Dai Mad Men ai Social Media Manager: la comunicazione non è cambiata per nulla.

Essere un veterano del marketing mi ha regalato un’osservazione privilegiata dell’evoluzione della comunicazione pubblicitaria. Ricordo ancora i tempi gloriosi in cui la pubblicità si faceva a colpi di headline brillanti, body copy magnetici e payoff che restavano impressi nella mente. Ogni campagna era un capolavoro studiato nei minimi dettagli, proprio come facevano i protagonisti di Mad Men. Ma ecco il colpo di scena: nonostante l’arrivo dei social media, i concetti fondamentali sono rimasti immutati. Prendiamo ad esempio la “headline”. Negli anni ’60, la headline era l’arte di catturare l’attenzione del lettore con poche parole. Oggi, si è trasformata nel clickbait, quei titoli accattivanti che ci fanno cliccare su ogni articolo o post che incontriamo. Il principio è lo stesso: catturare l’attenzione.

E cosa dire del “body copy”? Un tempo, era il testo principale che vendeva il prodotto con argomentazioni convincenti. Ora, è il cuore dei post sui social media, che devono essere brevi, incisivi e coinvolgenti, mantenendo l’attenzione dell’utente fino all’ultimo carattere. Anche il “payoff”, il famoso slogan, ha subito un restyling. Nei social media, si è evoluto nei hashtag, che non solo riassumono l’essenza del messaggio, ma collegano anche le discussioni online, creando un senso di comunità attorno al brand.

La classica “call to action”, che un tempo invitava i consumatori a comprare un prodotto, oggi è diventata un “call to engage”. Nei social media, le CTA invitano gli utenti a mettere like, commentare e condividere, trasformando l’interazione in un atto sociale. E chi può dimenticare il “packshot”? Nei vecchi annunci, era l’immagine del prodotto in tutto il suo splendore. Oggi, lo troviamo nei video di unboxing su YouTube e Instagram, dove l’esperienza del prodotto viene narrata in prima persona, rendendo il tutto più autentico e coinvolgente.

Anche le “caption”, quei brevi testi che accompagnano le immagini, si sono evoluti in micro-copywriting sui social media, dove ogni parola conta per creare engagement. E i “visual”? Se un tempo erano semplici immagini statiche, oggi includono anche i contenuti generati dagli utenti, che aggiungono un tocco di autenticità e relazionabilità al messaggio del brand.

La “promise” del brand, che tradizionalmente garantiva un valore, si è trasformata nella value proposition, chiara e convincente, spiegando perché il prodotto è unico. Il “reason to believe” ora è il “social proof”, con recensioni e testimonianze che costruiscono la credibilità del brand attraverso l’esperienza degli utenti.

Il “mood tone” di una campagna pubblicitaria tradizionale si è evoluto nella “brand voice” sui social media. Questa voce deve essere consistente, riflettendo la personalità del brand e connettendosi emotivamente con il pubblico. Le nuove tendenze dei social media per il 2024 indicano che i contenuti sempreverdi e i video più lunghi stanno tornando in auge, dimostrando che il pubblico desidera contenuti più profondi e coinvolgenti.

Anche se i media e le tecnologie cambiano, i concetti fondamentali della comunicazione pubblicitaria rimangono gli stessi. Da Mad Men ai Social Media Manager, ciò che conta è sempre la capacità di catturare l’attenzione, coinvolgere e convincere il pubblico.

Francesco Maria de Feo

Francesco Maria de Feo, noto anche come Frank, è un professionista nel campo del marketing e della comunicazione. Laureato in Economia presso l'Università di Salerno, si è specializzato in Marketing, Comunicazione e Relazioni Pubbliche presso il Centro Studi Cogno & Associati a Roma. Ha maturato esperienza sia nel settore privato dell'ICT (Information and Communication Technology) che nel settore pubblico, applicando il marketing alla ricerca. Frank è attivo nella formazione, condividendo le sue conoscenze nel marketing e nella comunicazione visiva. Ha collaborato con entità di prestigio come Confindustria Nazionale e varie università, tra cui la Luiss Guido Carli, il Politecnico di Milano e l'Università degli Studi di Salerno. La sua rete di collaborazioni si estende anche a organizzazioni come la Federazione Italiana Relazioni Pubbliche (FERPI), l'Associazione Italiana contro lo Stress e l'Invecchiamento Cellulare (AISIC), l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (IDI), oltre a diverse importanti aziende e istituzioni. Nel suo lavoro, Frank si occupa di creare e posizionare brand, incontrare clienti, degustare cibi, bere vino e visitare città, integrando la sua passione per l'enogastronomia con le sue competenze professionali. Utilizza i social media per condividere esperienze e conoscenze, ad esempio su piattaforme come Facebook, Instagram e LinkedIn.

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