Il genio di Mario Persico, il compositore napoletano tra l’opera buffa e la napoletanità
Così come in vari ambiti, anche in quello musicale abbiamo la consuetudine ad apprezzare tutto ciò che è già noto e ascoltato ripetutamente, anche se la ricerca del “meno noto” non è sempre di minor valore.
Spesso le dinamiche del successo e della notorietà seguono strade imprevedibili e inevitabilmente tendono ad offuscare personalità e produzioni che possono rinvenire soltanto grazie all’ impegno di appassionati studiosi.
E’ questo il caso di Mario Persico, compositore napoletano che si colloca storicamente tra la fine dell’ 800 e gli inizi del ‘900, autore di opere strumentali, cameristiche, sacre e opere divise tra la toscanità e la napoletanità.
Ne abbiamo parlato con l’autore, Luca Lupoli, noto tenore napoletano e autore del saggio edito da “Aletheia Editore”: –Mario Persico è stata una bella scoperta prima di tutto per noi, racconta; per la prima volta me ne ha parlato il nipote, Sergio Nuvola, appassionato loggionista del Teatro di San Carlo; mi ha fatto avvicinare alla sua storia e agli aneddoti che hanno caratterizzato questo personaggio, tra spartiti e cimeli-.
Nato alla fine dell’ 800, laureato in Giurisprudenza e diplomato al Conservatorio San Pietro a Majella, Mario Persico si distingue per le sue tre opere principali: “La morenita”, “La bisbetica domata” e il capolavoro goldoniano, “La locandiera”.
-Nella Locandiera Persico fonde lo spirito dell’ opera buffa del ‘700, tiene presente compositori quali Puccini, Leoncavallo e Mascagni, senza trascurare lo spirito della napoletanità- continua Lupoli; –nella vivacità e nella caratterizzazione dei personaggi in particolare nella serva astuta Mirandolina, richiama “La serva padrona” in cui si ritrova tutto lo spirito brioso napoletano-.
Persico in queste opere si dimostra un compositore equilibrato tra il razionalismo del teatro goldoniano, il rigore della letteratura toscana e lo spirito napoletano.
-Altra nota di grande interesse, i suoi rapporti con i librettisti-, continua Olga De Maio, apprezzata cantante lirica, che ha curato le ricerche bibliografiche della pubblicazione; –Mario Persico dialogava e si confrontava con i librettisti affinché le sue opere potessero raggiungere una maturità e una omogeneità dal punto di vista musicale e narrativo. Persico ha dimostrato di essere un compositore poliedrico, che non ha dedicato la sua produzione soltanto all’opera ma anche a musica strumentale, da camera e musica sacra. Non possiamo dimenticare la produzione cameristica per voce e pianoforte dedicata alle liriche del Pascoli-.
Un compositore così dedito alla sua arte e alla sua produzione non ci lascia senza aneddoti dissacranti, quale la sua amicizia confidenziale con la sovrana Maria Josè del Belgio; si narra che Persico si nascondesse negli armadi della residenza reale per poter trascorrere con lei un “tempo rubato”. Anche alla sua amata musica.
Mario Persico e la sua produzione operistica, resoconto di un viaggio nelle memorie, nei ricordi, nella musica e nel tempo di un “Nostrano” quasi dimenticato, Aletheia Editore Novembre 2022
Autore Luca Lupoli
Ricerca e fonti bibliografiche Olga De Maio
Prefazione di Fabio Armiliato