20 marzo, Giornata Internazionale della Felicità
di Claudia izzo-
Strano davvero parlare di Giornata Internazionale di Felicità, quando la parola stessa stride con i tempi che viviamo.
Per Madre Teresa di Calcutta “la felicità più grande è essere utili agli altri”, essere responsabili del benessere, della felicità altrui. Basta guardarsi intorno per capire quanto sia diventato un concetto astratto oggigiorno, la felicità stessa. Eppure la Giornata Internazionale della Felicità, istituita nel 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nasce proprio per ribadire che la felicità è uno dei diritti fondamentali dell’uomo. Dunque va cercata. Ma cos’è? “E’ la completa esperienza di ogni appagamento, insieme di sensazioni del corpo e dell’intelletto che procurano benessere e gioia…” ma poi capiamo che la vera felicità è distinguere le cose vere dalle false e goderne pienamente.
Perchè ricade il 20 marzo questa giornata? Perchè quest’ultima coincide con l’equinozio di primavera, simboleggia dunque la rinascita della primavera, la nostra apertura al mondo, alla luce, alla rinascita di noi stessi.
L’ONU ogni anno fornisce sul suo sito Internet il World Happiness Report con la lista dei Paesi più felici del mondo, ovvimente in base alla libertà, alle aspettative di vita, al PIL pro capite, al welfare, alla cooperazione sociale…
Sul podio del rapoorto mondiale della felicità 2021, nonostante la pandemia Covid 19, troviamo la Finlandia, poi Danimarca e Islanda. L’Italia è al 31esimo posto, retrocessa dal 25esimo.
In questo momento storico così terribile che siamo chiamati a vivere, credo di farmi interprete di un pensiero comune nel dire che la felicità consiste oggi nell’anelata pace nei territori non così lontani da noi. Pace sopra ogni cosa, pace come messaggio di fratellanza universale, pace come prima pietra di un’era nuova dove non c’è più spazio per fanatismo e sogni imperialistici, pace per un vivere civile sopra ogni cosa.
