Il Codice Cromatico: Come i Colori e Gli Archetipi Brandizzano la Nostra Mente.
- AI Insights Businessing Editoriale
- Francesco Maria de Feo
- Aprile 11, 2024
In un universo dove il grigio asfalto delle città incontra l’azzurro sfacciato del cielo, i colori non sono solo una festa per gli occhi ma il linguaggio segreto dei brand per infiltrarsi nelle nostre menti. E se pensate che gli archetipi siano solo figure mitologiche relegabili ai libri di psicologia, beh, preparatevi a un viaggio nel vibrante mondo del branding, dove i colori e gli archetipi diventano i nostri migliori amici o i peggiori incubi.
Ma perché tanto clamore intorno a un semplice colore o a un archetipo? La risposta è semplice quanto complessa: viviamo in un’epoca in cui l’attenzione è una moneta rara, e i brand combattono battaglie epiche per un frammento della nostra mente. In questo scenario, il colore di un logo o la figura archetipica che un brand incarna può essere il cavallo di Troia che garantisce il passaggio dall’anonimato alla memoria collettiva.
Prendiamo il rosso, per esempio. Non è solo il colore dell’amore, del pericolo e di quel semaforo che avete appena ignorato; è anche il colore di brand che vogliono stimolare la nostra energia – pensate a Coca-Cola o Ferrari. E l’archetipo dell’Eroe, incarnato da Nike, ci sfida a “Just Do It“, anche se l’unica maratona che abbiamo fatto ultimamente è stata su Netflix.
Ma attenzione, il potere dei colori e degli archetipi ha un suo lato oscuro. Mai chiesto perché ogni fast food abbia tonalità di rosso o giallo? Questi colori stimolano l’appetito e la rapidità, perfetti per spingerci a mangiare più velocemente (e magari anche di più). E l’archetipo dell’Innocente, con la sua purezza e semplicità, può farci dimenticare che dietro la facciata angelica di alcuni brand si nascondono strategie di marketing ben oleate.
L’importante è ricordare che dietro ogni scelta cromatica o archetipica c’è una strategia pensata per farci sentire in un certo modo nei confronti di un brand. Siamo liberi di amare quel blu tranquillizzante di Facebook o di essere ispirati dall’archetipo del Creatore di Apple, ma è sempre bene guardare oltre il velo colorato per vedere cosa c’è realmente dietro.
In conclusione, la prossima volta che un colore o un simbolo vi colpisce in modo particolare, chiedetevi: “Cosa sta cercando di dirmi questo brand?” E ricordatevi, in questo gioco di seduzione cromatica, noi siamo i veri protagonisti. Non lasciate che il verde dell’ambizione vi trasformi in pedine inconsapevoli. Se i brand sono i pittori, noi siamo la tela – e abbiamo sempre il diritto di scegliere l’opera che vogliamo diventare.