sull’augurio che l’opera di Camilla Masullo possa aprire a una nuova fase della ricerca sulla musica poiché « c’è tanto bisogno di analizzare sempre di più questo genere » .