Eccentrico Narciso dalla regale austerità…

di Clotilde Baccari

Narciso appare nella tradizione, sin dalle Metamorfosi di Ovidio, con un amorevole curriculum mitico che ne fa ”l’ invano amato”; prima di divenire fiore, infatti, era un giovanetto incantevole e a soli sedici anni aveva già alle spalle una schiera di amanti respinti di ambo i sessi .

Per lui geme nelle valli Eco, ridotta da ninfa desiderosa a puro lamento ripetitivo. Narciso, infine, rispecchiatosi  in una fonte, si innamora di se stesso  ma non potendosi possedere, si uccide trafiggendosi con la spada e dal suo sangue nasce il Narciso bianco con la corolla bordata di rosso (Narcissus poeticus),   dotato di una proprietà narcotica da qui si suppone derivi il suo nome. Seducente e allucinogeno, il Narciso ,che appartiene  alla famiglia delle Amaryllidaceae, è ben qualificato a rappresentare la pianta della tentazione.

Esso  primeggia  tra i fiori più esemplari di questa specie che  abbelliscono anche molti dei nostri  giardini, sia in terra che nei vasi, vivendo  benissimo nell’una o nell’altra condizione, pronti ad offrire a chi li  cura e a chi li ammira fioriture piene di colori. 

Il Narciso, amarillidacaea bulbosa, ha bulbi che arrivano  a misurare circa 10 cm; questi ,però, hanno una caratteristica pericolosa: sono velenosi  a tal punto che, se  ingeriti,  possono causare la morte.

Nella sua struttura botanica  il Narciso ha uno stelo alquanto lungo, presenta foglie abbastanza doppie di un colore verde chiaro, il fiore si sviluppa all’apice ed è composto di petali delicati che si aprono a corona verso l’esterno; sarà proprio questa disposizione tipica di tale fiore a dargli una forma simile a quella di una trombetta.

 

 

 

Public domain. Friedrich John nach Marco Antonio Franceschini Narcissus 1830 ubs G 0822 II.jpg

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Clotilde Baccari

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