La Pillola del Lunedì: Dov’è finito il tempo in cui le strade dei nostri quartieri pullulavano di ragazzi?

Luigi D’Aniello-

Non si può negare che i tempi cambiano e che in quest’ultimo periodo siano cambiati in modo particolare e che i ragazzi di oggi vivano in un contesto molto diverso da quello delle generazioni precedenti.

Infatti, fino agli anni ’80 e ’90, i ragazzi erano liberi di esplorare il mondo che li circondava. Le strade erano luoghi di avventura dove l’immaginazione prosperava e le relazioni sociali si costruivano attraverso l’interazione fisica. C’erano giochi all’aperto, come le partite di pallone in cortile, il gioco della campana, il nascondino e le ore trascorse a chiacchierare con gli amici. Questi momenti non erano solo divertenti, ma anche formativi: insegnavano il valore della socializzazione, della creatività e della risoluzione dei conflitti.

C’era la comunità che educava.

Negli ultimi decenni, la scenografia è cambiata, la vita dei ragazzi nei quartieri delle nostre città ha subito trasformazioni significative. Le generazioni passate sembrano appartenere a un’epoca completamente diversa.

Le ore trascorse all’aperto sono nella stragrande maggioranza molto spesso sostituite da giochi online, videochiamate e navigazione sui social. Mentre i ragazzi di ieri si riunivano per discutere e condividere esperienze, quelli di oggi comunicano principalmente attraverso schermate. Questa differenza, non solo ha influito ed influisce sulle dinamiche sociali, ma anche sulle capacità di relazionarsi con gli altri.

C’è da dire poi che un fattore che ha influenzato tale comportamento giovanile è stata la scarsa percezione di sicurezza. Negli anni passati, i genitori spesso permettevano ai bambini di esplorare il loro quartiere senza troppe preoccupazioni. Oggi, invece, tendono a limitare le loro uscite, facendoli rimanere all’interno delle mura domestiche o nei giardini, dove si sentono più tranquilli.
Questa situazione insieme all’avvento dei social è stata una delle cause che ha contribuito alla diminuzione delle interazioni e delle esperienze all’aperto.
Quindi se da un lato la tecnologia ha reso la comunicazione più immediata, dall’altro però ha reso più difficile il contatto umano.

I ragazzi di oggi crescono, dunque, in un’era in cui la tecnologia permea ogni aspetto della vita quotidiana. Il loro modo di vivere è influenzato da una serie di fattori, tra cui la tecnologia e la cultura globale. La maggior parte di loro ha avuto accesso a smartphone e internet sin dalla più tenera età, questo li ha portati a comunicare principalmente attraverso social media, messaggi istantanei e piattaforme di condivisione.

Certo, tutto ciò ha reso le informazioni e le connessioni globali più accessibili, ma ha anche sollevato problemi legati alla privacy e alla salute mentale. Un tema questo cruciale per i ragazzi di oggi, che affrontano sfide come l’ansia e la depressione, molto spesso aggravate dall’uso eccessivo dei social media.

La sfida per le future generazioni sarà quella di trovare un equilibrio tra il mondo digitale e quello reale, per ricostruire legami autentici e vivere esperienze significative.

Luigi D'Aniello Luigi D'Aniello

Luigi D'Aniello

"Non si è sconfitti quando si perde ma quando ci si arrende"

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