Salernitana-Napoli 0-2, nessuna sorpresa, i granata restano ultimi.

di Sergio Del Vecchio-

Si rinnova il derby campano dopo il pareggio della discordia

Le due squadre campane si incontrano di nuovo dopo il pareggio all’ultimo sangue del Maradona, valutato quasi come oltraggioso da una parte della tifoseria partenopea. Ci si sarebbe aspettati una sorta di rivincita, o comunque una bella sfida, ma non è stato così. Le due squadre non hanno stravolto l’organico, molti dei protagonisti del “pareggio della discordia” sono in campo anche questo pomeriggio all’Arechi, eppure di quello che fu non c’è nemmeno l’ombra. Pippo Inzaghi cambia ancora modulo, 4 difensori, Pirola e Fazio centrali, Bradaric a sinistra, Mazzocchi a destra, Coulibaly e Legowski promossi al centro della mediana, 3 giocatori a ridosso di Ikwemesi, punta avanzata: Dia, Candreva a sinistra, Thaouna a destra. Solito 4-3-3 per Garcia, con Rrahmani e Ostigard al centro, Olivera e Di Lorenzo, braccetti laterali, Lobotka, Zielinski e Anguissa a presidiare il centrocampo, Kvaratskhelia, Raspadori e Politano, tridente d’attacco.

La gara inizia con il minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione davanti a circa 16.800 spettatori, non la cornice delle grandi occasioni, con larghe fasce degli spalti disertate in polemica con il rincaro dei biglietti. I due presidenti, Iervolino e De Laurentis, sono seduti accanto in tribuna a lanciare chiari segnali di distensione.

Il primo tempo

La partita la fa subito il Napoli, con Olivera e Di Lorenzo che si posizionano alti sui corridoi laterali e i centrali pronti a pressare alto e a far partire le punte. Le azioni d’attacco sono fatte di rapide triangolazioni e inserimenti che esaltano l’elevato tasso tecnico degli ospiti e creano in ogni offensiva un potenziale pericolo per la porta di Ochoa. La Salernitana gioca a testa alta, sostiene gli scontri fisici, si affida alle giocate in contropiede, Dia riesce bene a difendere il pallone e a far salire i compagni, Mazzocchi si propone in avanti per dialogare con Thaouna, di azioni pericolose però non se ne vedono.

Il Napoli dal canto suo crea le azioni migliori sulla destra dove agiscono Politano, Di Lorenzo, Raspadori, molto più efficacemente rispetto alla fascia opposta dove Kvaratskhelia tenta spesso senza successo la percussione solitaria. La svolta tattica della gara probabilmente è nello spostamento di Zielinski a pressare alto il mediano destro avversario, andando così a supporto di Raspadori che di conseguenza non viene a trovarsi isolato fra i due difensori centrali, posizione, questa del polacco, peraltro adottata spesso con successo da Spalletti. Anche Lobotka, che gioca una prima frazione di tutto rispetto, molto attenta sia in fase di copertura che di rifinitura, si sposta alto a pressare e a sfruttare le possibilità di ripartenza.

Il gol di Raspadori

I padroni di casa non hanno nemmeno il tempo di prendere le contromisure che al 13’ già si rompe l’equilibrio, ancora una volta l’azione è propiziata da una palla persa dai giocatori granata. Da azione di fallo laterale a proprio favore, la Salernitana non riesce ad uscire dalla zona destra del campo, lottano Anguissa e Legowski, quest’ultimo nel tentativo di ripartire si allunga pericolosamente il pallone, Lobotka è in agguato e ribalta il fronte trovando la difesa avversaria impreparata. Raspadori si fionda nel corridoio libero e riceve dal compagno, Pirola tenta una scivolata disperata ma il pallone è già alle spalle di Ochoa.

Dopo il gol proteste e polemiche per un fuorigioco non chiamato dal guardalinee e non segnalato dal Var. L’off-side c’è ed è anche netto perché Olivera sul passaggio di Di Lorenzo si trova oltre la linea dei difensori, tuttavia il Var non può intervenire perché la Salernitana recupera palla ed effettua due passaggi completi prima di perdere di nuovo il possesso con la rete del vantaggio.

La reazione della Salernitana è fatta più di buona volontà che di sostanza, Coulibaly non è in giornata, perde palloni pericolosi e sbaglia spesso l’appoggio ai compagni, anche Bradaric non sembra all’altezza della sfida, Candreva ci mette il solito impegno, ma spesso resta isolato a sinistra, tagliato fuori dalle azioni. Si sente la mancanza di una mezzala di mestiere che detti i tempi delle giocate, che invece il più delle volte rallentano, fino a diventare leziose e inconcludenti. Il Napoli rallenta il ritmo, sembra accontentarsi e voler giocare di rimessa sfruttando le occasioni che gli vengono concesse. Ci prova al 16’ Politano da fuori a cercare l’incrocio, Ochoa è reattivo e vola a deviare in angolo. Il primo tempo si chiude con un altro grande intervento del portiere granata su tiro a colpo sicuro di Raspadori contrastato da Mazzocchi, la deviazione in angolo è con la punta delle dita.

Il secondo tempo

Il secondo tempo ripropone le stesse formazioni e lo stesso copione, col Napoli che non chiude la gara e la Salernitana che non punge. Alla fine della gara si conteranno otto angoli per i padroni di casa, addirittura cinque consecutivi, senza riuscire a fare un colpo di testa, i tiri nello specchio della porta saranno tre, ma possiamo dire che per Meret è stato un pomeriggio tranquillo. Troppo poco per una squadra che gioca con quattro attaccanti. Al momento si è dato spazio e fiducia al nuovo innesto Ikwemwesi, forse a discapito di Dia che, come detto, è stato oggi prezioso in posizione più arretrata in fase di possesso palla, ma che probabilmente può essere determinante come uomo di area di rigore e la prestazione di oggi, con nessun tentativo concreto verso la porta effettuato, ci suggerisce questo.

Da segnare sul taccuino solo occasioni targate Napoli: al 47’ un tiro di Raspadori su assist di Politano con respinta in angolo di Ochoa. Al 49’ Kvaratskhelia fa il solito slalom sulla sinistra portandosi dietro la difesa, alla fine non tira, anzi, scarica per Politano, che dal limite prende la mira e cerca di piazzarla all’incrocio ma prende solo il palo esterno. Al 58’ il salvataggio miracoloso lo compie Pirola che si immola in tuffo a respingere un tiro di Politano a pochi passi dalla porta. Al 61’ Ochoa risponde a Zielinski deviando in angolo la conclusione dal limite dell’area.

La partita si trascina così verso la fine, non è una gran bel vedere, perché il ritmo è calato da parte di entrambe le squadre, Pippo Inzaghi dà il via ai cambi, dentro Bohinen, Daniliuc, Stewart e Kastanos, poi il tutto per tutto con Bohinen per Mazzocchi. A questo punto la difesa passa a tre e dovrebbe essere supportata dagli altri reparti che però sono sbilanciati in quanto alcuni uomini sono a corto di energie.

Il gol di Elmas che chiude la partita

Sono le premesse per il raddoppio che non cambia il senso della gara. Al minuto 82, Coulibaly apre per Thaouna che si fa soffiare il pallone da Olivera. Ancora una volta è una palla persa che innesca l’azione del gol. Il tackle libera Elmas che ha il corridoio davanti a sé completamente libero e può arrivare in porta. Doppia finta su Coulibaly che era corso a coprire il buco in difesa, virata al centro e tiro nell’angolo lontano con Daniliuc che sbaglia la copertura del palo coprendo la visuale a Ochoa che arriva in ritardo sul diagonale.

Finisce così, con Pippo Inzaghi che mette in evidenza la prova dei suoi ragazzi che hanno saputo tenere testa al Napoli campione d’Italia uscente e sono stati penalizzati da una svista del guardalinee, con il pubblico che abbandona lo stadio pensando più alla matematica, che vede ferma la sua squadra all’ultimo posto in classifica, che alla rivalità del derby.

A proposito di numeri, purtroppo questi ci dicono che, al netto della gara di Coppa Italia, l’attacco è sterile, dall’infermeria non arrivano buone notizie perché Cabral in allenamento ha rimediato una botta al polpaccio e al momento è indisponibile, la squadra va sempre in svantaggio, spesso con azioni che partono da palla persa, nel secondo tempo c’è spesso un calo fisico e di attenzione che nell’ultimo quarto d’ora può cambiare a sfavore il verso della partita.

Tutti segnali su cui occorrerà con urgenza riflettere e lavorare.

Sergio Del Vecchio Sergio Del Vecchio

Sergio Del Vecchio