Funzionario salernitano a Bruxelles: “l’allerta per il terrorismo resta alta ma Bruxelles reagisce”
-di Claudia Izzo
Dopo sette anni e mezzo, Bruxelles è stata colpita nuovamente dal terrorismo che porta la il marchio a fuoco di ISIS. La città ospita le istituzioni europee e l’Europa infedele va colpita al cuore? Oppure, uccidendo uomini svedesi, a meritare una lezione è la Svezia dal momento che, qualche settimana fa, in alcune proteste pubbliche sono stati bruciati testi del Corano? O perchè fu sempre la Svezia ad espellere il terrorista in questione?
Il 16 ottobre scorso Abdesalem Lassouded, 45 anni, invocando la divinità islamica ha ferito un uomo di nazionalità svedese e ne ha freddati due, arrivati a Bruxelles per vedere la propria nazionale di calcio.
“Ho sparato per vendicare i musulmani” sono state le parole del suo ultimo post pubblicato sui social. Poi, in fuga per una notte intera, l’uomo è stato ucciso, poco prima delle otto in uno scontro con la polizia, dopo essere stato riconosciuto da un testimone in un caffè del quartiere. Condannato a più di 26 anni di carcere in Tunisia nel 2005, era evaso nel gennaio del 2011. Il caso è stato segnalato dalle autorità tunisine solo il 1 luglio 2022 a causa del fascicolo andato perso. Proprio nel 2011 arriva a Lampedusa in un barchino, in Italia lavora come operaio poi, due arresti per terrorismo a Milano. Va a Genova per chiedere i documenti al consolato tunisino. Dopo l’Italia, l’attentatore è andato in Svezia dove è stato espulso, tornato in Italia nel 2016 è stato identificato a Bologna come radicalizzato: aveva espresso volontà di aderire alla Jihad e partire per combattere. Monitorato anche dall’Intelligence è andato in Belgio dove la sua presenza a Schaerbeek era nota all’ufficio stranieri (EO) dal 2019, dove aveva fatto richiesta di asilo, ma non al comune, né al dipartimento di Polizia. Un fantasma in totale libertà.
Parliamo della situazione a Bruxelles con un funzionario salernitano di un ente pubblico italiano che lavora da vari anni proprio nella città teatro dell’attentato.
-Come hai vissuto la tragedia? Dov’eri?
Quando si è verificato l’episodio io ero in ufficio. Mentre tornavo nella mia abitazione che sorge tra il mio ufficio e una sinagoga, sono stato raggiunto dalle telefonate dei miei familiari che mi chiedevano se stessi bene. Così ho saputo di ciò che era già successo.
-Che atmosfera si respira a Bruxelles ad una settimana dall’attentato terroristico?
In Belgio, subito dopo l’attentato terroristico di lunedi 16 ottobre ha vissuto con allerta 4, il più elevato, sinonimo di “minaccia terroristica grave e imminente”, scesa poi ad allerta 3. Bruxelles è una città molto composta e già a suo tempo, con gli attacchi violentissimi che ha subìto, lo ha dimostrato. Qui è sempre in allerta. Si vive con attenzione e massima cautela. Per le strade i poliziotti escono in gruppi di quattro e controllano tutto. Il giorno dopo l’attentato le scuole fiamminghe sono state chiuse, ma quelle francofone sono rimaste aperte. La tensione era tanta perché l’attentatore era in fuga e quindi chiunque se lo poteva ritrovare innanzi. Molte famiglie hanno deciso di non mandare i figli a scuola. Vivo nel Quartiere Europeo, di fronte ho il Palazzo Berlaymont, sede della Commissione Europea e quel giorno in cui si sperava e si attendeva che il terrorista venisse preso, questa zona era avvolta dal silenzio, sembrava domenica, le strade erano vuote, l’atmosfera ferma proprio come in attesa degli avvenimenti. Poi è avvenuta la sparatoria che ci si aspettava e l’uomo è stato freddato dalla Polizia. Verificato che era un “lupo solitario”, il quartiere europeo ha ricominciato si a vivere, ma con massima attenziona da parte di tutti.
-Tu avverti sensazioni di paura tra la gente comune?
La città reagisce bene in termini di attenzione. L’altro giorno un signore sul tram ha notato un uomo che aveva in tasca una rivoltella. Ha allertato la polizia, il tram è stato fermato. Sono stati fatti i controlli e si è saputo che era un poliziotto in borghese, per dire che ci si guarda, ci si scruta. La paura si trasforma in attenziona massima. Ieri era domenica, c’era incredibilmente un’ora di sole ed avevo pensato di fare una passeggiata, come di solito facevo. Ci ho ripensato -Non voglio rischiare- mi sono detto, proprio essendo domenica ci sarebbe stata tanta gente – meglio restare a casa.- Ovviamente gli attentati terroristici incutono paura, cambiano le abitudini.
-Il terrore Bruxelles lo conosce bene: Il 24 maggio 2014, 4 persone vengono uccise al Museo Ebraico dai colpi di kalashnikov di un francese di origini algerine legate all’ISIS. 22 marzo 2016: all’aeroporto di Zaventem e alla stazione metropolitana di Maelbeek, nel cuore del Quartiere Europeo, esplodono due bombe causando 32 morti e 340 feriti. Gli attentati sono rivendicati dall’ISIS e a compiere la strage sono due fratelli belgi di origini marocchine. 29 maggio 2018: al grido di “Allah Akbar” un belga di 31 anni uccide uno studente e due poliziotte, prende in ostaggio una donna che risparmia solo perchè di fede musulmana. L’Isis rivendica la strage. La sera precedente, appena uscito dal carcere, il killer uccide un amico, un ex detenuto a colpi di martello. L’attentatore verrà ucciso dalla polizia. Lontano dall’Italia, dalla tua Salerno, dalla tua famiglia, come percepisci il mondo?
Proprio mentre stiamo parlando dalle finestre della mia abitazione vedo lo svolgersi di una manifestazione pro-Palestina. E’ nata sui social, quindi qui la gente si è data appuntamento giungendo da ogni luogo. Percepisco che stando a Bruxelles si è a due passi dalla Francia, Olanda, Germania, in un mondo multietnico. Questo corteo è la dimostrazione che appena superato l’attentato di Bruxelles, si vuole riportare l’attenzione sulla guerra che si sta vivendo sull’altro fronte, tra Israele e Palestina. Bruxelles diviene così il luogo della manifestazione che , come abbiamo detto, richiama gente da ogni nazione limitrofa. Credo che prima si ricomporrà questo atroce conflitto e meglio sarà per tutti, anche per noi. La terza guerra mondiale potrebbe essere data da attentati terroristici per il mondo e con l’arrivo del Natale iniziamo a temere la possibilità di nuovi attentati proprio presso i mercatini di Natale…
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