Emergenza inquinamento mare
di Luigi D’Aniello-
Ben vengano iniziative come quella organizzato a Salerno da ~ Beach Clean Up – Diamo (ci) una ripulita. Mercoledi 31 luglio a Salerno, Via S. Allende a partire dalle 19 ci sarà una raccolta di rifiuti dalle spiagge.
Iniziativa questa molto encomiabile perché l’emergenza inquinamento dei mari da rifiuti vari, ed in particolare dalla plastica, è una delle sfide ambientali più critiche del nostro tempo. La quantità di plastica presente negli oceani è in continua crescita e sta avendo conseguenze devastanti per gli ecosistemi marini, la biodiversità e la salute umana.
Poichè in molte parti del modo la raccolta e riciclaggio della plastica è insufficiente, oggetti come bottiglie, sacchetti e posate di plastica, utilizzati una sola volta e poi gettati, molto spesso finiscono nei fiumi e infine nei mari contribuendo così alla perdita di biodiversità e alla degradazione degli ecosistemi.
Per non parlare poi dei danni provocati nei mari dalle micro plastiche, un tema questo di crescente preoccupazione ambientale perché rappresenta una vera e propria crisi per gli ecosistemi marini.
Le microplastiche sono particelle di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri, che possono derivare da diverse fonti, tra cui il degrado di oggetti plastici più grandi, prodotti cosmetici, abbigliamento sintetico, e attività industriali. Queste, spesso somigliando al plancton, ingannano i pesci di piccole dimensioni e altri organismi che, scambiandolo per cibo, lo ingeriscono.Tutto ciò porta a un inganno ecologico: le microplastiche si accumulano lungo la catena alimentare e finiscono sulla nostra tavola con potenziali effetti nocivi sulla salute umana.
Quindi supportiamo iniziative come quella che si terrà questa sera a Salerno perché per affrontare il problema dell’inquinamento dei nostri mari si richiede un approccio multi-dimensionale tra cui la riduzione dell’uso di plastica monouso, il miglioramento della gestione dei rifiuti, il rafforzamento delle normative sullo scarico di rifiuti industriali, e l’educazione pubblica sulla riduzione della plastica.