Il 2 Novembre 1975 ci lasciava Pier Paolo Pasolini
di Umberto Mancini-
Il 2 Novembre 1975 veniva assassinato Pier Paolo Pasolini.
Pasolini era e rimane uno tra i più importanti intellettuali che abbiamo avuto nel nostro paese.
Personaggio controverso, spigoloso e impossibile da catalogare in qualsivoglia categoria, ci ha lasciato in eredità moltissime opere.
Prima scrittore, poi regista, filosofo e sceneggiatore ha prodotto opere sempre molto radicali che rispecchiavano il suo modo di riflettere fuori dalle regole ma deciso nell’affermare il proprio pensiero noncurante del giudizio degli altri. Bolognese di nascita ma friulano d’adozione, è proprio in questi territori che forma il suo pensiero dove grazie alle sue umili origini e agli studi compiuti riesce a sviluppare le proprie idee controverse ai suoi tempi (classe 1922), ma attuali ancora oggi.
Attento osservatore della società in cui viveva, Harold Bloom, noto critico letterario americano, ha inserito Pasolini tra gli scrittori che compongono il “Canone Occidentale” ovvero un corpus di volumi considerati fondamentali dagli americani per conoscere il pensiero europeo dal dopoguerra in poi.
Fin qui solo alcune indicazioni per dare una piccola idea del personaggio di cui stiamo parlando. Pasolini, purtroppo, fu osteggiato durante tutto il suo percorso artistico di scrittore a causa della sua omosessualità mai nascosta e neanche ostentata, ma la sua passione per i ragazzi giovani fu foriera di grosse critiche ed astio anche da intellettuali che professavano la sua stessa fede politica.
Per questo fu processato ed ostacolato in tutti i modi dagli intellettuali e dalla classe politica dell’epoca; il suo romanzo più celebre “Ragazzi di Strada” fu accusato di censura perché il tema principale della trama è la prostituzione giovanile omosessuale.
Alberto Moravia, acceso disuo difensore, per difenderlo scrisse sull’espresso dell’epoca: “L’accusa era quella di vilipendio alla religione. Molto più giusto sarebbe stato incolpare il regista di aver vilipeso i valori della piccola e media borghesia italiana”
Personaggio “contro” ma lucido nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni sempre critiche nei confronti della politica che, a suo dire, dimenticava sempre gli ultimi della società (è cambiato qualcosa dopo tanti anni?) che, invece, per lui erano fonte di ispirazione e riflessione sulla società in cui viveva.
Un personaggio sempre attuale e moderno in particolare perché le sue parole dimostrano, purtroppo, che poco è cambiato ed i passi verso il cambiamento sono sempre difficili da fare.
Vi consiglio un film di Abel Ferrara “Pasolini” per l’appunto è il titolo, interpretato da William Dafoe. Anche il nostro Massimo Ranieri si è cimentato con il suo personaggio cercando di raccontare il lato umano di questo personaggio nella pellicola “La Macchinazione” che racconta gli ultimi giorni di vita di quest’intellettuale concentrando il racconto sul suo omicidio che in molti considerano ancora pieno di zone d’ombra, e sul rapporto morboso che aveva con sua madre. A testimonianza di questo rapporto, ci lascia una tra le più belle poesie che un figlio possa dedicare a sua madre: “Supplica a mia madre”
E’ difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…