: ©Archivio Luce Cinecittà

Al Lincoln Center di NY “Sophia Loren: la Signora di Napoli.”

“Non sono italiana, sono napoletana è un’altra cosa!” : é  un omaggio al suo sentire partenopeo e alla sua arte italiana nel mondo, quello della retrospettiva al Lincoln Center di New York che  ha celebrato la diva del cinema, insieme con Cinecittà, “Sophia Loren: la Signora di Napoli.”
Un restauro cinematografico che la vede protagonista per la prima volta oltreoceano: dalla regia di Edoardo Ponti il Lincoln accoglie una donna che ha rivoluzionato il cinema internazionale, recitando con personalità diverse e pragmatiche, restando comunque intensa e avvincente: da Omar Sharif a Marlon Brando, da Gregory Peck a Marcello Mastroianni con cui prendono vita quattordici lungometraggi e una memorabile unione artistica.
Il percorso cinematografico di Sophia Loren è l’esempio di una donna italiana che si fa spazio nel mondo, oggi è New York a confermarlo: “ È sempre un piacere collaborare con Cinecittà, con cui abbiamo dato vita ad alcune delle nostre retrospettive più popolari, e quest’anno onoriamo una leggenda del cinema con una retrospettiva attesa da tempo – conferma Florence Almozini, Film al Vice Presidente della Programmazione del Lincoln Center – essere in grado di presentare alcuni dei film più iconici di Sophia Loren, molti dei quali stanno arrivando a New York appena restaurati, è un assoluto piacere e onore.”
 “Sophia Loren: la Signora di Napoli.” è l’unione del passato e del presente cinematografico della Diva, dal restauro di film raramente proiettati negli Stati Uniti d’America: l’esempio dei suoi ruoli ascendenti per Mario Mattoli con “Miseria e Nobiltà”, per Dino Risi “il Segno di Venere” e ancora per le collaborazioni quintessenza della grandezza culturale, cinematografica e femminile con Mastroianni e De Sica nelle pellicole: Ieri, oggi e domani; Matrimonio all’Italiana; Una giornata particolare, e ancora in occasione, prima volta il restauro per la prima mondiale della pellicola “Peccato che sia una canaglia”, regia di Alessandro Blasetti.
Si giunge poi  alla visione che la rende contemporanea e presente nell’immaginario collettivo grazie al ruolo di protagonista nel film diretto da Edoardo Ponti: La Vita davanti a sé; dalla regia di suo figlio, un capolavoro del 2020 di cui Ponti offre attraverso l’interpretazione di sua madre Loren, l’adattamento del romanzo Madame Rosa. 
Tredici i capolavori del cinema italiano, presentati al Lincoln in lingua originale per un evento che segna la storia di una carriera, quella di una donna senza età.
Alla New York che si unisce all’Italia viene presentato fra i gioielli del cinema l’emblema del Neorealismo italiano, La Ciociara; 1960: De Sica e Loren interpreti di una storia straziante, tratta dal romanzo omonimo di Alberto Moravia. Sophia Loren passerà alla storia attraverso il personaggio della vedova Cesira, conquistando il primo Oscar come miglior attrice.
Un volto quello della Signora di Napoli, insostituibile e imparagonabile sul grande schermo. Lì dove finiva la movenza femminile cominciava l’artista e questo connubio non ha rivali né imitazioni, il segreto?
“Tutto quello che vedete lo devo agli spaghetti.” 
Immagine : ©Archivio Luce Cinecittà
Mariapia Vecchione Mariapia Vecchione

Mariapia Vecchione

Mariapia Vecchione su SalernoNews24 accompagna il lettore alla scoperta di una realtà autentica, critica e audace. La sua formazione umanistica permette al suo sguardo di ricercare inestimabili meraviglie. Appassionata di arte contemporanea, fotografia, food&wine e viaggi, ma consapevole che “il viaggio più lungo è il viaggio interiore” (D. Hammarskjöld)

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