La Beneficenza Chic di Chiara Ferragni: Tra Bambole e Pandori, la Verità si Fa Caritatevole
Nel mondo scintillante del marketing e della beneficenza, la linea tra il filantropico e il filo… bancomat può essere sorprendentemente sottile.
Ecco che la nostra influencer nazionale, Chiara Ferragni, nota per aver trasformato ogni click in un tintinnio di monete, si ritrova a navigare in acque giudiziarie piuttosto agitate. Dopo aver deliziato i palati e scaldato i cuori con pandori rosa e uova pasquali dalla crosta dorata, promettendo di elargire parte dei ricavati a nobili cause, ecco che la Ferragni si trova ora a fare i conti con i magistrati.
Al centro dell’attenzione, non più solo le leccornie festive, ma anche la bambola Trudi, creata come mascotte per il matrimonio Ferragni-Fedez e successivamente diventata oggetto di desiderio per i fan della coppia. “Visto che molti di voi hanno amato la bambola Chiara Ferragni che creammo per il nostro matrimonio, abbiamo deciso di creare un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte: si vende ora su The Blonde Salad e tutti i profitti andranno a Stomp out bullying“, annunciava con entusiasmo l’influencer.
Ma ora, la domanda sorge spontanea: quanto del ricavato è effettivamente finito nelle mani dell’organizzazione benefica e quanto è rimasto, diciamo, “in famiglia”? Le indagini proseguono e gli sponsor sembrano prendere le distanze.
Dopo Safilo, anche Coca Cola ha fatto un passo indietro, dichiarando di non avere intenzione di utilizzare i contenuti prodotti con la Ferragni. “Abbiamo lavorato con Chiara in Italia nel 2023, anche per alcune riprese tenutesi lo scorso dicembre. Al momento non prevediamo di usare questi contenuti”, ha spiegato l’azienda.
Nonostante le acque turbolente, la Ferragni non perde il suo aplomb digitale e, dopo giorni di silenzio, è tornata a brillare sui social, ringraziando coloro che hanno avuto parole di conforto per lei.