Lettera al Ministro della Cultura che non legge libri ma li giudica
Gentile Ministro Gennaro Sangiuliano,
le Sue origini napoletane, terra da me amata, addolciranno solo in parte quanto sento di dirLe a nome mio e, credo, di una buona fetta di lettori.
Forse non sa che qui da noi si tenta ancora, in questa terra difficile, di “fare cultura” in quella stessa terra in cui, si sa, “di cultura non si mangia”, proprio grazie a Ministri come Lei, capaci anche di eliminare il bonus 18App, bonus cultura del valore di 500 euro, riservato a tutti i 18enni, spendibile solo per acquistare prodotti legati alla cultura, ideato dal Governo Renzi e confermato dai suoi predecessori. Una delle poche cose belle fatte per i giovani, per quei giovani che vogliono crescere, tra arte e cultura, in un paese che ne è ricco. Oggi tale bonus per il 2024 sarà disponibile solo per chi ha un Isee inferiore a 35mila euro, con la Carta del Merito per coloro che hanno ottenuto il massimo dei voti alla fine della scuola superiore.
Anche se mia figlia la lode al Liceo l’ha presa, continuo a non trovare giusto escludere gli studenti che non raggiungono quel traguardo, essendo questo un discorso che doveva abbracciare tutti i giovani, invogliarli, insegnare loro, aprire loro gli occhi.
Con tanti colleghi continuiamo a presentare libri, nell’ambito di eventi, in radio, chiamare autori, in pochi minuti aprire mondi sconfinati. Siamo quelli che i libri li divorano, quelli che in un libro investono. Siamo quelli che i libri li scrivono anche.
Lei ha studiato in una prestigiosa università, quella di Napoli, fondata il 5 giugno del 1224 dall’Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Sicilia, Federico II di Svevia, da cui sono uscite menti eccelse nel diritto quanto in altre discipline. Ha un curriculum più lungo e fitto di un papiro srotolato, con incarichi e ruoli ricoperti da mille e una notte. Lei è stato scelto dal Governo Meloni come Ministro alla Cultura, ruolo ambìto e illustre. Lei è un giornalista e ha ricoperto il ruolo di direttore di importanti testate, con l’amore per la cultura, per la verità, per le lettere.
Lei è napoletano, quindi porta nel cuore la bellezza della Sua terra e le sue stesse contraddizioni.
Allora mi chiedo, come molti, perché ha voluto dare il peggio di sé proprio nell’ambito del premio più importante, il rinomato Premio Strega, nato a Roma nel 1947 dalla scrittrice Maria Bellonci e da Guido Alberti, proprietario della casa produttrice del Liquore Strega, che dà il nome al Premio?
«Ho ascoltato le storie dei libri in gara, sono tutte storie che ti prendono, che fanno riflettere, proverò a leggerli». ha affermato al Premio Strega.
E Geppy Cucciari che conduceva la diretta televisiva della premiazione: «Come proverò? Non li ha letti?».
Il ministro: «Ma no, li ho letti perché ho votato, però voglio…come dire… approfondire questi volumi».
«Cioè vuole andare oltre la copertina?», chiosa Geppy.
Il gelo pervade l’atmosfera della sala, il dialogo diviene, dalla prima all’ultima battuta, contornato da sorrisini.
“Proverò a leggerli”….Ma il Ministro della Cultura che ha cercato di evitare il disastro ormai inevitabile ha ammesso innanzi a tutti che ha votato libri che non ha mai letto. Giurato di uno dei premi italiani più prestigiosi, ha lasciato basiti tutti.
Gelo, tristezza e chapeau a Geppy Cucciari, comica brillante.
Credo che siamo stati in molti del settore ad esserci vergognati, indipendentemente da colori politici, fazioni, ideologie. La vergogna è per l’accaduto. E’ semplicemente assurdo creare una situazione simile.
Per il resto noi giornalisti, comuni mortali, continueremo a leggere libri, scoprire autori, organizzare rassegne, sperando che qualche libro possa continuare a salvare qualche mente, qualche cuore, qualche anima.
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