Ex Libris, su RCS75: “Io e il mio corpo” di Antonella Maria Schirru denuncia e legittima la vulvodinia
Una delle interessanti proposte editoriali presentate al Salone del Libro di Torino 2023 è stata “Io e il mio corpo. Gioia e Costanza” di Antonella Maria Schirru (Edizioni Effetto).
Ghost writer e traduttrice scientifica, Antonella Maria Schirru è torinese e vive tra Torino e Roma, con intermezzi in Francia e Stati Uniti; collabora da tempo con università, studi medici ed enti privati.
Il romanzo che ha proposto al pubblico di lettori riassume in sè i nostri tempi presentati attraverso la storia narrata dal corpo di una giovane donna, Gioia. La vita perfetta di quest’ultima si frantuma ed il suo corpo diviene un caleidoscopio di sensazioni difficili da accettare ed ella diventa “un burattino a cui hanno tagliato i fili”. Gioia diventa Costanza.
Così nella vita di Gioia compare “la bestia che divora“. Così viene infatti descritta la vulvodinia, “il mostro che mi morde forte dentro le viscere“, questa malattia di cui soffre il 15% dell’universo femminile in una fascia d’età che va dall’adolescenza alla senilità, “sbrana letteralmente, lacera le carni, dilania”, patologia non riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale, patologia “sottovalutata, minimizzata, ridicolizzata”, associata spesso ad altre patologie: fibromialgia, neuropatia, del pudendo, endometriosi….”c’è un alieno nel mio corpo. Estirpatelo o estirpate me da lui”…”Quante di noi si devono ammazzare prima che questa malattia venga presa sul serio?”.
Il romanzo della Schirru, con il suo stile asciutto, diretto, ha dunque il grande merito di riportare sotto i riflettori questa patologia già portata alla ribalta delle cronache da Giorgia Soleri, ex fidanzata di Damiano David, frontman del gruppo rock Maneskin.
“Questa storia”, afferma la scrittrice ” nasce quasi venti anni fa, quando ho collaborato con una dottoressa che si occupava di questa malattia sconosciuta. Negli Stati Uniti poi, mi sono documentata moltissimo con uno dei massimi esperti di questa patologia. In questo libro, realizzato grazie alla testimonianza di tante donne affette da vulvodinia, in un mondo incentrato su ciò che si tocca, io volevo che emergessero le emozioni, i sentimenti, gli stati d’animo, elementi concreti. Ho cercato di porre l’attenzione su ciò che si sente che non sappiamo più decodificare.
Per questo libro ho avuto accanto la dr.ssa Emanuela Erovigni del Poliambulatorio San Luigi di Orbassano, anestesista specializzata in Terapia del Dolore mentre a Torino il libro è stato presentato con la Consigliera Regionale del Piemonte, Sarah Disabato, alla presenza della Senatrice della repubblica Elisa Pirro, Commissione Igiene e Sanità.”
Antonella Maria Schirru è brava a navigare in questo mondo fatto di sofferenza, di condivisione del dolore, ma anche di umiliazione, in cui la protagonista si sente stretta all’angolo… ” facevamo l’amore spesso. Non mi ha più toccata da quel giorno, da quel maledetto giorno in cui tutta la nostra vita è cambiata. Io soffro. Fisicamente il dolore non mi abbandona mai, ogni tanto si attenua. La mattina, ad esempio, appena mi sveglio, certi giorni mi sembra quasi di non averlo, poi appena mi rimetto in piedi, viene a fare colazione con me”.
Così la vita cambia. E si diventa protagoniste di giorni che non ci appartengono più, una guerra da combattere. Visite mediche, terapie farmacologiche, maternità negata, dolori lancinanti, depressione, stanchezza, stati di ansia, agitazione e paura la fanno da paura. Gioia/Costanza invoca la nonna “Dovunque tu sia, dammi un pò della tua forza per combattere come te, la mia guerra“.
Di qui la legittimazione del dolore: la patologia esiste e non è di natura psichica come è stato diagnosticato a tante donne e la Schirru diviene una portavoce ricca di solidarietà e professionalità. Una scrittrice per le donne. Accanto alle donne, con l’augurio che anche il Servizio Sanitario Nazionale si faccia carico di questo problema, in un discorso di consapevolezza e di aiuto concreto.
