Il Venerdì Ri…leggiamo la Poesia: “Matilde” di Pablo Neruda
Oggi rileggiamo le parole del poeta cileno Pablo Neruda, che rientra tra i versi della “Sera” dei “Cento Sonetti d’amore”.
Considerato il più grande poeta del ventesimo secolo, come affermò Gabriel Garcia Marquez, nel 1971 fu insignito del Premio Nobel.
Poeta civile, non ha mai messo da parte i suoi sentimenti, che esprimeva con l’efficacia della parola poetica e con la sincerità del sentimento.
Trovo che questa poesia sia l’ espressione anatomica dell’ amore, di come il paragone tra abitare e amare sia la sintesi tra l’amore e la sua costruzione.
L’ esprimere un malessere interiore traslato ad un elemento oggettivamente sterile di casa crea una relazione tra l’ uomo e l’ambiente molto più profonda di quanto siamo abituati ad immaginare.
“mi fanno male le finestre”
“la malinconia intercostale”
Il senso di completezza dell’ “ABITARMI” nell’ amore riesce a rendere visivo un sentimento e a generare una immaginazione in modo netto e chiaro.
In fondo ognuno di noi ha una rappresentazione ideale di casa. e anche di amore.
Matilde
Matilde dove sei? Ho avvertito quaggiù
tra la cravatta e il cuore, più su
una certa malinconia intercostale
era che tu all’improvviso non c’eri.
Mi e` mancata la luce della tua energia
e ho guardato divorando la speranza,
guardato il vuoto che e`senza di te una casa
non restano che tragiche finestre.
Da tanto e` imbronciato il tetto ascolta
cadere antiche piogge sfogliate,
piume, quanto la notte ha catturato:
e cosi` ti aspetto come una casa deserta
e tornerai a trovarmi e ad abitarmi.
Altrimenti mi fanno male le finestre.