L’anima de “Il Vicolo della neve” rivive: riapre a Salerno lo storico ristorante

“Il vicolo aveva nel gancio l’insegna contrabbandiera del c’era una volta il lontano racconto del tempo che fu. Straniero, se passi a Salerno in una notte d’inverno di luna a mezzo febbraio, se vedi il bianco fornaio che batte le mani sul tondo di quella faccia cresciuta, ascolta venire dal fondo degli anni la voce perduta. L’odore di menta t’invita, la tavola bianca, la stanza confusa dall’abbondanza. In quell’odore di forno per qualche sera la vita si scalda con le sue mani e quegli accordi lontani del tempo che fu”. (Vicolo della Neve – Desinenze, Alfonso Gatto).
di Claudia Izzo-
Ha riaperto oggi il celebre ristorante salernitano Il Vicolo della neve, nel cuore della città, nel vicolo più famoso di Salerno, oggi colmo dei versi del poeta Alfonso Gatto ridisegnati dal grafico Pino Roscigno.
La storia dello storico ristorante, in questo stretto vicolo, ha radici lontane sotto la protezione di San Matteo, fu meta preferita di politici e letterati del secolo scorso tra cui ricordiamo Alfonso Gatto che qui amava incontrare gli amici a discutere di poesia accanto al buon cibo. In questo luogo, il dipinto donato da Tafuri guarda ancora, come sempre, tutti dall’alto, i famosi mattoncini sono stati restaurati, il frigorifero antico e i pavimenti storici ci dicono che tutto ricomincia da qui.

Tra storia tradizione, cultura e piatti tipici, oggi l’inaugurazione con i tre imprenditori, Fiorenzo Benvenuto, Gerardo Ferrari e Marco Laudato, che hanno rilevato l’antico locale del centro storico di Salerno mantenendo la mission culturale, artistica ed enogastronomica di un tempo. Le sapienti mani di Nonna Maria Caputo saranno l’arma segreta con lo chef Marco Laudato.
In degustazione in questo appuntamento di riapertura, tra musica napoletana e partecipazione, i “puparuoli mbuttunati”, le polpette, la parmigiana di melanzane, le alici fritte e la pasta e fagioli a ricordare che il menù dello storico locale rimarrà invariato, tra tradizione ed innovazione.

“Volevamo dare nuova vita alla storia – evidenziano i soci che hanno rilevato e gestiranno il locale, Fiorenzo Benvenuto, Gerardo Ferrari e Marco Laudato – ma soprattutto volevamo restituire ai salernitani radici e viscere che passano attraverso una cultura gastronomica che ricorda la semplicità delle mani delle nonne e di chi Salerno l’ha vissuta con sguardo attento e infinita saggezza. Il Vicolo è di tutti, è il filo rosso tra la città e chi la ama incondizionatamente. Vogliamo intraprendere un vero e proprio viaggio nel passato”. I nuovi gestori non hanno dimenticato di ricordare don Matteo Bonavita, il gestore storico del rinomato ristorante, e prima di lui, la famiglia Carlo con don Peppino.“Il sangue che scorre nelle nostre vene è salernitano e ci tenevamo a restituire alla città un angolo di storia. Una scommessa ma l’emozione è ancora più forte – hanno sottolineato i 3 soci – da oggi abbiamo una grande responsabilità sulle nostre spalle”.

Presenti, a questo appuntamento con la stampa, il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca; il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, l’assessore al Commercio Dario Loffredo e il Consigliere Regionale Franco Picarone, Yari Gugliucci – Regista e attore; Alfonso Amendola – Professore di “Sociologia dei processi culturali” all’Università degli studi di Salerno; Marco Russo – Presidente associazione “Tempi Moderni”; Corrado De Rosa – Psichiatra escrittore, Ciro Caravano – I Neri Per Caso. Oreste Vitola, Matteo Masullo, Ciro Girardi – Musicisti.

Una mattinata “bella e di calore” per il Governatore De Luca: “La chiusura del Vicolo è stata una ferita, era qualcosa di più di un ristorante. È andato avanti in tempi difficili, poi paradossalmente quando abbiamo recuperato il centro storico, era chiuso. Oggi abbiamo ciò che avevamo sognato trent’anni fa – ha sottolineato – ovvero le comitive di turisti.
Quando era chiuso il Vicolo della Neve era un po’ imbarazzante non poter dire che ci fosse un ristorante tradizionale, come a Napoli “Mimi alla Ferrovia”. Tanti locali non avevano l’identità e la forza di questo locale. Mi sono accertato se facevate esperimenti: Nonna Maria è una garanzia. Recuperare la tradizione gastronomica del territorio è una grande carta di promozione”.
Per il sindaco Vincenzo Napoli: “È un locale che affonda le sue origini nel passato della nostra città, un luogo familiare e identitario che non è mai stato e non sarà un semplice ristorante, ma un luogo di ritrovo. Io, come tutti i salernitani, già dalla gioventù frequentavo questo posto e ne ricordo i sapori veri e genuini e al contempo l’atmosfera cordiale, conviviale e anche culturalmente vivace…“Una piacevolissima sorpresa grazie ai giovani che si sono cimentati in questa avventura– ha aggiunto il sindaco Napoli – qui ci sono sensazioni e ricordi che fanno parte del nostro patrimonio, una presenza persistente che si avverte. Si restituisce alla città un luogo della nostra gioventù. Il centro storico si arricchisce di un locale che sarà frequentato dai turisti ma anche da tanti salernitani”.

“In un momento in cui i locali chiudono, loro aprono” ha commentato l’attore Yary Gugliucci, “un posto di ritrovo, questo è il luogo dove incontrarci per scambiarci idee.” Per il Prof Alfonso Amendola “questa riapertura è un modo per ripensare la tradizione, il tema dell’identità, -con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro-“.” Questo luogo è un punto di riferimento” ha affermato Marco Russo, “era fondamentale che si recuperasse questa idea come progetto culturale per la città“. Per Corrado De Rosa “il senso de Il Vicolo della neve è il rispetto delle tradizioni, senza restare imbavagliati nelle nostalgie, senza far torto al presente e al futuro.” Per Ciro Caravano “questo è un ambiente magico, sembra che anche noi qui diventiamo personaggi di un’opera, c’è qualcosa di familiare che fa parte di noi stessi…”
Dunque, il menù sarà invariato, milza, baccalà, pasta e fagioli, il “puparuolo mbuttunato”… come ripeteva quel pappagallo davanti alle porte del Vicolo. Dalle ore 12 a mezzanotte. Sette giorni su sette.

Curiosità sul nome del vicolo e del ristorante.
Il ristorante deve il suo nome al fatto che nei sotterranei delle botteghe che si affacciavano nel vicolo veniva conservata la neve prelevata dalle alture di Bracigliano e Calvanico.
Ammassata e pressata, la neve veniva conservata in questi luoghi freschi ed utilizzata dai medici della Scuola Medica Salernitana per alleviare i dolori e curare le ferite, d’estate per mantenere gli alimenti freschi e per la creazione di sorbetti e granite.

La pratica di conservare in questi luoghi il ghiaccio è andata avanti fino ai primi del 1900 quando la neve veniva venduta a gelaterie, pescherie, macellerie, ospedali, privati. All’interno del ristorante è conservata un’antica ghiacciaia, ormai in disuso, per ricordare la pratica e l’atmosfera del tempo.
