Noi tutti bambini del 2024
di Giuseppe Moesch*
Avevo intorno ai dieci anni e mi capitava talvolta di ascoltare i discorsi che si svolgevano in casa tra i miei genitori o anche con qualche parente o amico in visita.
Mi dava molto fastidio, o meglio un senso di rabbia e di impotenza, quando venivo invitato ad andare in un’altra stanza a giocare o a raggiungere i miei nonni, perché i discorsi si facevano magari scabrosi, affrontando temi sessuali o relativi a notizie, leggi pettegolezzi, che non era opportuno che ascoltassi.
Già all’epoca i bambini che andavano a scuola avevano notizie, ancorché confuse, su quei temi, ed io non facevo eccezione, e non avendo la malizia degli adulti, avrei forse preferito avere informazioni di prima mano anziché doverle faticosamente ricostruire nel tempo.
Oggi le cose sono cambiate in due direzioni, da un lato i bambini sono bombardati da immagini di sesso esplicito anche nelle ore di intrattenimento a loro riservate, ed inoltre non vivono quella negazione di verità, perché di fatto non c’è gran dialogo nelle famiglie.
Sono molti mesi che mi ribolle dentro lo stesso senso di fastidio, di rabbia compressa, perché mi sento riportato indietro a quelle condizioni che mi facevano sentire trattato da stupido ragazzino che non capisce, non può capire, e non deve capire.
Il popolo Israeliano ha subito un pesante attacco da parte dell’anacronistico governo teocratico Iraniano, patria e supporto del terrorismo internazionale, che usando gli scherani di Hamas, di Hezbollah, degli Houthi, delle armate sciite in Iraq, e degli altri fiancheggiatori e sostenitori in diversi paesi, mantengono in piedi un regime oscurantistico, con l’oppressione delle donne e di qualsivoglia forma di dissenso.
Martiri del regime impiccati, donne torturate ed uccise per una ciocca di capelli fuoriuscita dal velo non correttamente indossato, gridano vendetta, mentre le guardie religiose, i pasdaran, operano contro ogni norma arrestando e torturando inermi cittadini.
Sono queste le condizioni in cui vivono gli iraniani, mentre i capi armano terroristi di tutto il mondo.
Dopo il 7 ottobre dello scorso anno le cose stanno cambiando in Medio Oriente: le organizzazioni terroristiche hanno completato l’organizzazione della lotta ad Israele, centinaia di chilometri di tunnel costruiti con le risorse che la comunità internazionale ha dato ad Hamas per le popolazioni civili, sono stati riempiti di armi sofisticate fornite dall’Iran, e nei giorni scorsi si è scoperto che altrettanti tunnel pieni di armi erano presenti in Libano nella zona controllata da Hezbollah, armi rese disponibili anche in Yemen, dove vivono gli Huthi, che recano nel loro vessillo la scritta “Dio è sommo, morte all’America, morte a Israele, maledizione sugli ebrei, vittoria per l’Islam”.
Sono questi gli eroi dei Conte, Fratoianni, Bonelli e parte significativa del PD, dei centri Sociali e del redivivo Partito Comunista, che appoggiano i cortei pro Palestina innalzando cartelli con l’indicazione di agenti sionisti sotto le immagini di persone come la Segre che hanno sofferto a causa dei padri putativi e spirituali di quei campioni di democrazia.
Leggere la lista di proscrizione dei comunisti che individuano i nemici da perseguire mi porta a ripensare ai metodi fascisti ed a quelli usati da Stalin, e dalle Brigate Rosse nei loro proclami ovvero le “Risoluzioni Strategiche”, dove erano indicati i nomi delle persone da attaccare con una buona dose di piombo: cambiano i tempi ma non i metodi.
Anche oggi come in passato vi è una contiguità, più o meno esplicitamente voluta da parte dell’informazione, che per mantenersi a galla in un periodo di grande agitazione politica, e sperando in un ritorno dei loro antichi padroni, offrono il loro supporto negando l’evidenza.
Se dovessimo accettare le cronache che quotidianamente ci offrono i telegiornali dovremmo accettare la lettura di quella sinistra che ha perso ogni dignità ed ogni pudore che sa che la maggioranza dei loro ascoltatori seguono un solo TG, pertanto la loro narrazione appare come verità assoluta ed incontrovertibile.
Se si avesse la possibilità di seguire le emittenti internazionali si capirebbe meglio come stanno le cose: mentre il TG 1 trasmetteva un programma di intrattenimento, Rai News 24 come tutte le altre grandi emittenti internazionali, trasmetteva in diretta le immagini degli attacchi, dimostrando che le capacità tecnologiche e umane c’erano tutte.
Il problema è che nei palinsesti non è previsto che la popolazione possa essere informata, ed infatti, poco dopo, nei vari TG abbiamo potuto ascoltare della sofferenza dei poveri abitanti, ovvero parenti e sodali di quelli che sparavano.
Mi sono sentito come quel bambino fessacchiotto di una decina d’anni che doveva essere tenuto in disparte, perché non capisce, non può capire, e non deve capire.
* già Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno
Immagine di Dominio Pubblico
