La personale dell’architetto-artista Gianpaolo Lambiase in Palazzo Pinto (Pinacoteca Provinciale) a Salerno

Sabato 18 maggio, presso la Pinacoteca Provinciale di Palazzo Pinto (di antiche origini normanne) a Salerno, si apre la mostra delle opere di Gianpaolo Lambiase. Ex Consigliere Comunale (nella lista “Salerno di Tutti”), ex Assessore provinciale ai Lavori Pubblici, architetto e persona sempre molto sensibile alle problematiche ambientali, urbanistiche e sociali, come ti definisci, dal punto di vista propriamente artistico?

La mia vena artistica nasce dalle mie ricerche già in epoca universitaria: lo studio delle forme e degli spazi. Già in quel periodo mi servivo di nastri realizzati su carta per formare sostanzialmente particolari spazialità nell’aria e che li utilizzavo anche per la progettualità. Negli anni, man mano, gli stessi sono diventati dei moduli che si ripetono continuamente con colori vari, cromatismi diversi che formano delle immagini e degli spazi particolari. Questa mostra in particolare riguarda esclusivamente dei moduli da me chiamati “Moduli primari”, che poi li ho fatti realizzare in ceramica con i tre colori principali (rosso, giallo e blu).  I moduli presentano delle linee ondulate parallele orizzontali intersecate da linee verticali costanti e continue. Con tali forme e disposizioni, se mosse i moduli, da soli, creano varie immagini. Alcune di esse immagini le ho riportate su tavole in carta di Amalfi con china colorata per dare un effetto particolare.

Gianpaolo le tue opere, oltre ad essere sempre molto creative, colorate e fantasiose, lanciano in realtà dei messaggi ben precisi. Nella tua nuova esposizione quali sono?

Ho realizzato 20 carte di Amalfi colorate a china, l’ultima e la penultima raffigurano, in modo particolare, una serie di aggregazioni, di edifici e volumi come se fosse una costante speculazione. L’ultima immagine, specialmente, sembra il pianeta Terra piena di case dalle quali escono fumi e i moduli colorati di prima.

Qual è la tecnica pittorica adottata nelle tue ultime opere?

Sulla famosa carta di Amalfi, sfrangiata sui bordi, ho lavorato a china colorata, utilizzando pennini e pennellini, riportandola a una evidente luminosità! Nella Mostra è esposto, inoltre, anche un pannello formato da quattro pezzi di acciaio, quattro tavole, sostanzialmente, che si assemblano attraverso dei bulloni, un pannello ampio 1,60 mt x 1,60 mt. Su tale struttura sono posizionati, incollati con magneti, tutti i moduli descritti in precedenza: sono circa 170 moduli colorati blu, rosso e giallo. Questi ultimi si possono spostare a piacimento creando continue immagini sempre diverse, disegni sempre nuovi sul pannello. Io lo definirei una sorta di quadro mobile, variabile che può cambiare continuamente!

 La Mostra, costituita da 25 disegni, introdotta dalla presentazione del critico d’arte Prof. Massimo Bignardi, si concluderà il 26 maggio.

Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.

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