45 anni fa moriva Boris Giuliano, il Capo della Squadra Mobile di Palermo assassinato da Cosa Nostra
di Claudia Izzo-
45 anni fa moriva Boris Giuliano, Capo della Squadra Mobile di Palermo dal grande talento investigativo, assassinato da Cosa Nostra mentre pagava il caffè appena bevuto nella caffetteria Lux, con sette colpi di pistola alle spalle. Il Killer si scoprì essere Leoluca Bagarella, boss corleonese cognato di Totò Riina, il capo dei capi.
Con metodi innovativi e grande determinazione, a partire dalla fine degli anni ’70, Boris Giuliano iniziò una dura lotta contro Cosa Nostra.
Il motivo della sua uccisione ruota intorno alla misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, fratello del famoso linguista, Tullio, su cui stava indagando.
De Mauro aveva deciso di accettare l’incarico assegnatogli dal regista
Franco Rosi,aveva deciso di fare un film sullo storico presidente dell’Eni, Mattei, – morto il 27 ottobre del 1962, schiantandosi con il piccolo aeroplano a Bascapè, vicino Pavia – e De mauro aveva accettato l’incarico: avrebbe dovuto ricostruire gli ultimi due giorni di vita in Sicilia del presidente Mattei, decollato da Catania. De Mauro e la sua cartellina piena di prove scomparve nel nulla: non si trattò di un incidente, ma di un omicidio. Enrico Mattei morì a causa di una bomba installata sull’aereo sul quale viaggiava. Giuliano, insieme con i magistrati, approfondì la pista dell’attentato a Mattei e finì con l’indagare l’ambiguo avvocato Vito Guarrasi, braccio destro dell’allora presidente dell’Eni Eugenio Cefis, che sostituì Mattei. Garresi morì prima che potessero scattare le manette ai suoi polsi.
L’omicidio di Boris Giuliano finì nella sentenza-ordinanza del cosiddetto “Maxiprocesso di Palermo” che rinviava a giudizio, come mandanti del delitto, i membri della “Cupola” di Cosa Nostra. Nel 1993 si aprì un nuovo processo per l’omicidio Giuliano che vedeva come unico imputato Leoluca Bagarella, accusato dai collaborator di essere l’esecutore materiale del delitto, condannato poi all’ergastolo, sentenza confermata dalla Cassazione.
Come successore di Boris Giuliano, come Capo della Squadra Mobile, fu designato Giuseppe Impallomeni, tessera P2 n. 2213, giunto dal 309º posto della graduatoria dei vicequestori aggiunti, al 13º posto, salto che gli consente di prendere il comando della squadra mobile di Palermo, allontanato in precedenza dalla Squadra Mobile di Firenze per un giro di tangenti…
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