Padova. Giada, scaraventata giù dal cavalcavia: l’ex compagno resta in carcere
di Claudia Izzo-
Il decidere di non sposarsi più le è costato la vita. Giada Zanola, 34 anni, madre di un bambino di tre, doveva sposarsi a settembre, ma ci aveva ripensato. La storia col suo compagno, Andrea Favero, un camionista di 39 anni, era finita tra gelosia e violenza, anche se i due vivevano ancora sotto lo stesso tetto. Lei aveva iniziato un’altra relazione. Poi, la tragica morte della donna avvenuta nella notte tra il 28 ed il 29 maggio scorso. Proprio in queste ore, all’Istituto di Medicina Legale di Padova si sta procedendo all’autopsia della donna.
Femminicidio.
Scaraventata dal sovrappasso sulla carreggiata autostradale di Vigonza, sulla A4, direzione Milano, la donna ha fatto un volo di 15 metri. Giada, innamorata della vita e di suo figlio, non si è suicidata, come inizialmente qualcuno aveva pensato, ma è stata lanciata giù a seguito di una lite. Il corpo, prima di essere travolto da un camion, era stato evitato da due vetture.
Ad essere fermato dalla Polizia di Padova, l’ex compagno, Andrea Favero che in quella maledetta notte era con Giada sul cavalcavia, ad un Km dalla loro abitazione. L’accusa è di omicidio volontario aggravato. Il 39enne, davanti al giudice per le indagini preliminari, oggi pomeriggio, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per lui è così stata emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, dal momento che il Giudice ha ritenuto “gravi, precisi e concordanti” gli indizi di colpevolezza a suo carico per la morte della compagna.
Giada
Descritta dai conoscenti come una persona piena di vita, aveva lavorato in una profumeria a Vigonovo, il paese di Giulia Cecchettin. Originaria del bresciano, Giada aveva incontrato Andrea a Vigonza, si erano fidanzati, poi Giada era diventata mamma, nel 2022 l’acquisto della casa. Il sogno del matrimonio, previsto per settembre, è stato poi bruscamente distrutto. La relazione si era andata sfilacciando per la gelosia dell’uomo. La 34enne, chiusa la storia con il padre di suo figlio, aveva instaurato una relazione con un altro uomo, di cui Andrea sapeva. Ad un’amica, Giada aveva confessato di essere stata “afferrata per il collo” dall’ex compagno nel litigio avvenuto il 27 maggio, solo un giorno prima dell’omicidio mostrando le foto con i lividi riportati sul corpo. Giada aveva confessato, inoltre, “di aver paura” e questo è un punto focale nel provvedimento con il quale la Procura di Padova ha disposto il fermo dell’uomo per omicidio volontario.
Le parole del nuovo fidanzato di Giada
Intanto Giada aveva confidato ad un’amica ed al nuovo fidanzato il sospetto di essere drogata dall’ex compagno. Il nuovo compagno ha poi sottolineato il fatto che l’omicidio si sia concretizzato esattamente due giorni prima che Giada iniziasse il suo nuovo impego, nell’impianto di distribuzione carburanti dove lui stesso lavorava, il che avrebbe reso la loro frequentazione quotidiana.
Andrea Favero
Andrea Favero, come è trapelato da indiscrezioni, si era rivelato gelosissimo e possessivo. Frequenti e violente erano le liti, come attestano i lividi rinvenuti sul corpo della donna. L’uomo non vedeva di buon occhio il nuovo impiego di Giada e temeva che la stessa attuasse le minacce di “non fargli più vedere il figlio”.
Messo alle strette, Andrea Favero, aveva fatto ammissioni parziali su ciò che era accaduto sul cavalcavia quella maledetta notte. L’uomo, per evitare di essere incolpato avrebbe creato “una messinscena”. L’uomo avrebbe infatti dato vita a messaggi e telefonate per simulare la sua estraneità ai fatti incluso l’aver saputo della morte della compagna solo dopo avere letto un messaggio in una chat di quartiere.
Secondo i dati del Dipartimento della Pubblica sicurezza, nel periodo 1 gennaio-26 maggio 2024, sono stati registrati 104 omicidi, con 34 vittime donne, di cui 30 uccise in ambito familiare/affettivo; 18 di queste hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner.