31 Maggio 1819 nasceva Walt Whitman. , “O capitano! Mio Capitano!”
Il 31 maggio 1819 nasceva Walter Whitman, il padre della poesia americana, in un certo senso l’inventore del verso libero. Fu cantore della democrazia, della libertà, ponendo l’uomo come momento centrale rispetto al senso di percezione e comprensione delle cose. Cantò, soprattutto, l’essenza di quello che diventerà successivamente il «sogno americano».
La sua opera più famosa è la raccolta poetica Foglie d’erba, considerata un classico della letteratura, composto com’era da una lunga serie di versetti non divisi in strofe, senza pause o titoli. E famosa fu la sua celeberrima poesia O capitano! Mio capitano!, lirica divenuta celebre per la sua citazione nel film L’attimo fuggente (1989), diretto da Peter Weir, di cui rappresenta un importante filo conduttore tematico. La poesia è dedicata al presidente Abraham Lincoln, brutalmente assassinato con un colpo di pistola mentre assisteva a uno spettacolo teatrale. Il testo fu pubblicato per la prima volta sul quotidiano The Saturday Press il 4 novembre 1865.
Foglie d’erba di Walt Whitman
O capitano! mio capitano!
O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è terminato;
la nave ha superato ogni ostacolo, l’ambìto premio è conquistato;
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
mentre gli occhi seguono l’invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! cuore! cuore!
o gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, freddo, morto.
O Capitano! mio Capitano! risorgi, odi le campane;
risorgi — per te è issata la bandiera — per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri — per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! amato padre!
questo braccio sotto il tuo capo!
è solo un sogno che sul ponte
sei caduto, freddo, morto.
Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili;
non sente il padre mio il mio braccio, non ha più energia né volontà;
la nave è all’ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito;
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
esultate, coste, e suonate, campane!
mentre io con funebre passo
percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, freddo, morto.
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