Salernitana, tanto cuore ma non basta, col Frosinone è soltanto 1-1

Salernonews24Sport-di Sergio Del Vecchio

La Salernitana per spegnere i malumori cresciuti durante la settimana, attenuati solo dalla festività del Santo Patrono, il Frosinone per confermarsi rivelazione del campionato. La squadra di Paulo Sousa, fedele al 3-4-2-1, promuove a centrocampo Martegani, autore di una buona prova col Torino, in coppia con Maggiore e, a furor di popolo, Cabral al posto di Botheim come unica punta. Mazzocchi parte a destra, a fianco di Candreva c’è Kastanos. Cambia tutto Di Francesco che, rispetto alla sfida vinta col Sassuolo, schiera un 4-3-3 con il tridente Caso, Cheddira, Soulè, quest’ultimo spostato in avanti; a centrocampo Brescianini al posto di Baez, in difesa oltre a Marchizza, Romagnoli e Oyono c’è Okoli al posto di Monterisi. Tra i pali il fenomeno Turati.

L’avvio è di marca granata, si vede tanta voglia e una buona dose di aggressività, gli ospiti a difendere e a tentare la sortita di rimessa. Al 9’ Cabral servito bene sulla destra sembra voler tentare il cross, invece tira in porta cogliendo il suo terzo legno in altrettante partite. Sembra un cattivo presagio. Passano pochi minuti e il Frosinone, alla prima azione in avanti, va subito in gol. Calcio d’angolo guadagnato fortunosamente, Kastanos respinge il cross sui piedi di Marchizza che si trova in una zona lasciata sguarnita dalla difesa, per cui può calibrare con calma il cross al centro dove c’è piazzato Romagnoli che, dall’alto dei suoi 193 cm, salta fra Pirola e Lovato e la piazza di testa nell’angolo a fil di palo, dove Ochoa non può arrivare.

E’ una doccia freddissima, ma ricorda troppo il film già visto lunedì, quello col Torino. Possiamo discutere all’infinito sulle motivazioni, sulla mentalità, sull’atteggiamento, poi guardiamo meglio e realizziamo che il problema più urgente della Salernitana in questo momento è la difesa. Ci sono ancora dubbi? Bene, allora facciamo scorrere le lancette di altri 5 minuti. Un rilancio di Ochoa non agganciato da Mazzocchi finisce in fallo laterale, è praticamente la seconda azione del Frosinone, Marchizza batte la rimessa 15 metri più avanti rispetto al punto in cui il pallone è uscito, senza che nessuno dica nulla, ma quel che è peggio è che nessun granata è in posizione! Mazzocchi è rimasto alto e non si è accorto che dietro di lui c’è solo Ochoa, Lovato si è spostato più al centro, neanche il fallo laterale fosse stato a favore, capisce tutto Caso che aggredisce lo spazio libero. L’attaccante ha tanto campo e tutto il tempo per decidere cosa fare, aspetta l’arrivo disperato di Gyomber solo per aggirarlo e tirare agevolmente a giro sul palo lontano. Sarebbe il 2-0 se non si alzasse la bandierina. Al 24’ il copione si ripete: calcio d’angolo da destra di Soulè, la parabola non è particolarmente insidiosa ma trova incredibilmente al centro la testa di Cheddira liberissimo che, senza neanche staccare, batte a colpo sicuro. Ochoa torna a fare i miracoli e toglie letteralmente la palla dalla porta.

La reazione dei padroni di casa c’è ed è affidata al solito Candreva: l’87, ben imbeccato da Martegani in area, tira di prima intenzione, Romagnoli in scivolata gli nega la gioia del gol. Sotto lo sguardo imperscrutabile di Boulaye Dia, lasciato prudenzialmente in tribuna, si chiude la prima frazione di gioco, non prima di averci regalato, nel finale, un gioco spezzettato e tanti momenti di nervosismo non proprio belli da vedere.

Si riparte con gli uomini di Sousa determinati a riprendere il risultato e il Frosinone a portarselo a casa, magari con un gol in più in contropiede. Candreva si rivela il vero centravanti della serata, si propone al centro, riceve, controlla, anche se in posizione defilata, tira sfruttando uno spiraglio. Turati si salva in angolo. Sulla bandierina va sempre lui, Candreva, il suo cross scavalca tutto il blocco centrale e va a pescare Jovane Cabral lasciato indisturbato da Okoli. Il capoverdiano stavolta rompe la maledizione, tira benissimo, forte e angolato, Turati non ci arriva, è il pareggio al minuto 51.

Al 56’ ancora Candreva, l’anima della squadra, fa tutto da solo, si accentra e libera un sinistro insidiosissimo che sfila non di molto a lato. Al minuto 59 questa volta Mast’Antonio (chi se no) si veste da ala sinistra, controlla benissimo un lancio in avanti, s’invola sulla fascia, poi la scodella al centro per Maggiore, Turati si mette il mantello da supereroe e vola sotto la traversa a deviare il tiro insidiosissimo sporcato anche da Barrenechea. Un minuto dopo ci riprova Cabral da posizione defilata, calcia violentissimo, Turati respinge in angolo. E’ una fase della partita molto positiva per i granata, per grinta e intensità. Gli ospiti sono come increduli. E’ il momento dei cambi, esce Mazzocchi, che ha corso su e giù sulla fascia senza però mai creare vere situazioni di pericolo e senza mai saltare l’uomo, entra Ikwemesi. Il nigeriano sembra molto volitivo, ma è bene che capisca in fretta che per giocare in Serie A serve anche molta tecnica e non solo il fisico.

Al 70’ è proprio il nuovo entrato a mettersi in evidenza. Di forza si libera del suo marcatore con uno scatto e cerca di sorprendere Turati costringendolo a rifugiarsi in angolo.

La Salernitana le tenta tutte fino al novantesimo e oltre, ma il risultato non cambia. L’annunciata tensione agonistica indubbiamente c’è stata, il secondo tempo è stato giocato con buona intensità, tuttavia troppi facili breaks sono stati concessi al Frosinone. Due esempi nella seconda frazione di gioco: un’azione emblematica – da vedere e rivedere – al minuto 48, col Frosinone che parte dalla difesa e, senza nessuna interruzione, con una serie di passaggi, arriva a mettere Mazzitelli in condizione di andare in porta e mettere a segno il colpo del KO.

All’80’ Bohinen a centrocampo sbaglia in modo goffo il controllo e perde il pallone, innescando il contropiede di Çuni e costringendo Lovato al fallo da cartellino giallo. Marcature troppo larghe concedono metri preziosi agli avversari, complessivamente tutto il reparto difensivo appare molto più insicuro rispetto al finale della scorsa stagione. A centrocampo si sente l’assenza di Koulibaly (ma si direbbe anche di Vilhena!) perché la linea centrale filtra poco e in fase di costruzione ci sono troppe sbavature, troppe imprecisioni. Maggiore è da rivedere in fase di rifinitura. Alcuni stanno dimostrando continuità, Martegani sta mostrando buone doti di palleggiatore e un buon controllo di palla, la sua presenza dà ordine ed equilibrio al reparto.

Cabral sta crescendo partita dopo partita, è un “falso nueve” capace di giocare a tutto campo con intelligenza e molto agonismo. Anche la voglia dei tre punti sta crescendo, Paulo Sousa a fine partita dirà: “nell’intervallo ho fatto un discorso alla squadra, voglio intensità e voglia di vincere, senza perdere equilibrio”. La strada è ancora lunga ma sembra essere quella giusta.

Sergio Del Vecchio Sergio Del Vecchio

Sergio Del Vecchio

Dottore commercialista, giornalista pubblicista, appassionato d’arte, di musica e di fumetto. Ama leggere, disegnare e dipingere. Nel suo percorso professionale si è occupato di formazione e terzo settore. Ha costituito l’Associazione Salerno Attiva – Activa Civitas con cui ha organizzato a Salerno 10 edizioni di VinArte, un format di successo che univa il mondo del wine all’arte nelle sue declinazioni. Nel 2017 è tra i fondatori dell’Associazione culturale Contaminazioni, con cui ha curato diversi eventi e l’edizione del libro “La primavera fuori, 31 scritti al tempo del coronavirus” di cui è anche coautore. Colleziona biciclette e tra i fornelli finge di essere un grande chef.

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