La rivincita di Buccino: Zuchtriegel rilancia un intenso programma didattico per tutti
Grande voglia di rilancio per una struttura ricca di oggetti di grande interesse storico e culturale, il Museo Archeologico Nazionale di Volcei-Buccino, intitolato al filologo classico, bizantinista, tra i più importanti papirologi italiani del dopoguerra, Marcello Gigante.
Qui, nella sala “A. Fiammenghi”, si è svolto l’incontro a cui hanno preso parte il sindaco di Buccino, Pasquale Freda, gli esponenti dell’associazione Terracilento (attuale gestore del Museo), Maria Boffa, Domenico Cavallo ed il direttore del Parco Archeologico di Pompei, nonché socio fondatore dell’associazione, Gabriel Zuchtriegel. Presenti esponenti di associazioni, addetti ai lavori, produttori locali.
L’incontro ha avuto il sapore della rinascita di un Museo che si offre ricco e ben tenuto allo sguardo del fruitore. La promozione territoriale è d’obbligo per il sito di Volcei-Buccino che paga lo scotto di non essere inserito in nessun circuito, anche se potrebbe rientrare nel biglietto acquistato per visitare Pompei, come ha affermato Zuchtriegel.
L’obiettivo è quello di attrarre un pubblico sempre più vasto cercando di competere con le altre destinazioni museali della Regione.
“Abbiamo qui con noi il Direttore dell’Area Archeologica più importante del mondo e con più visitatori in assoluto, il dr Gabriel Zuchtriegel” ha affermato il sindaco di Buccino, Pasquale Freda. “Dobbiamo cogliere questa vicinanza che ci sta dimostrando. Noi siamo consapevoli che, per la sua unicità, il nostro sito ha la sua importanza e da parte nostra ci sarà sempre massima collaborazione. Il 21 Giugno avremo il piacere di avere qui il maestro Zuchtriegel per un suo concerto al museo”.
“Abbiamo ragionato sulle opportunità che si aprono in questo momento, che sono eccezionali” ha commentato il Direttore Zuchtriegel, “ma siamo pur sempre ad un punto di partenza. Abbiamo una felice coincidenza di vari settori, l’Associazione Terracilento e l’Amministrazione Comunale che hanno trovato una modalità di gestione. Al centro deve esserci un progetto culturale, didattico, che coinvolga bambini e ragazzi, la comunità locale può entrare a far parte del museo collaborando, portando i bambini qui ogni domenica e questo è essenziale anche per chi gestisce il museo. Ogni bambino che viene, vale più di dieci biglietti venduti.
Altra felice coincidenza è che abbiamo un Ministro (della Cultura, Gennaro Sangiuliano) che anche in Tv ha ricordato la presenza del museo di Buccino, c’è un’attenzione, e quindi si apre un varco anche per quanto riguarda i finanziamenti che possiamo proporre in questo momento. Abbiamo una certa esperienza di finanziamenti, anche qui, c’è un’opportunità ma c’è anche un rischio: se noi otteniamo un finanziamento dal Governo, dall’Unione Europea, questo ci consente di realizzare qualcosa, ma se non c’è un progetto che si basa su idee di sviluppo e sostenibilità, torna tutto come prima. Dobbiamo avviare uno sviluppo che dopo possa continuare, questa è la grande difficoltà in cui si trova tutto il nostro territorio, segnato da tante criticità. L’idea sarebbe quella di abbinare la cultura, che è quello che stiamo cercando di fare a Pompei, con l’agricoltura e le tradizioni del patrimonio vivente che abbiamo ancora qui, progetto su cui stiamo investendo molto a Pompei ed abbiamo ottenuto i primi risultati.
Non è un abbinamento arbitrario perchè la storia che noi possiamo vedere al Museo di Buccino è la storia degli uomini e delle donne che vivevano qui nel loro rapporto con il territorio: qui sono presenti il bellissimo plastico della Villa Rustica, le iscrizioni del territorio, i luoghi sacri legati a fenomeni naturali, alle sorgenti, montagne, i culti, l’agricoltura. Finisce l’esistenza degli uomini come nomadi, cacciatori e inizia quella come agricoltori e questo determina un nuovo modo di vivere e di relazionarsi con la natura e con il Divino.
L’agricoltura ha la stessa radice di cultura e noi dobbiamo tornare a questa radice. Dobbiamo pensare di fare dei laboratori, dei giardini urbani; siamo avvantaggiati perchè non abbiamo grandi distanze tra il passato e il futuro, tra Museo e Paese. A Buccino ci sono gli uliveti, c’è chi produce ancora il vino, siamo ancora vicini a quel mondo e lo possiamo recuperare. Immaginiamo i bambini del paese, ma anche i grandi, che coltivano pezzi di terreno ed imparano la loro storia.
Immaginiamo la grande competizione con gli altri musei, quello di Buccino deve raccontare l’agricoltura come cultura, dando possibilità di degustare e acquistare i suoi prodotti. Perché il vino acquistato dal turista, non è solo vino, ma un valore, un ricordo. Ci sarà un book shop con questi prodotti, espressione di un’azione culturale, possiamo organizzare eventi, laboratori. L’idea sarebbe quella di puntare dunque su un finanziamento e dopo due o tre anni si comincia a creare un indotto per il paese. Come Museo possiamo dare una spinta, fare da volàno per questa idea ma dobbiamo creare le condizioni affinché altre realtà possano inserirsi. Non ci sono alberghi perché non c’è la domanda, ma noi possiamo trasformare tutto questo in opportunità: vogliamo fare una cosa diversa, basta mettersi insieme, basta iniziare anche con un piccolo intervento nella prospettiva di una crescita.”
Ha preso poi la parola il l’ agronomo Luigi Vicinanza che ha già lavorato sul concetto di biodiversità, presso il Museo di Paestum, con il giardino di Hera. “Il progetto per Buccino lavora sia sul piano sociale che archeologico e prevede piccoli lotti di terra. Individuate le aree, vengono realizzate aiuole sollevate, per lavorare in maniera circolare, lavoro accessibile a bambini disabili o con difficoltà cognitive, strumento altamente di inclusione. In un contesto giocoso, nel sistema circolare, di scambi continui, questo diventa un discorso culturale. Si può creare tanto che può essere un valore aggiunto del territorio.
Con un percorso a piedi raggiungo il castello, senza navette, senza stress. L’importanza degli orti è legata molto all’idea del fisico Fritjof Capra che partendo dall’Ecoalfabeto, che parte dal concetto di rivoluzione didattica nel mondo: utilizzare gli orti come aule. In un orto infatti ci sono tutte le discipline, forse anche di più, una vera scuola all’aperto, c’è la matematica, la chimica, la fisica anche quelle che sembrano più lontane come la letteratura. I ragazzi devono disconnettersi da altre cose e connettersi di più con la natura. E’ fondamentale dunque che i ragazzi si riapproprino attraverso gli orti dei sistemi di connessione verso la comunità.”
Il Museo di Volcei-Buccino promette meraviglie. Si aprono scenari legati ai finanziamenti, si accendono sogni, quelli di vedere questo museo finalmente decollare con un processo rivoluzionario che possa porre le basi su un discorso di collaborazione, inclusione, promozione.
Immagini a cura di salernonews24
