Utopia 0.65, nasce a Salerno il Circolo dei Lettori, stasera Graziella Di Grezia con “L’attesa”
Metti un luogo piccolo ed intimo, Utopia.65, (via torrione, 106) un wine bar, champagneria, biofood, che ha il mare nelle vicinanze e vede la fortezza La carnale che un tempo difendeva la città dagli attacchi saraceni.
Metti l’intraprendenza di Alessandra Di Pietro che insieme a Gianluca Cuciniello gestisce questo luogo.
Metti l’atmosfera di intimità che qui si respira, un luogo dove darsi appuntamento per vedersi, parlare, incontrarsi come si faceva un tempo, senza questo corri corri generale.
Metti un gruppo di amanti dei libri, Il circolo dei lettori, appunto, convinti, come sosteneva Daniel Pennac che “un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso”
L’avventura ha inizio.
Il lunedì alle 18.45, un’ora con i libri, con l’autore, con gli amici e con me che di questo mi nutro.
Vi aspettiamo, stasera con Graziella Di Grezia ed il suo “L’attesa” Scuderi Editore, perchè tutti attendiamo qualcosa o qualcuno.
Dieci racconti ed una appendice poetica con la prefazione di Franco Arminio, questo e tanto altro è il nuovo “dono” per i lettori della Di Grezia…
” Qui i racconti stanno dentro una cornice, la cornice della medicina“, scrive Franco Arminio, “l’uomo è una creatura in attesa. La vita essenzialmente è tempo che passa in attesa di morire e chi si trova in sala d’aspetto lo sa bene e cerca una smentita, vuole sapere se c’è ancora tempo prima che sia eseguita la condanna, tempo che poi non si sa come spendere”
Da qualche elemento di realtà, romanzando poi il tutto, Graziella Di Grezia affonda il suo inchiostro nella vita di tutti i giorni che la porta a contatto con i suoi pazienti, ma soprattutto con anime, ciascuna con la sua vita.
Leggiamo, dunque, storie che si rincorrono come perle di una collana, tutti con lo stesso minimo comune denominatore: i protagonisti sono passati tutti in una sala d’attesa ed aver incontrato quel medico radiologo capace, non solo di leggere referti medici, ma anche le sofferenze dell’interiorità di ciascuno. E le attese diventano tante.
Carlo attende una visita per capire “quanto amore ci fosse nel nome di una donna”, colpito dall’ Alzheimer ricorda solo un nome, quello della sua amata Filomena, “la donna del tempo del persempre”.
Anna vive in un’attesa perenne, contemplando la vita degli altri; Anna, “più tatuaggi sul suo corpo che lettere nel suo nome” attende combattendo il suo cancro.
Ed ancora storie, quella del padre orfano del figlio che vive nell’attesa della fine del suo tempo, quella dell’amore tradito durante la lunga attesa nel periodo del Covid; quella della malattia che rende una famiglia da perfetta a distrutta, nell’attesa di tempi migliori; quella eterna di una donna di 70 anni che non ha mai abbandonato la sua infanzia e le sue caramelle dalla carta rossa…
Graziella con la sua mira diretta e incisiva fa centro. Disarma tutti con uno stile che ricorda uno scatto fotografico o una radiografia. Racconta il vero senza sconvolgerlo. E ci affida il nucleo delle vite. Il messaggio è chiaro: la vita va guardata in faccia con i suoi doni e con i suoi rovesci di fortuna, ma lo sguardo è sempre pieno di serenità e speranza perchè questa vita va navigata, sempre, contando su noi stessi e “la luce devi averla dentro”.
