Il paesaggio e l’Immaginario: si concretizzano, a Salerno, le prime due installazioni artistiche

Da alcuni anni l’Associazione “Opificiocrea”, sotto la presidenza dell’architetto Vincenzo Adinolfi, focalizza le sue energie sull’arte contemporanea, quella ambientale e sul design, proponendo una interessante iniziativa sulla progettualità ambientale dal nome “Il Paesaggio e l’Immaginario”, in cui l’arte viene più direttamente fruita dal cittadino che partecipa in prima persona ai progetti e alle opere, coinvolgendolo anche dal punto di vista critico ed emozionale. Particolarmente articolato, tale progetto è stato sostenuto tuttavia, fin dall’inizio, dalla Presidenza della Giunta Regionale della Campania. Si parte dunque da una collaborazione sinergica tra artisti ed architetti che, con mostre e convegni, concretizzano la loro progettualità con un significato recondito, ovvero la riqualificazione urbana della città. Lo stesso Presidente a tal proposito afferma: “Ponendo al centro delle riflessioni il tema dell’analisi e dell’interpretazione dei luoghi di progetto, l’idea projet “Il paesaggio e l’Immaginario” è il risultato di un processo di rielaborazione dei dati urbani, storici ed ambientali; pertanto ogni singolo progetto di intervento si traduce in atto ermeneutico che investe il rapporto tra la singola opera ed il luogo. Il progetto nella sua totalità non è quindi indifferente ai criteri di riconoscibilità ed appartenenza al luogo…”. L’Associazione è partita nel 2018 con una prima esposizione nei pressi dell’Arco Catalano, nel centro storico di Salerno, focalizzante l’arredo urbano attraverso l’intreccio di idee progettuali di artisti ed architetti.  Tre anni dopo, all’interno del complesso monumentale di Santa Sofia, sono stati presentati 11 progetti di arredo urbano con una iniziativa dal titolo “La sosta tra il Teatro e la Marina”, coordinato dal prof. Massimo Bignardi. Un anno dopo, ancora, una interessante collezione di design dal titolo “Collezione Salerno” viene presentata presso il Museo Diocesano. Martedì 25 luglio, presso il Comune di Salerno, Palazzo Guerra, si è tenuta, in mattinata, la conferenza stampa di presentazione delle prime due opere realizzate nell’area sud-orientale del Capoluogo sul Lungomare Marconi; con la presenza del Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, il Presidente della Commissione Bilancio Regione Campania Franco Picarone, gli artisti Enzo Bianco e Nello Ferrigno, il Presidente dell’Associazione “Opificiocrea” e l’architetto Marco Bignardi. La prima opera è dell’artista salernitano Nello Ferrigno, cultore dell’arte ceramica, partito dalla Pop Art e dall’Arte Concettuale negli ’70, avvicinato, successivamente alla ceramica vietrese, e autore e creatore di ben 25 pannelli per la manifestazione “Luci d’Artista” dove il comune denominatore delle sue opere è la mitologia e i suoi personaggi. La sua ultima opera, sul Lungomare Marconi, è una sorta di dedica alle donne e all’amore. L’impianto artistico descrive tre sirene: Leucosia e le sue due sorelle Partenope e Ligea che proprio a sud del Golfo di Salerno indussero in tentazione Odisseo ovvero Ulisse.  Non raggiungendo il loro scopo annegarono nel mare salernitano. L’opera che fa da quinta scenica al bellissimo giardino di “Asia e gli amici del mandorlo”, da poco inaugurato, consiste in due nuove panchine artistiche e da un albero stilizzato, il cui significato ci viene descritto direttamente da Ferrigno “Partiamo sempre dalla Mitologia che è una tematica che mi ha sempre affascinato e che spesso troviamo nelle mie opere. Le Sirene che nel mondo greco erano degli uccelli con la testa di donna si appoggiano sull’albero da me realizzato, l’albero della vita, dove la prima in alto è Leucosia, quella bianca, la sirena legata più al nostro territorio salernitano, in quanto si dice che i resti furono trovati sull’isolotto di Leucosia, quindi davanti Punta Licosa. Tutte le figure poggiate sull’albero sono in realtà le altre sirene che in un modo o in un altro hanno affascinato Ulisse. Ognuno di noi può sedersi su una delle due panchine e riconoscere la propria sirena, quella che più lo ha incantato. La struttura è in acciaio cor-ten, mentre sui montanti delle panchine ai quattro lati, sono posizionate delle piastre in ceramica che raffigurano le nostre tre sirene. L’albero non è in ceramica, poiché poteva essere danneggiato, pertanto esso è tutto in acciaio cor-ten mentre gli uccelli sono in acciaio policromo”. L’idea artistica è stata accompagnata dal progetto di architettura dell’arch. Paolo Calderaro. La seconda opera è dell’artista Enzo Bianco, grafico designer, illustratore, uomo ecclettico e visionario che predilige nelle sue realizzazioni scultoree materie come la ceramica i metalli e la pietra. Numerose sono le sue mostre personali e collettive, mentre sono ben sei le installazioni di arte ambientale permanenti come ad esempio la “Seduta moresca” presso la chiesa di San Gregorio nel centro storico di Salerno oppure l’“Albero della Sapienza” a Sala Consilina. La sua ultima opera dal titolo molto particolare, “Human Condition”, risulta essere un intervento di arte ambientale di grande scultura in acciaio e ceramica. Questa dell’artista Enzo Bianco è dunque l’ultima delle tante istallazioni artistiche che ha realizzato dal 1990 ad oggi. L’artista così la descrive: “E’ naturale che ci siano delle critiche, ben vengano, esse, in realtà ci fanno crescere, parlo principalmente di quelle costruttive che hanno una base culturale e non di quelle strumentali. L’intervento è legato all’arte ambientale, una grande scultura che parla alla città, all’animo delle persone. Nel catalogo che abbiamo approntato, io mi soffermo anche sul concetto di disagio che la scultura, col suo significato può dare a chi la osserva e questo disagio non è altro che lo stimolo alla curiosità a fare meglio per il futuro. I materiali utilizzati sono in acciaio cor-ten e ceramica per l’uomo seduto. L’uomo seduto guarda il mare, l’orizzonte. Il suo sguardo è proiettato verso l’infinito con una posizione ieratica: è in realtà la nostra posizione, noi avanziamo nella vita e noi nella vita abbiamo l’infinito davanti, ovvero l’ignoto!”. Nello specifico: a causa delle asimmetrie dell’opera, essa stessa può suscitare una condizione di fastidio nel fruitore, lo stesso fastidio che spesso ritroviamo nella vita quotidiana in cui spesso siamo testimoni di situazioni ben più grandi di noi. L’idea di Enzo Bianco è stata accompagnata dal progetto di architettura dell’arch. Marco Bignardi. Sperando che queste due opere siano le prime di una lunga serie di installazioni artistiche urbane, si potrebbe effettivamente, in un futuro prossimo, creare una sorta di passeggiate artistico-culturali per approfondire ulteriormente il significato di ciascuna opera e renderlo partecipe alla cittadinanza che spesso è ignara del comunicativo contenuto artistico della realizzazione.

Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.