Ermenegildo Guerra e la rinascita della Schola Cantorum della Cattedrale di Salerno
di Sabrina Prisco-
Arriva di corsa, come sempre, preso com’è dai suoi mille impegni. Andatura
dinoccolata, immancabile sorriso, viso da ragazzino. Lo conosco da diversi anni e
quando parlo di lui, dico sempre che è poco più che ventenne ma proprio qualche
giorno fa ha compiuto ventisette anni. Ci incontriamo nella sacrestia della Cattedrale,
poco prima di iniziare le prove, per scambiare due parole su questa bella avventura.
Ermenegildo Guerra, classe 1997, per tutti Ermen, è il Direttore della Schola
Cantorum della Cattedrale oltre ad essere, da dieci anni, organista della Cattedrale e
responsabile del magnifico Organo che abbraccia l’altare, opera di Giovanni
Tamburini del 1954.
Poco più di un ragazzo, quindi, ma con un’esperienza ed una competenza che lo
fanno sembrare un Direttore navigato, così come il piglio autorevole con cui
mantiene attenzione e disciplina tra i coristi.
Si avvicina allo studio della musica relativamente tardi, a tredici anni, ma il suo
“orecchio assoluto” gli consente di progredire rapidamente nell’apprendimento,
accanto al maestro Daniel Matrone della Chiesa di San Luigi dei Francesi di Roma, e
tanto da aver avuto la possibilità, poco più che ventenne, di suonare nel servizio
liturgico della Cattedrale del Sacro Cuore di Parigi.
E’ un grande appassionato e attento studioso di campane, nonché segretario
dell’Associazione Italiana di Campanologia che si occupa di conoscere e tutelare il
patrimonio campanario dell’intera nazione quale importante, e forse ancora poco
conosciuto, bene culturale.
Poco prima del Covid, raggruppa un manipolo di appassionati, nessun professionista,
solo persone comuni che desiderano avvicinarsi a quella che è una vera e propria
preghiera, un “vangelo cantato”, come suggerisce Ermen, ossia il canto liturgico,
gregoriano e polifonico.
Un inizio pieno di entusiasmo, con le prove nella magnifica
Cappella Palatina di San Pietro a Corte, stroncato però sul nascere dalle mille
limitazioni imposte dalla pandemia. Da qualche mese, dall’arrivo del nuovo parroco
della Cattedrale, don Felice Moliterno, si sono riprese le fila del coro interrotto,
riunendo diversi gruppi di cantori delle varie parrocchie della diocesi e indicendo
nuove audizioni.
La Schola Cantorum di oggi riprende, in realtà, il filo di una storia secolare, com’è
stato possibile ricostruire dai documenti disponibili. Già nella metà del 1600, infatti,
abbiamo testimonianza di un impegno, anche economico, da parte dell’Arcivescovo
di Salerno Fabrizio Savelli, per far sì che si istituisse e mantenesse una Cappella
Musicale stabile al fine di servire messa con i canti gregoriani. Anche negli anni ’90 il
coro di San Matteo, diretto da Rocco Celentano, animava le funzioni della Cattedrale,
ed è rimasto attivo fino alla fine degli anni 2010.
Oggi il gruppo conta quasi quaranta partecipanti, che, sotto la direzione di Ermen,
coadiuvato dal talentuoso organista Antonio Di Martino, già partecipano alle
celebrazioni domenicali in cattedrale con un dignitoso repertorio.
C’è chi arriva alle prove ancora con gli abiti da lavoro, chi si destreggia tra gli impegni
di famiglia, chi sottrae tempo ad altre attività. Non è esatto parlare di sacrifici,
perché ciò che muove ciascun partecipante è l’entusiasmo. E’ il solo piacere di far
parte di una comunità e di condividere un impegno collettivo, approfondendo un
argomento affascinante, quale quello musicale e corale, e di contribuire, con le
proprie voci, ad accompagnare la funzione liturgica musicale in un luogo
straordinario come la nostra Cattedrale, rendendola ancora più solenne.